04/10/2016 - 14:30

Florovivaismo, il piano del Mipaaf per incentivare un settore strategico della nostra economia

Torniamo a parlare di florovivaismo, un settore strategico della nostra economia nazionale che dovrebbe essere maggiormente protetto ed incentivato.
Manca infatti nel nostro Paese una strategia dettagliata a favore del florovivaismo, sebbene il giro di affari legato al comparto si aggiri intorno 2,6 miliardi di euro (suddiviso in 1,3 miliardi per fiori e piante in vaso e 1,3 miliardi per i prodotti vivaistici). 

E' la Toscana la prima regione d'Italia per la produzione complessiva di fiori e piante ornamentali con il 15% della produzione lorda vendibile (plv) florovivaistica nazionale

Il florovivaismo rappresenta infatti circa il 30% della plv dell'intero settore agricolo della Toscana, con una superficie di 7.457 ettari, ripartiti tra vivaismo (6.407 ha) e floricoltura (1.050 ha). In particolare l'attività vivaistica ornamentale è concentrata nella Valle dell'Ombrone Pistoiese e interessa oltre 5.200 ettari, 1.500 aziende ed oltre 5.500 addetti diretti. Ma non solo. In forza di questa grande tradizione nel settore ornamentale la Toscana riveste anche una posizione di rilievo anche a livello europeo, contribuendo per il 6% alla formazione della produzione florovivaistica complessiva dell'Unione.
 
Ma nonostante questi dati positivi sono diversi i problemi strutturali che caratterizzano attualmente il settore del florovivaismo e che vanno alla polverizzazione e la frammentazione dell'offerta, alla carenza della distribuzione e alla scarsa integrazione verticale, che determinano condizioni di disomogeneità sul territorio e perdite di competitività. A questi, vanno aggiunti  l'aumento della concorrenza internazionale e dei costi di produzione, nonché la diminuzione dei prezzi e dei consumi interni, che hanno ridotto il margine operativo delle imprese floricole e vivaistiche. 
 
Considerata dunque l'importanza strategica che questo comparto assume non solo per l'agricoltura e l'economia italiana, ma per la salvaguardia dell'ambiente e lo sviluppo dell'occupazione, emerge con tutta evidenza la necessità di intervenire, in modo mirato, con una serie di azioni da inserire in uno specifico piano di settore. Le più recenti misure per il rilancio del settore sono infatti contenute nel "Piano nazionale del settore florovivaistico 2014-2016" messo a punto dal ministero delle Politiche agricole che mira proprio a fornire idonee politiche di sostegno al  comparto.
 
In primo luogo il documento parte dalla necessità di elaborare un approccio incisivo a livello comunitario che tenda a sensibilizzare i servizi della Commissione Ue sulla necessità di una regolamentazione del settore ed individuare un costo medio dell'energia nei principali paesi UE produttori, in modo da consentire agevolazioni energetiche nei diversi paesi che non creino alterazioni della concorrenza. 

E' necessario inoltre intervenire sulla normativa relativa ai rifiuti per favorire le filiere di recupero e riciclaggio e soprattutto prevedere la possibilità di utilizzare i residui di potatura (sfalci e ramaglie) del verde pubblico e privato nel settore dell'energia.Inoltre secondo il piano bisogna classificare le biomasse come sottoprodotti e non rifiuti e chiarire e uniformare la normativa relativa all'accatastamento delle serre. 

E ancora. Secondo il Mipaaf vanno armonizzati gli strumenti urbanistici per semplificare la costruzione e la manutenzione delle strutture produttive (serre e vivai),  va sviluppato un sistema di incentivi, in termini di agevolazioni fiscali per la creazione e manutenzione ordinaria e straordinaria delle aree a verde pubbliche e private e favorito l'inserimento di tecnici qualificati all'interno delle amministrazioni pubbliche. 
 
Ma non è tutto. Per risollevare le sorti del comparto florovivaistico è anche necessario combattere l'abusivismo nell'ambito della manutenzione del verde attraverso la creazione di elenchi presso le Cciaa degli operatori del verde e favorire la concessione di sgravi per chi si rivolge ad operatori regolari. Vanno ancora estesi  i crediti di carbonio alla aziende florovivaistiche ma anche alle amministrazioni locali virtuose nell'ampliare l'utilizzo consapevole e adeguato delle aree a verde nell'arredo urbano nei parchi, nei giardini e nelle aree di coltivazione e contemporaneamente rimossi gli ostacoli che rendono inaccessibili alcune forme di benefici ambientali alle aziende florovivaistiche (certificati bianchi ecc.).  

E' inoltre fondamentale promuovere una nuova cultura del verde per la salute dei cittadini nei centri urbani,  favorire investimenti per opere a verde, che prevedano adeguate compensazioni ambientali, al fine di ridurre gli impatti dovuti a grandi opere, abbattendo l'inquinamento atmosferico e rispettando così i parametri previsti dal Trattato di Kyoto. 
 
Secondo il piano messo a punto dal ministero va inoltre chiarita ed uniformata la normativa dei centri di giardinaggio (garden center), vanno regolamentate in modo adeguato le promozioni e il sottocosto per prodotti come quelli florovivaistici, legati a ricorrenze e a forte stagionalità e disciplinate  le attività dei vivai pubblici. 

A livello legislativo il documento sottolinea infine la necessità di accelerare l'emanazione del decreto sull'agevolazione del gasolio delle serre così come indicato dal decreto legge n. 69 del 2013 che detta "Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia" , prevedendone anche la retroattività e di semplificare la burocrazia legata al settore. 
 
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Rosamaria Freda
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