01/01/2013 - 01:00

Il vino degli antichi romani e' a rischio estinzione

Dopo migliaia di anni di storia rischia di sparire il celebre vino Frascati a causa del pagamento sottocosto dell'uva ai viticoltori (- 45 per cento rispetto allo scorso anno).
La manifestazione "Salviamo il Frascati" , che ha coinvolto centinaia di agricoltori, ha come obiettivo il riilancio di un vino e della sua storia che rischia di essere brutalmente interrotta.
Negli ultimi 40 anni il prezzo delle uve del "Frascati" è diminuito fino a livelli che oggi - sottolinea la Coldiretti - non garantiscono più neanche la copertura dei costi di produzione per effetto di un sistema malsano che ha finito col favorire soggetti esterni alla filiera agricola e impoverito le aziende.
I prezzi proposti per le uve quest'anno sono quasi dimezzati rispetto ai 43 euro/quintale dello scorso anno.
A rischio non c'è dunque solo una attività economica, ma un intero sistema produttivo, ambientale e culturale fortemente radicato al territorio come quello del Lazio che - secondo i dati della Coldiretti - può contare su 30 mila ettari circa di vigneto dai quali si producono mediamente oltre 2,7 milioni di ettolitri di vino all'anno.
Il Frascati, infatti, era il vino piu' celebre al tempo dei romani, tanto che Marco Porzio Catone, detto il Censore, ne descrisse nel trattato De Agricoltura tecniche di coltivazione e vinificazione, mentre Lucullo lo serviva nei suoi celebri banchetti ad amici e ospiti come Cicerone
Come risposta a questa crisi la Coldiretti propone una valorizzazione delle caratteristiche distintive dei vini dei Castelli e del territorio attraverso un coinvolgimento di tutti gli attori della filiera, ma anche e soprattutto delle istituzioni locali che al nome dei vini hanno legato la promozione del proprio territorio, della propria cultura, della propria storia e delle proprie tradizioni.
Le "mille etichette" che marchiano i vini dei Castelli e del territorio possono trasformarsi da simbolo di frammentazione in un nuovo modello di business delle "mille campagne" valorizzando la specificità di ognuno.
La Coldiretti chiede anche di promuovere ulteriori strumenti come la vendita diretta dalla cantina, un rafforzamento dell'azione di controllo da parte delle autorità preposte, misure fiscali da parte dei comuni interessati per ridurre i costi ed incentivare i consumi e maggiori risorse nei piano di sviluppo rurale per favorire le ristrutturazioni aziendali a favore di chi investe nelle vendite dirette in azienda. Infine - conclude la Coldiretti - occorre attuare un progetto di promozione a favore delle imprese agricole e delle cooperative sane che non sia di esclusivo appannaggio della grande industria e dei mediatori commerciali.
Lisa Zillio
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