01/01/2013 - 01:00

Atlantis: L'ultimo volo dello shuttle

L'ultimo momento nella storia dello shuttle è arrivato. Con Atlantis STS-135 che vola in orbita si chiudono trent'anni di storia spaziale iniziata con grandi entusiasmi il 12 aprile 1981. Quel giorno si celebravano i vent'anni dal primo volo di un uomo nello spazio, il russo Yuri Gagarin. E proprio in due decenni si è passati da una semplice capsula sferica che ritornava in caduta libera sulla Terra ad uno spazio-plano che rientrava come un aeroplano e con le ali governate dai computer. Un balzo gigantesco succeduto ad un altro balzo tecnologico sempre americano, la conquista della Luna.
Atlantis è lo shuttle che ha portato in orbita anche il primo astronauta italiano Franco Malerba nel luglio del 1992 ma che nella sua lunga storia iniziata con il primo volo nel 1985 ha segnato altri passi importanti. È stata, ad esempio, la prima navetta ad agganciarsi alla stazione spaziale russa Mir nel 1995 ed è stata protagonista nel 2009 dell'ultima riparazione e ammodernamento del telescopio spaziale Hubble allungandone significativamente la vita di molti anni. Con le sue 33 missioni, Atlantis è lo shuttle che ha volato di più dopo Discovery arrivata a 35. A bordo ci sono quattro (di solito erano sette) astronauti veterani, tutti cinquantenni, con l'esperienza di più voli sulle spalle. Tra questi la signora Sandra Magnus, ingegnere e con una residenza sulla stazione di 4 mesi. Il loro sarebbe un volo senza storia, di routine, se non fosse appunto l'ultimo della prima astronave riutilizzabile mai costruita. Nella stiva c'è il modulo di rifornimento italiano Raffaello costruito a Torino da Thales Alenia Space, riempito con quattro tonnellate di materiali (da apparati tecnici ad altri elementi utili alla vita sulla stazione) che dovrebbero servire almeno per un anno fino a quando il primo traghetto automatico americano riuscirà ad entrare in servizio. Poi alla fine della missione di 12 giorni lo riempiranno di due tonnellate e mezzo di altri materiali da recuperare e portare a casa.

Pur non avendo soddisfatto le ambizioni iniziali (un volo alla settimana, bassissimi costi e cento voli per ogni velivolo) lo shuttle nelle sue 135 missioni ha consentito grandi esperienze e la più importante è certamente la costruzione della stazione spaziale internazionale: 37 lanci sono stati dedicati alla imponente architettura cosmica. In trent'anni, a bordo degli shuttle, sono saliti 355 astronauti di varie nazioni, dall'Europa all'Ucraina al Messico oltre gli Usa e alla Russia, naturalmente, e alcuni dei quali hanno volato più volte. A bordo sono stati condotti oltre duemila esperimenti scientifici molti dei quali grazie all'aggiunta nella stiva del modulo-laboratorio Spacelab costruito dall'Esa europea. Purtroppo la storia è stata segnata anche da due tragedie con la distruzione di Challenger e Colombia nel 1986 e nel 2003 e la perdita di 14 vite umane. Dagli anni ottanta abbiamo seguito numerosi lanci da Cape Canaveral e avendo seguito spesso l'integrazione nel Vertical Assembly Building ci rendevano conto della complessità della macchina spaziale. Solo quando decolla si mettono in azione 2,5 milioni di parti. E tutte le volte che sale in cielo sembraquasi un miracolo. Ma è stato un miracolo dell'ingegneria riuscire a costruirla anche se la sua debolezza tecnologica intrinseca l'ha costretto ad un ritiro forzato per evitare altri gravi rischi.
Fonte: corriere.it
Vesna Tomasevic
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