22/11/2017 - 03:25

Italycares: nasce il Made in Italy della salute

Parte oggi la missione di eccellenze sanitarie per promuovere la Destinazione Italia presso i ministeri della salute di Abu Dhabi, Dubai e degli Emirati Arabi Uniti. Dal Golfo 20 miliardi per curare all’estero i pazienti locali.

L’ultimo riconoscimento in ordine di tempo è arrivato da Bloomberg che, a marzo, ha incoronato l’Italia come il paese più in salute del mondo. Nella classifica dei migliori sistemi sanitari, stilata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, occupiamo invece da diverso tempo il secondo posto. 

Italycares: nasce il Made in Italy della salute

Anche nell’innovazione siamo ai primi posti: 5 premi Nobel in Medicina, 119 ospedali (l’8,5% del totale) dedicati alla ricerca medica (IRCCS) o collegati a università e 3.883 aziende biotech che ci pongono al 12° posto nel mondo per i brevetti biomedici.

Dopo la moda, il design, il food, la cultura, anche la salute entra a pieno titolo tra le caratteristiche distintive del Made in Italy da esportare e promuovere all’estero. Un primato fatto di eccellenza clinica, di ricerca, di capacità di gestire il paziente. Non è un caso se i medici italiani sono tra i più noti e rispettati nella comunità medico scientifica e sono ricercatissimi all’estero.

Per cogliere queste opportunità è nato ItalyCares, il primo network italiano di strutture medicali di eccellenza, che ha come obiettivo la promozione del Made in Italy della salute all’estero, identificando le opportunità di internazionalizzazione, siano esse rappresentate dallo sviluppo di flussi di pazienti verso l’Italia o da opportunità di collaborazione o investimento in Paesi esteri.

La prima iniziativa di Italycares è una missione commerciale negli Emirati Arabi Uniti dal 26 al 28 novembre, patrocinata da Assolombarda e AIOP, l’Associazione Italiana dell’Ospedalità Privata, durante la quale quattro importanti gruppi ospedalieri – Gruppo Ospedaliero San Donato, IEO, Fondazione Mondino e Gruppo Cidimu – avranno una fitta serie di incontri.

Istituzionali, innanzitutto, con il Ministero della Salute di Abu Dhabi (Health Authority Abu Dhabi) e di Dubai (Dubai Health Authority) nonché con quello dell’Unione dei sette emirati (Ministry of Health and Prevention) con l’obiettivo di presentare l’Italia come meta di eccellenza sanitaria e arrivare alla conclusione di protocolli di intesa tra i dicasteri e gli ospedali per la cura in Italia dei loro pazienti.

Ma anche di cooperazione, incontrando due dei più importanti gruppi ospedalieri locali - per individuare iniziative congiunte di ricerca, formazione e collaborazione medica - e di sviluppo, valutando le possibilità offerte da Dubai Healthcare City, l’area tax free che l’Emirato intende posizionare come hub medicale e di ricerca di livello mondiale, che ospita già 130 ospedali, tra cui spagnoli, americani e tedeschi, e oltre 5.000 medici professionisti.

“ItalyCares costituisce la naturale prosecuzione dell’attività iniziata con InterCare, la prima Fiera e Congresso Internazionale di Turismo Medicale, che abbiamo organizzato a Milano a maggio, e di Destination Health, il primo network di advisory dedicato all’internazionalizzazione delle strutture medicali”, spiega Maurizio Cavezzali, fondatore e Presidente.

“La sinergia di queste tre attività rappresenta un modello unico che non punta solo ad accogliere i pazienti che arrivano nel nostro Paese, bensì mira a individuare, aprire e sviluppare quei mercati dove l’esigenza di salute è più marcata, offrendo grandi opportunità per promuovere la sanità italiana, pubblica e privata, all’interno di un contesto estremamente competitivo e complesso”.

Un settore, quello dei viaggi medicali, in cui molte nazioni si sono già mosse da tempo costruendo posizionamenti terapeutici precisi.

Se la Croazia è ormai nota per le cure dentali, Spagna e Repubblica Ceca hanno puntato sulla fecondazione assistita; in Belgio si reca chi ricerca la chirurgia bariatrica mentre la Turchia è all’avanguardia nel trapianto di capelli e l’Ungheria nella chirurgia estetica.

Anche in Asia esistono poli di attrazione come la Thailandia, per cardiologia e ortopedia, o l’India per trapianti e oncologia.

Un valore stimato, quello dei viaggi medicali, che si aggira attorno ai 150 miliardi l’anno per un totale di circa 10 milioni di pazienti.

L’Italia: destinazione medica di eccellenza. “Il nostro Paese può vantare eccellenze a livello mondiale nei settori dell’alta complessità, in particolare Oncologia, Cardiologia, Neurologia e Ortopedia con in più la Pediatria”, racconta Alessandro Santambrogio, fondatore e Direttore Marketing di InterCare, Destination Health e ItalyCares, “ed è attorno a esse che stiamo strutturando il network di strutture sanitarie che, ci auspichiamo, continuerà a crescere.

“Non è la prima volta che ospedali italiani si presentano sui mercati esteri”, prosegue Santambrogio, “ma è la prima volta che, con ItalyCares, lo fanno in modo aggregato posizionando l’Italia come destinazione per i viaggi medicali, pur nel rispetto delle peculiarità e delle caratteristiche distintive di ogni gruppo”.

In questo scenario, gli Emirati Arabi Uniti e più in generale l’area del Golfo, rappresentano un bacino estremamente importante, sia per i flussi di pazienti sviluppati verso l’estero (circa 30.000 all’anno dai soli Emirati) sia per le opportunità di investimento.

Secondo il Ministero della Salute di Abu Dhabi, gli Emirati Arabi nel 2018 investiranno 4 miliardi di dollari in cure all’estero per i propri cittadini (l’80% delle quali in Europa). Un budget che, per l’area del Golfo, sale a 20 miliardi di dollari.

“Riteniamo che i nostri gruppi ospedalieri possano giocare un ruolo primario nell’assicurare migliori condizioni di vita agli abitanti di quest’area in un momento in cui si stanno ridefinendo molte regole”, è l’opinione di Valeria Albertin, fondatrice e Direttore Vendite di InterCare, Destination Health e ItalyCares.

“Da un lato la strategia degli Emirati di diventare un polo di attrazione medicale apre, anche per gli ospedali italiani, la possibilità di garantire cure in un’area che, entro il 2020, punta ad attrarre 1,3 milioni di pazienti all’anno, specialmente dall’Africa e dall’Asia. Dall’altro, la ridefinizione dei criteri con cui i Ministeri della Salute locali selezionano le destinazioni verso cui indirizzare i propri pazienti permette di posizionare l’Italia come destinazione privilegiata”.

Un potenziale elevato per l’Italia. Le opportunità offerte da quest’area sono evidenziate da una ricerca sviluppata da Destination Health e InterCare in occasione della missione, che delinea strategie e trend.

Se negli Emirati il 39% preferisce curarsi in un’altra nazione, questa percentuale sale al 43% in Oman e Qatar, al 47% in Bahrain e tocca addirittura il 65% in Kuwait.

E tra le terapie per le quali gli abitanti degli Emirati si recano maggiormente all’estero figurano proprio quelle per cui l’Italia è vocata: il 22% dei pazienti si sposta per trattamenti di oncologia; il 17,2% dei pazienti per Neurologia (5,9%) e Neurochirurgia (11,3%); al terzo posto troviamo l’Ortopedia con l’11% dei pazienti a cui seguono Cardiochirurgia (8%), Oftalmologia (6%), Gastrologia (4%), Nefrologia (3%), Ematologia ed Endocrinologia (2,4%).

Anche se i volumi complessivi di pazienti inviati all’estero hanno subito una flessione di circa il 20%, grazie al miglioramento del livello medio di cure offerte, è però aumentata di circa il 60% in un solo anno la spesa media per paziente, attestandosi attorno ai 120.000 euro con punte che possono arrivare a 1,5 milioni in pazienti estremamente complessi.

Segno evidente che per le cure più gravi si guarda ancora all’estero.

E i dati epidemiologici non sembrano confortanti: l’area del Golfo ha una delle incidenze più elevate di obesità, che colpisce il 40% della popolazione, creando le condizioni per l’innesco di altre patologie che vanno dal diabete alle malattie cardiovascolari.

Proprio quest’area dovrebbe registrare un incremento superiore al 400% nei prossimi 20 anni, seguita dal diabete (+323%) e da malattie muscoloscheletriche (+290%). Importante anche l’aumento dei casi di tumore (+275%) e di disordini mentali (+241%).

Per fare fronte a questo incremento, gli Emirati stanno aumentando del 12,7% l’investimento in Sanità nel quinquennio 2015/2020, arrivando a 19,5 miliardi di dollari nel 2020.

“Questa missione”, conclude Valeria Albertin, “costituisce il primo passo di un programma di sviluppo triennale che abbiamo approntato per inserire e consolidare la presenza dei gruppi ospedalieri italiani nell’area. Stiamo inoltre completando il nostro network internazionale di partner con cui stiamo studiando iniziative sui mercati russo e africano, entrambi ad altissimo potenziale. La salute è la nuova frontiera del Made in Italy”.

Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
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