01/01/2013 - 01:00

Energie rinnovabili: ecco la bozza di decreto del Ministero dello Sviluppo Economico

Nella bozza di decreto sulle energie rinnovabili del Ministero dello Sviluppo Economico sono stabilite nuove modalità di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili diverse da quella solare fotovoltaica.
Le energie rinnovabili sono un pilastro fondamentale della strategia energetica italiana. In particolare:

- l'Italia ha pienamente aderito allo spirito del cd. Pacchetto clima-energia "20-20-20" (Direttiva 2009/28/CE), nato per creare uno scenario energetico europeo più sostenibile e sicuro, attraverso la riduzione delle emissioni di CO2, l'aumento del ricorso a energie rinnovabili e la maggior efficienza energetica;

- l'obiettivo italiano sulle energie rinnovabili derivante da tale Pacchetto, pari al 17% del consumo complessivo di energia al 2020, è naturalmente confermare e, se possibile, superare;

- lo stato d'avanzamento complessivo è positivo: al 2010 l'Italia ha superato il 10% del consumo complessivo di energia da fonti rinnovabili;

- nel settore elettrico l'Italia è ampiamente in anticipo rispetto agli obiettivi fissati, essendo già arrivata a fine 2011 a una capacità installata equivalente a 94 TWh/ anno vs. 100 TWh/anno di obiettivo al 2020.

Tuttavia, l'approccio finora seguito per l'incentivazione delle fonti rinnovabili non è stato ottimale, soprattutto in termini di costi, considerato in particolare che:

- si è teso a privilegiare lo sviluppo di energia rinnovabile elettrica, in particolare quella solare, rispetto ai settori calore e trasporti o all'efficienza energetica che, invece, sono modalità economicamente più efficienti, in media, per il raggiungimento degli obiettivi;

- il ritorno economico sulla filiera italiana di questi investimenti è stato spesso non ottimale, a causa della forte spinta su tecnologie dove l'Italia non ha una leadership industriale;

- gli incentivi corrisposti negli ultimi anni per l'energia rinnovabile elettrica sono stati molto generosi - sia in rapporto a quanto corrisposto in altri paesi europei (in molti casi oltre il doppio), sia in termini di ritorni garantiti agli investitori - soprattutto per l'energia fotovoltaica;

- non si sono previsti adeguati meccanismi di contenimento dei volumi di installazioni sulla base degli obiettivi PAN. Ciò ha causato una vera e propria esplosione degli impianti realizzati. Ad esempio, nel 2011 l'Italia è stato il più grande mercato del mondo nel settore solare (oltre un terzo delle installazioni mondiali di pannelli);

- nel fissare gli incentivi non si è tenuto sufficientemente conto del fatto che i costi delle tecnologie rinnovabili sono in rapida diminuzione, dati i notevoli progressi tecnologici;

- tutto questo si è tradotto in un costo molto elevato per il Paese: ad oggi gli incentivi all'energia rinnovabile pesano circa 9 miliardi di Euro l'anno (quasi un quarto della 'bolletta totale' italiana), di cui quasi 6 miliardi per il Fotovoltaico. Il costo cumulato/complessivo è di oltre 150 miliardi di Euro, data la durata degli incentivi di 15-20 anni;

- questo rappresenta un aggravio di 120 Euro all'anno per la famiglia media per il sostegno alle rinnovabili, ovvero un'incidenza di circa il 23% sulla bolletta annua media;

- le energie rinnovabili hanno comportato un costo nascosto addizionale e problematiche gestionali significative per le reti elettriche, sia di trasporto che di distribuzione;

Il Governo ha pertanto deciso rilanciare lo sviluppo delle energie rinnovabili con un approccio alla crescita più virtuoso, basato sull'efficienza dei costi e sulla massimizzazione del ritorno economico e ambientale per il Paese. Nella bozza di decreto sulle energie rinnovabili del Ministero Sviluppo Economico sono stabilite le modalità di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti, alimentati da fonti rinnovabili diverse da quella solare fotovoltaica, nuovi, integralmente ricostruiti, riattivati, oggetto di intervento di potenziamento o di rifacimento. In particolare è previsto che:

- il mix di energie rinnovabili (elettriche, termiche e l'efficienza energetica) per il futuro dovrà favorire le tecnologie più vantaggiose in termini di:
     1. Minor costo unitario (€/MWh, €/Ton CO2 evitata);
     2. Maggiori ricadute sulla filiera economica del Paese (ad esempio, percentuale del costo totale generato in Italia);
     3. Minor impatto ambientale (tenendo conto di vari fattori: emissioni, impatto sul paesaggio, presidio del territorio, interferenze con usi alimentari/ industriali, ecc) e sulle reti elettriche.

- è stata rivista l'attuale gerarchia d'uso delle risorse economiche, spostando il più possibile risorse verso il settore termico e l'efficienza energetica.

- nell'ambito del settore elettrico, tenendo conto dei maggiori volumi già raggiunti (come pure del cambiamento dello scenario nel nucleare),è stato ridefinito un nuovo obiettivo di sviluppo del mix di capacità produttiva al 2020 di cui tener conto nella definizione della Strategia Energetica Nazionale (SEN).

- Tenendo conto delle esigenze di bilanciamento del mix di fonti, dei tempi/costi di adeguamento della rete, è stato ritenuto che il nuovo target di energia elettrica da fonte rinnovabile al 2020 possa essere posto a 140 TWh. In tal modo, le rinnovabili peserebbero dal 32% al 37% della produzione elettrica nazionale;

- Con tale mix il costo totale degli incentivi sulla bolletta nazionale al 2020 salirà a circa 11-11,5 miliardi l'anno (dagli attuali 9), ipotizzando incentivi unitari maggiormente in linea con gli effettivi costi e i livelli europei;

- la maggior produzione nazionale da rinnovabili rispetto al PAN esclude l'utilità di ricorrere a progetti comuni con paesi terzi, fatti salvi gli accordi già stipulati, a meno che le condizioni non siano davvero più favorevoli;

- I nuovi incentivi devono essere necessariamente più bassi, cercando una convergenza verso livelli di remunerazioni europei e consentendo una crescita più ordinata nel tempo.

- per garantire una maggiore prevedibilità sugli oneri, è stato introdotto, accanto alla riduzione degli incentivi, meccanismi specifici per tenere i volumi di sviluppo sotto controllo, in particolare:
     . aste per gli impianti di potenza superiore a 5 MW;
     . registri nazionali per tutti gli altri impianti, con volumi massimi predefiniti per ciascun anno e per tecnologia e con selezione in base a criteri di priorità.

-Il 30 giugno sarà aperta l'iscrizione nei registri Gse per accedere agli incentivi per le fonti di energia rinnovabili;

-prevista la conversione dei certificati verdi in incentivi e il ritiro dei certificati verdi per le produzioni fino al 2015.
Andrea Settembre
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