27/03/2019 - 12:25

Noemix: le PA del Friuli Venezia Giulia verso la mobilità elettrica

Presentati oggi a Udine i risultati di una ricerca realizzata dall’Università degli Studi di Trieste dai quali emerge che la transizione a un modello di mobilità più smart, fatta di auto elettriche, condivise e che non si comprano, non solo è praticabile ma è sempre più necessaria.

 mobilità elettrica

Smart city e smartmobility sono un binomio inscindibile per chi vuole combattere l’inquinamento urbano, aumentare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e realizzare concretamente la transizione verso un’economia a zero o basse emissioni di carbonio. E proprio dalle Amministrazioni Pubbliche è importante che parta la transizione verso una mobilità più smart, con l’introduzione di veicoli elettrici nelle flotte istituzionali.Uno scenario sempre più a portata di mano, questo, in Friuli Venezia Giulia, grazie a Noemix (www.noemix.eu), il progetto europeo finanziato dal programma HORIZON 2020 che si rivolge alle Pubbliche Amministrazioni del territorio regionale per realizzare la transazione verso la mobilità elettrica.
Un passo importante questo, che trova oggi spinta ancora più forte nei dati emersi da uno studio condotto dal Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche dall’Università di Trieste, nell’ambito del progetto Noemix.

Grazie alla ricerca realizzata dall’Università di Trieste e presentata in occasione del primo incontro ufficiale del panel di amministrazioni pubbliche regionali che nei mesi scorsi hanno aderito al progetto, si possono conoscere i numeri della mobilità delle PA in FVGe avere per la prima volta una fotografia dettagliata, al 2017,dei reali fabbisogni e impatti di diversi enti regionali.
Dai dati emerge che l’attuale flotta di veicoli degli enti regionali–2300 auto per il trasporto di persone e a uso promiscuo, di cui 1130 in uso presso gli Enti Sanitari, 364 presso i Comuni capoluogo, 354 presso i Comuni medio-piccoli e 501 presso altri Enti – è vetusta. Dei veicoliconsiderati, infatti,il 59.1%hapiù di 10 anni di vita (di questi il 26.3% va oltre i 15 anni), mentresolo il 13.1% ha meno di 4. Le percentuali evidenziano da un lato una limitata sicurezza dei veicoli delle flotte, che può tradursi in elevata incidentalità e costi di manutenzione elevati;dall’altro la loro obsolescenza tecnica. Quest’ultima, in particolare, ha come conseguenza un rilevante impatto ambientale, in termini di emissioni, aggravato dal fatto che i veicoli presi in esame vengono utilizzati prevalentemente per brevi percorrenze, nella maggior parte dei casi in ambito urbano. La maggior parte dei veicoli (il 77.1%) risultaalimentata a benzina, con punte dell’80% se si considerano anche i veicoli ibridi a doppia alimentazione benzina/GPL e benzina/metano. Poco meno di un quinto (18.2%) sono quelli alimentati a diesel, mentre mancano completamente i veicoli alimentati solo a metano.

Le auto elettriche, invece, sono solo 15 al momento. Il primato va al Comune di Udine che ne ha 8; 6 quelle di proprietà del Comune di Pordenone e 1 è presa a noleggio da Area Science Park.  "La nostra amministrazione – dichiara l’Assessore Regionale all’Ambiente Fabio Scoccimarro - vuole essere un esempio virtuoso da seguire e stiamo investendo molto nel progetto Noemix che ci vedrebbe primi in Italia e in Europa a sostituire potenzialmente un migliaio di veicoli della pubblica amministrazione (tra Regione, Comuni, Aziende Aanitarieecc) con 560 automobili totalmente elettriche, con investimenti anche nella produzione di energie rinnovabili per l’alimentazione delle stesse. Quella della mobilità sostenibile è una rivoluzione culturale nella quale credo e ritengo sia doveroso investire.

Condotta dall’équipe coordinata da Romeo Danielis, professore di Economia applicata, presso il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche dell’Università degli Studi di Trieste (partner del progetto Noemix),l’indagine aveva come obiettivo comprendere la quota di veicoli a combustione interna potenzialmente sostituibili con veicoli elettrici e identificarli all’interno delle flotte veicolari dei singoli Enti delle Pubbliche Amministrazioni regionali.   La raccolta dei dati è avvenuta tramite la predisposizione di appositi questionari, interviste telefoniche o face-to-face ai managerdelle flottedegli Enti che hanno aderito al progetto. Con circa 80 PA coinvolte, la fotografia scattata attraverso quest’indagine rappresenta quasi completamente l’universo degli Enti pubblici presenti in Friuli Venezia Giulia.Le informazioni raccolte hanno permesso di indagare elementi come la numerosità, l’anzianità, le percorrenze, le modalità di utilizzo, la gestione e i costi del parco auto delle PA in esame.

Oltre all’anzianità delle flotte, dai dati risulta che:
-    più del 96% dei veicoli ha percorrenze giornaliere stimate ampiamente compatibili con le attuali autonomie dei veicoli elettrici.
-    una quota consistente di veicoli ha una percorrenza limitata: il 75% dei veicoli, infatti, percorre meno di 50 km al giorno e sono il 40%quelli che giornalmente ne percorronoanche meno di 25.
Tutti elementi, questi, a ulteriore sostegno della possibilità e necessità di ripensare e razionalizzare la mobilità delle Pubbliche Amministrazioni regionali in chiave sostenibile, come una delle azioni più “semplici” che le PA possono compiere per combattere inquinamento e cambiamenti climatici e per contribuire al futuro smart della Regione.
Assumendo, infatti, come criteri l’anzianità dei veicoli e il guadagno in termini ambientali, di comfort e sicurezza, i dati suggeriscono che potrebbe arrivare a circa un migliaio la quota di veicoli a motore endotermico oggi potenzialmente sostituibile con veicoli elettrici; mentre considerando il sotto utilizzo registrato in alcuni casi, con un più adeguato sistema di gestione delle flotte,potrebbero arrivare a circa 400 i veicoli che potrebbero essere dismessi.

Per essere davvero smart e sostenibile, però, la mobilità dovrebbe anche contare su veicoli condivisi e non di proprietà.Lo studio ha fornito informazioni utili anche a questo riguardo. Anche se in genere è la struttura dell’ente e le singole esigenze a determinare le modalità di gestione dei veicoli di una flotta, il modello “assegnatario” è di gran lunga più diffuso della “gestione unificata”, limitando le possibilità di condivisione e l’utilizzo a pieno tempo dei veicoli.
Dall’analisi dello scenario attuale, quindi, non solo emerge la necessità di un cambiamento – in termini di sostituzione di una quota dei veicoli edi possibile riduzione del loro numero complessivo –ma anche di una riorganizzazione e informatizzazione nella gestione delle flotte. E qui Noemix entra ancora in ballo con il suo modello innovativo di gestione della mobilità basato su noleggio e carsharing, gestito in partnership pubblico/privata. Si tratta dell’applicazione di un modello di business tipico dell’economia circolare: l’acquisto di un servizio anziché del prodotto.

Marilisa Romagno
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