01/01/2013 - 01:00

Le città degli orti

Michelle Obama ne ha voluto uno nei giardini della Casa Bianca, a Londra hanno in programma di realizzarne addirittura 2012 in vista delle Olimpiadi, si muove in questa direzione anche Milano in vista dell'Expo 2015: gli orti di città stanno diventando una vera e propria moda. Sana, ecocompatibile. Fa bene alle città, fa bene al portafoglio. Basta un piccolo appezzamento in periferia, oppure un giardino o un terrazzo. Una tendenza che vede nell'Emilia-Romagna una realtà in prima linea attraverso un progetto del Programma di educazione e informazione ambientale, "La città degli orti".
Un po' dappertutto gli orti di città stanno diventando una vera e propria moda. Per una volta sana ed ecocompatibile. E che fa risparmiare.
In un piccolo appezzamento in periferia, oppure in giardino, ma anche in terrazzo o addirittura in balcone, la scelta sta prendendo piede un po' ovunque. A Roma, ad esempio, pochi giorni fa la Giunta regionale ha messo altri 200 orti rigorosamente bio a disposizione dei cittadini della capitale. Una tendenza che vede nell'Emilia-Romagna una delle realtà di punta, tanto che a essa è stato dedicato un progetto specifico del Programma di educazione e informazione ambientale, "La città degli orti", che ha già coinvolto centinaia di persone.
Se fare un orto sotto casa, o addirittura in casa, è - tra le altre cose - un modo per riappropriarsi della città, rendendola un po' meno grigia e un po' più verde, allora tutto nasce negli anni '70 negli Stati Uniti. Per la precisione in un piccolo quartiere di Manhattan, Loisaida, quando un gruppo di residenti decide di appropriarsi di un lotto privato fatiscente e lo trasforma in un giardino pubblico, ancor oggi frequentatissimo da tutti gli abitanti della zona.
In Italia sono 18 milioni i contadini di città.
Secondo un'indagine della London Food Strategy nella capitale britannica già oggi - prima dell'accelerazione prevista per le Olimpiadi del 2012 - il 14% delle famiglie coltivano ortaggi nel proprio giardino. Una percentuale alta? Da noi pare esserlo ancora di più.
Come riporta un'indagine di Nomisma - che ha preparato il Primo rapporto sull'hobby farming in Italia - l'Istat ha calcolato che nel 2006 il 37% dei connazionali over 15 era impegnato almeno saltuariamente nella coltivazione di un orto.
Percentuale che tre anni più tardi era già salita al 42%. Diciotto milioni di contadini part time, che lavorano per portare in tavola prodotti buoni e naturali. Dall'olio (33%) al vino (34,4%), dalla frutta (64,8%) agli ortaggi (che fanno la parte del leone con più dell'88%).
Per sostenere questo fenomeno in Emilia-Romagna la Regione - con il Programma di educazione e informazione ambientale Infea 2008-2010 - ha messo in campo il progetto "La città degli orti", destinato al bacino geografico delle province di Piacenza e Ferrara ma con diffusione - e auspicata "contaminazione" - su tutto il contesto regionale. Diversi i partner dell'iniziativa, tra cui il CEA Infoambiente del Comune di Piacenza e il Centro IDEA del Comune di Ferrara, l'assessorato all'Agricoltura della Provincia di Piacenza e il Parco del Delta del Po.
L'iniziativa, constatando la presenza sul territorio di spazi verdi inutilizzati, si propone di sostenere una cultura degli orti già diffusa grazie soprattutto ai Centri per anziani, diffondendola anche al di fuori di questa cerchia di persone, e di assecondare il tentativo di arrivare ad un approvvigionamento di prodotti locali, ottenuti in modo sostenibile, e a costi contenuti.
Sulla scia del progetto nasce "Le città degli orti": un po' come dire, dal particolare all'universale, coinvolgendo sempre più realtà e persone. Con l'istituzionalizzazione di un vero e proprio network animato da tutti i partner del progetto, per esempio, che faccia da "collettore" e motore di informazioni, conoscenze e buone pratiche da condividere tra gli appassionati. Sempre in questa direzione va l'arruolamento nel progetto dei GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) attraverso la creazione di una vera e propria rete di collegamento tra produttori e distribuzione, per la promozione della filiera corta nel settore agroalimentare. Rafforzando così l'aspetto legato al risparmio e alla valorizzazione delle coltivazioni locali.
 
Tommaso Tautonico
autore