01/01/2013 - 01:00

Il futuro nell'educazione alla sostenibilità

Il mondo come lo conosciamo sta cambiando e in modo sempre più evidente vediamo i segni di questo mutamento. Stiamo sfruttato ogni risorsa, dall'acqua al petrolio, dalla terra alla biodiversità, tanto da porre la stabilità e l'equilibrio dell'ecosistema sotto un costante stress. L'inquinamento, l'innalzamento della temperatura media globale e il conseguente mutamento climatico, sono oggi segnali concreti di quanto sta cambiando il pianeta per effetto dell'uomo.
Un altro aspetto da non sottovalutare è il tempo. E' provato che le reazioni in natura possono prendere velocità e direzioni del tutto imprevedibili. Pertanto tutti, comunità scientifica e governi in testa, sono d'accordo sulla necessità di mettere in atto rapide ed efficaci azioni per promuovere comportamenti più sostenibili. L'obiettivo è preparare la popolazione mondiale al salto verso un nuovo modello di sviluppo che punti al benessere dell'ecosistema come precondizione per sviluppare un sistema socio-economico in grado di generare ancora qualità della vita diffusa. L'educazione gioca dunque un ruolo di primo piano la cui efficacia si misurerà sulla sua capacità di essere incisiva e globale. Quali sono le azioni che si stanno intraprendendo in questo ambito in Italia? Ne parliamo con Claudio Mazza, Presidente della Foundation for Environmental Education FEE in Italia, organizzazione internazionale presente in 63 Paesi, riconosciuta e sostenuta dall'UNEP, mette in atto programmi di educazione ambientale, con l'obbiettivo di diffondere la conoscenza delle buone pratiche a tutti i cittadini, a partire dai più giovani, coinvolgendo tutti i livelli della società.

Come si può intervenire in modo incisivo sui comportamenti?
Partendo certamente dall'educazione dei più giovani all'interno delle scuole, insegnando loro sin da subito cosa si deve fare e come, evidenziando come spesso siano piccole azioni quotidiane a fare la differenza. Ad oggi nelle scuole italiane non è presente l'educazione ambientale come materia di insegnamento e a questo occorre sopperire, prima di tutto spingendo sulla formazione del corpo insegnate, e poi, naturalmente creando e proponendo programmi che si pongano l'obiettivo di coinvolgere gli studenti nella comprensione della causa e dell'effetto delle azioni che si compiono quotidianamente.

Che cosa offre la FEE?
Tutti i programmi della FEE si basano sull'educazione e sulla gestione ambientale perché l'educazione ha bisogno di entrare in una dimensione quotidiana per poter diventare comportamento, e ognuno di questi porta con sé l'obiettivo di coinvolgere famiglie e comunità locali in generale. Tra i cinque programmi che la FEE propone a livello globale, il programma Eco-Schools è quello che ha più larga diffusione con 10 milioni di giovani coinvolti e più di 30.000 scuole che partecipano ogni anno. Questo ha permesso negli anni la formazione di un vasto network di scuole e di soggetti in tutto il mondo in grado di confrontare e condividere le proprie e esperienze e i propri risultati. In particolare, il programma dedicato alle scuole, di ogni ordine e grado, mira a responsabilizzare gli studenti rispetto agli effetti delle proprie azioni, ponendo loro l'obiettivo della certificazione della scuola come "eco-scuola", cioè un luogo dove vengono messe in atto le buone pratiche e che di fatto diminuisce il proprio impatto ambientale.

Su quali criteri si basa la certificazione?
La certificazione segue l'approccio ISO14001 ed EMAS, in quanto si tratta di un programma che adotta sistemi integrati di gestione ambientale che sono applicati direttamente dagli studenti i quali hanno l'occasione di imparare in modo diretto quali siano le "buone pratiche" da adottare.
Come si svolge il lavoro nelle scuole?
È innanzitutto importante sottolineare che si tratta di un sistema partecipativo che vuole cioè il coinvolgimento di tutti i soggetti che fanno parte della scuola, a partire dagli studenti, che sono, naturalmente, i protagonisti principali. A loro si affiancano gli insegnanti e i genitori, ma anche coloro che ruotano attorno alla scuola, come, ad esempio, le amministrazioni locali, e con i quali è fondamentale il confronto per poter incidere in modo significativo sia all'interno dalla scuola che fuori rispetto ad un cambiamento dei comportamenti da parte dell'intera comunità. Tutti insieme studiano e concordano un agenda di lavoro che organizzi le azioni da svolgere per raggiungere l'obbiettivo stabilito, e i responsabili e gli attori che dovranno coordinare il lavoro e concretamente realizzarlo. Ciò spesso ha sviluppato, specialmente negli studenti capacità organizzative e decisionali, oltre ad un vivo (...e vibrante) senso della cosa pubblica.

Più in particolare?
Si tratta di seguire una metodologia di lavoro che si articola in sette passi, e che permette di avere una visione organica delle problematiche di gestione ambientale presenti nella scuola. Dopo un'attenta analisi, definita "indagine ambientale", gli attori, riunitisi nell'Eco-comitato, hanno la possibilità di trovare soluzioni condivise da mettere in pratica in modo organizzato e corale definendo il "Piano d'azione", che sarà la traccia da seguire fino alla fine del percorso. Durante l'anno si alterneranno momenti di "valutazione e monitoraggio" dell'andamento del lavoro, sarà importante tenere alta l'attenzione di tutti coloro che sono coinvolti e non con una campagna "informativa". Alla fine viene richiesta la redazione di decalogo comportamentale, chiamato "eco-codice", che sarà la regola che tutti dovranno seguire.

Cosa rende Eco-schools particolare?
Proprio il fatto di avere una visione sistemica, ed essere un sistema partecipativo, con Eco-Schools, non si ottiene solo una certificazione ambientale, ma s'impara concretamente a gestire da un punto di vista ambientale un luogo, si diventa e si è davvero protagonisti, in conclusione s'impara spontaneamente e facilmente ad avere comportamenti sostenibili e corretti, al punto che diventerà spontaneo usarli in ogni luogo e situazione nella quale ci si troverà.
Tommaso Tautonico
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