01/01/2013 - 01:00

I pneumatici fuori uso non sono più un rifiuto

Con l'entrata in vigore del D.M. 82 dell'11 aprile 2011, i produttori/importatori di pneumatici diventano responsabili della raccolta e recupero di questo prezioso materiale una volta giunto a fine vita.
 
Sono state avviate tutte le procedure e gli adempimenti organizzativi, tra cui la dichiarazione presso il Ministero dell'Ambiente da parte delle aziende dei propri quantitativi di immesso sul mercato ed eventuale
dichiarazione di adesione a "strutture associate".
Tra 90 giorni poi si entrerà nella fase gestionale con il ritiro gratuito dei PFU presso gli oltre 30.000 tra gommisti, autofficine, sedi di flotte di veicoli su tutto il territorio nazionale e il successivo invio agli impianti di trattamento e/o di valorizzazione.
 
Gli obiettivi di raccolta che i produttori/importatori dovranno raggiungere a breve sono ambiziosi: entro il 2011 dovra' essere recuperato il 25% del quantitativo immesso nel 2010; entro il 2012 '80% rispetto all'anno solare precedente e dal 2013 il 100%.
Ogni anno in Italia arrivano a fine vita circa 380.000 tonnellate di pneumatici.
Fino ad oggi circa il 20% di questi PFU veniva raccolto ed avviato ad impianti per il recupero del materiale, circa il 50% finalizzato a recupero energetico e il 25% si immetteva in circuiti non controllati, facendo sì che se ne perdessero le tracce.
 
Ecopneus, la società consortile per azioni costituita ad inizio 2009 dalle principali aziende produttrici o importatrici di pneumatici in Italia (Bridgestone, Continental, Goodyear-Dunlop, Marangoni, Michelin, Pirelli) effettuerà raccolta, valorizzazione e monitoraggio dei PFU pari ai quantitativi di immesso nel mercato del ricambio dai principali produttori/importatori in Italia.
Il primo passo sarà quello di selezionare con appropriati criteri di qualità, efficienza, affidabilità e sostenibilità economica gli operatori per logistica ed impianti).
 
"Ecopneus è pronto ad affrontare, con tutti gli operatori coinvolti, questa nuova sfida per la tutela ambientale nel nostro Paese - ha dichiarato il Direttore Generale, Giovanni Corbetta; soprattutto, siamo orgogliosi di partecipare all'avvio di un percorso di sviluppo delle applicazioni del PFU che può diventare materia "prima-seconda" dalle caratteristiche eccellenti, per esempio, per la realizzazione di manti stradali e che, invece, ha ancora troppa poca attenzione e poco spazio in Italia. Plaudiamo, quindi, agli sforzi del Ministero dell'Ambiente, che hanno reso possibile la pubblicazione del Decreto, consentendo all'Italia di allinearsi alle più avanzate esperienze internazionali, grazie a professionalità e competenze già oggi sviluppate e operanti nel nostro Paese e che attendono valorizzazione e nuove occasioni di sviluppo".
Lisa Zillio
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