26/03/2015 - 07:47

Eclissi di sole, persi 8mila MW di energia da fotovoltaico. Ma nessun aumento in bolletta

Come è stata gestita l'eclissi di sole del 20 marzo scorso in Europa? E che effetti ha avuto sul nostro sistema elettrico e sui prezzi dell'energia in Italia?
 
A rispondere a queste domande è stata Entso-e, associazione che rappresenta 41 gestori di rete del continente europeo che, in un'analisi ripresa da Assoelettrica, ha spiegato come in Europa la potenza elettrica prodotta da fotovoltaico durante le 2 ore e mezzo dell'eclissi (in Italia iniziata alle 9.20 e terminata alle 11.40 circa) si sia ridotta di 20-25 GW contro un massimo possibile previsto nelle stime di febbraio pari a 34 GW. 
 
In Italia, secondo Terna, che per gestire l'impatto dell'eclissi sul sistema elettrica ha deciso di distaccare per 7 ore gli impianti fotovoltaici ed eolici dal sistema, il 20 marzo il fenomeno astronomico ha comportato in una prima la perdita di 3.000 MW di produzione fotovoltaica, e in una seconda una risalita di oltre 5.000 MW
 
Ma che effetto ha avuto l'eclissi sul prezzo dell'energia nel nostro Paese? Sempre secondo Assoelettrica sul mercato del giorno prima (MGP) venerdì 20 marzo si è rilevata una crescita notevole dei prezzi che hanno raggiunto un picco orario di 88,16 €/MWh alle ore 11 (ovvero tra le ore 10 e le ore 11) quando erano previsti i maggiori effetti dell'eclissi. 
 
L'Italia è suddivisa in diverse zone di mercato dove ora per ora, si forma un prezzo dell'energia elettrica. Andando a vedere più nel dettaglio i dati messi a disposizione dal Gestore dei mercati energetici si nota come il prezzo dell'energia elettrica durante l'eclissi abbia raggiunto picchi elevati solo in zona Nord (110,74 €/MWh alle ore 11). In questa zona (che comprende tutte le regioni del nord Italia incluse Liguria ed Emilia Romagna) nelle ore centrali del 20 marzo mancavano rispetto ai giorni precedenti circa 7 GW di potenza di interconnessione con l'estero (ridotta gradualmente dalle ore 2 e ripristinata alle ore 22). 
 
Non solo. Al Nord è poi installato il 44% circa della potenza fotovoltaica italiana. Durante l'eclissi è quindi mancata la produzione proveniente da una porzione dei 4,4 GW fotovoltaici disconnessi da Terna tra le 7 e le 14 e c'è stata, causa eclissi, una flessione della produzione dei circa 6-8 GW di fotovoltaico rimanenti (percentuale massima oscuramento 60-65%).
 
Nelle rimanenti zone dell'Italia continentale l'effetto dell'eclissi sul prezzo dell'energia elettrica nel mercato del giorno prima sembra invece essere stato trascurabile nonostante il cielo sereno su tutta l'Italia. Dagli ultimi dati non sembra evidente nessun effetto dovuto al calo di produzione dei 6-7 GW fotovoltaici in funzione (percentuale massima oscuramento 45-55%) e della quota dei 4,4 GW di fotovoltaico distaccati dalle 7 alle 14.
 
Se si considera la differenza tra il prezzo orario dell'energia elettrica (PUN) registrato il 20 marzo ed il prezzo dell'energia elettrica nei giorni dal 16 al 19 marzo e se poi si moltiplica questa differenza per i volumi orari di energia scambiati il 20 marzo si può stimare che il maggior costo dell'eclissi nel mercato elettrico (solo dal punto di vista del MGP) possa essere stato compreso tra 4 e 6 milioni di euro, considerato anche che un terzo degli scambi complessivi avviene 'fuori borsa' sottoforma di contratti bilaterali. 
 
Un maggior costo dovuto quasi esclusivamente all'aumento di prezzo in zona Nord, non è però immediato stabilire quale frazione di questo aumento possa essere attribuito ad una minore produzione fotovoltaica e quanto ai rilevanti (ed eccezionali) ulteriori fattori concomitanti, il più rilevante tra tutti una capacità di interconnessione con l'estero molto limitata.
Rosamaria Freda
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