19/07/2014 - 18:00

Spalma incentivi, AssoRinnovabili: non si possono stracciare i contratti!

Lo “spalma-incentivi” interviene retroattivamente su contratti tra Stato e imprese fotovoltaiche riducendone i rendimenti al di sotto di quelli di un Titolo di Stato. Destano grande stupore, se non sconcerto, le recenti affermazioni del Viceministro De Vincenti in merito al diritto del Governo di intervenire con la norma “spalma-incentivi” su contratti firmati tra una società dello Stato (GSE) e le imprese del fotovoltaico.
Se così fosse, ogni Governo sarebbe legittimato a stracciare unilateralmente i patti sottoscritti, minando alla radice il principio della certezza delle legge e allontanando definitivamente gli investitori dal nostro Paese. Perché stupirsi del PIL che decresce e della disoccupazione a livelli record? Al settore fotovoltaico peraltro sono già state sottratte rilevanti risorse attraverso molteplici modifiche fiscali, normative e regolatorie (dall’introduzione dell’IMU alla Robin Tax, dall’aggiornamento delle aliquote di ammortamento fino alla cancellazione dei prezzi minimi garantiti). Secondo analisi indipendenti realizzate dalle società di revisione internazionale PricewaterhouseCoopers e KPMG, con l’introduzione dello “spalma-incentivi” il rendimento si attesterebbe a valori compresi tra l’1 e il 3%. Di fatto meno di un titolo di Stato!

“E’ in gioco la credibilità del Paese, non solo quella di questo Governo. – ha dichiarato Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili – Per attrarre gli investimenti bisogna garantire norme certe nel tempo, mentre si sta verificando l’esatto opposto. Nei prossimi mesi verranno presentati migliaia di ricorsi sia da operatori nazionali sia internazionali che esporranno lo Stato Italiano a probabili risarcimenti miliardari, come segnalato anche dalla Commissione Bilancio del Senato oltre che dal Presidente Emerito della Corte Costituzionale Prof. Valerio Onida che ha riscontrato in tale norma palesi profili di incostituzionalità. Le alternative a questa misura ci sono, il cosiddetto bond prima fra tutte, ci siamo impegnati fortemente per individuarle insieme ai funzionari del Governo al fine di ridurre la bolletta energetica delle PMI, peraltro condivise da numerosi altri interlocutori coinvolti. Ci auguriamo che la valutazione degli emendamenti venga fatta con la piena consapevolezza del potenziale distruttivo di questa misura”. E se invece di discutere da oltre due mesi su una riforma retroattiva e incostituzionale avessimo lavorato per utilizzare i fondi europei e creare nuovo sviluppo e occupazione?
Tommaso Tautonico
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