01/01/2013 - 01:00

Aerei ecologici: Arriva il jet ipersonico a emissioni zero

Il consorzio europeo Eads (European Aeronautic Defence and Space Company) ha presentato a Parigi in occasione del salone aeronautico il progetto di un aereo che sarà in grado di collegare Parigi e Tokyo in due ore e mezza. Diverrà realtà nel 2050. Sarà alimentato con biocarburante da alghe che servirà a innescare i razzi a idrogeno-ossigeno, che emetteranno solo vapore acqueo.
Il nome delfuturo velivolo per ora è una sigla: Zehst, che sta per Zero Emission HyperSonic Transportation, cioè a emissioni zero. Il futuro velivolo viaggerà a una velocità di almeno Mach 4, in altre parole 4 volte la velocità del suono, il doppio di quella che sprigionavano i predecessori “appena” supersonici, il Concorde e il russo Tupolev 144. Ma soprattutto, lo farà senza inquinare: niente kerosene, l’obiettivo degli ingegneri del gruppo che ha sede a Leiden (Olanda) è di creare un sistema di propulsione spinto da biocarburanti, idrogeno e ossigeno.

L’aereo sarà in grado di volare ad altezze mai sfiorate da un velivolo civile: 32 chilometri, contro gli 11-12 degli attuali jet subsonici, e i 18 cui poteva viaggiare il Concorde. “Volare alto” consente evidenti vantaggi: al limite della stratosfera l’aria è meno densa e ciò permette di raggiungere velocità maggiori con minore “fatica” e consumi bassi. Ovviamente, progettare un mezzo capace di raggiungere quell’altitudine richiede sforzi enormi. Il peso deve essere contenutissimo, tanto che i progettisti hanno in mente una capacità di 60-100 passeggeri (lo stesso Concorde non arrivava a 120).

Ma vediamo il funzionamento. Zehst decollerà utilizzando motori classici, ma alimentati da biocarburanti a base d’alga. Una volta preso quota, metterà in movimento i suoi motori a razzo, alimentati a idrogeno e ossigeno. “Motori totalmente puliti, che non rilasciano che vapore acqueo“, ha aggiunto Botti. La spinta, al contrario di quanto avverrà per il nascituro turismo spaziale Virgin Galactic, le cui navicelle utilizzeranno motori simili, la spinta sarà di “appena” 1,2 g: non saranno dunque necessari allenamenti specifici prima di partire. La discesa avverà in gliding, cioè sfruttando le correnti, fino quando, in prossimità dell’atterraggio, saranno riattivati i motori tradizionali a reazione.

Il progetto è stato portato avanti in collaborazione con il Giappone. Eads gli attribuisce molta possibilità di successo, anche perché impiegherebbe tecnologie che già esistono: i motori, ad esempio, sono quelli che Eads utilizza per il turismo spaziale. I tempi? Non brevi. Nel 2020 si vedrà un primo prototipo, ma l’entrata in servizio non si vedrà prima del 2040-2050. “Dovremo testare la sicurezza, l’integrazione tra le varie tecnologie, la reazione fisica umana a questo tipo di prodotto”, ha detto il boss di Eads, Louis Gallois.

Il volo superveloce è uno dei sogni inevasi del mondo contemporaneo, che di fatto viaggia da mezzo secolo alla stessa velocità massima. Il fallimento del Concorde – collaudato per 20 anni, entrato in servizio su un numero ristrettissimo di rotte nel 1976 e uscito di scena 25 anni dopo senza aver mai inciso sul trasporto civile, ricordato semmai per gli incidenti e per la capacità di produrre rumore e inquinamento, aveva portato l’industria aeronautica al canonico passo indietro. Ora, l’evoluzione tecnologica sembra poter ridare una chance alla realizzazione del sogno. Forse non è un caso che il segnale arrivi proprio dalla Francia.

Fonte: Repubblica.it
Vesna Tomasevic
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