01/01/2013 - 01:00

Più anarchia nel traffico. Dedicato a tutti i Sindaci d'Italia

Un esempio tedesco dimostra che l'incertezza crea sicurezza
Una coppietta in motocicletta, tutt'e due nudi ma con il casco: come guideranno?
Con prudenza, naturalmente. Questo l'indovinello con cui l'ingegnere del traffico olandese Hans Monderman era solito introdurre le sue conferenze. Il succo del messaggio era: l'incertezza crea sicurezza.

La realtà però è un'altra. Il traffico viene regolamentato più che mai. Se il Governo svizzero, come è capitato di recente, annuncia di voler sfoltire la selva di cartelli stradali, ben che vada si discute di aspetti marginali. Ma non s'intacca minimamente il concetto di base: l'uomo è un mostro incosciente, che sulla strada può essere salvato da se stesso solo con la minaccia delle sanzioni.
E se invece funzionasse in altro modo?

Bohmte in Bassa Sassonia, 7.500 abitanti, una chiesa, un paio di ristoranti. E un grosso problema chiamato Landstrasse 81, la strada che collega Osnabrueck ad Hannover e che attraversa il paese. Il che significa 12.500 veicoli al giorno e un intasamento perenne. Agli abitanti era passata la voglia persino di fare un salto dal fornaio o di sostare davanti al caffè. Meno ancora s'azzardavano a lasciare che i bambini girassero in bicicletta.
Fino a quando Klaus Goedejohann, sindaco di Bohmte, non sentì parlare delle idee del progettista urbano Monderman e decise di agire. Nel giugno 2008 il centro di Bohmte fu liberato da cartelli stradali e semafori; sede stradale e marciapiedi furono messi sullo stesso piano. Rimase una sola regola: chi viene da destra ha la precedenza. Da allora, 12.500 veicoli viaggiano insieme a pedoni e ciclisti. Funziona.
Il concetto è quello di “shared space” (spazio condiviso tra tutti coloro che si muovono). Si è imposto non solo a Bohmte, ma anche in alcuni Comuni di Belgio, Danimarca, Olanda, Austria; persino nella Kensington High Street di Londra sono stati smontati i segnali di divieto, le isole pedonali e le delimitazioni: con successo.

Commento. Ho ripreso con particolare piacere il comunicato stampa dell' ADUC di oggi, il quale riprendeva a sua volta un articolo di Christof  Gertsch per Neue Zuercher Zeitung am Sonntag del 27-03-2011. L'ho fatto perché io personalmente come psicologo del traffico mi muovo da anni proprio all'interno della prospettiva culturale qui rappresentata e la mia originale proposta per guidatori virtuosi: “La via della guida”, si trova in perfetta sintonia con i principi che hanno ispirato il lavoro di Hans Monderman ed i progetti da lui sviluppati, tra i quali c'è il progetto “Shared Space”, che è stato finanziato dall'Unione Europea. Egli credeva che il modo migliore di cambiare la comune concezione del tempo – e quindi cambiare il comportamento delle persone – fosse di cambiare il contesto ambientale, realizzando così interazioni sociali più autenticamente democratiche. Sulla strada del controllo sociale, viceversa, si arriva facilmente alle centrali nucleari. Il nucleare, tra le altre cose, non è democratico, per la semplice ragione che la grande energia di cui dispone è fortemente accentrata e non diffusa, come lo sono invece le energie rinnovabili.
Sabino Cannone
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