01/01/2013 - 01:00

Proposta di Matteo Renzi di introdurre il reato di 'omicidio stradale'

Quando lo stato di coscienza alterato è responsabile di incidenti stradali

La proposta del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, si fa portavoce di una cosa che molti chiedono da tempo. Il punto focale di questa proposta, che riprende un'idea dell’ASAPS (Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale) sembra essere quello secondo il quale si chiede una legge popolare che preveda l’introduzione di una quarta forma di omicidio, dopo il volontario, il preterintenzionale e il colposo: l' “omicidio stradale”.

Per reggersi autonomamente questo nuovo concetto giuridico, bisogna che l'assunzione di alcol o di sostanze stupefacenti, sia riconosciuta come la causa d’omicidio o perché connessa alla violazione del codice della strada (tipo imboccare un’arteria contromano o sfrecciare a velocità temeraria o travolgere un pedone sulle strisce in condizioni ottimali per una persona sobria), oppure un rallentamento delle manovre di emergenza – laddove possibili – tali che non riesca ad evitare il sinistro.

Si tratta di un’iniziativa che cade proprio nel momento in cui l’Italia ha smesso di censire i comportamenti di questo tipo nel rapporto annuale dell’Istat sulla sinistrosità (perché inattendibili).

Fin qui la notizia. Il commento.

Non essendo io un giurista non mi addentrerò negli aspetti tecnici della questione. Rilevo però, da psicologo del traffico, che qui si sta parlando del problema dello stato di coscienza alterato durante la guida. Mi pare che la premessa di questa proposta sia che se io mi metto alla guida dopo aver bevuto o assunto droghe, entrerò in uno stato di coscienza nel quale non sarò più responsabile di quello che potrò fare, come se fossi posseduto da un'entità aliena. Per cui l'aspetto geniale sta nel sanzionare a monte la decisione di bere o di drogarsi, quando la persona è ancora nel pieno delle sue facoltà mentali.

Così facendo si perde un'occasione. Quella di vedere l'ambiente strada come un ambiente realmente specifico, dove “per definizione” lo stato di coscienza del guidatore è almeno leggermente alterato. Dove io posso trovarmi, in casi estremi ma tutt'altro che infrequenti, in una condizione di impossessamento tale e quale a quella procurata da alcol o droghe: la rabbia!

Sabino Cannone
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