01/01/2013 - 01:00

Può l'auto elettrica salvare Termini Imerese?

Un investimento da 930 milioni di euro e la creazione di circa 3.500 posti di lavoro. Così il presidente di Cape ha presentato il progetto per trasformare la Sicilia in un polo per la produzione di vetture elettriche.
"Sunny car in a sun region". Non potrebbe essere più esplicito il titolo del progetto presentato, ieri, al Comune di Termini Imerese dal finanziere Simone Cimino. Una macchina solare per una regione solare è l'idea con cui il presidente del gruppo "Cape", società che opera con il Private Equity, vorrebbe fare della regione siciliana nuovo polo della mobilità elettrica, coniugando occupazione, profitto e tutela ambientale.
Il piano, che si è guadagnato già il parere positivo da parte del ministro Scajola e del governo regionale, prevede la produzione e distribuzione in tutta l'area mediterranea della Reva-Nxg, il veicolo plug-in dell'omonima compagnia indiana, con cui Cape è entrato in joint venture. Sarebbe previsto inoltre la creazione di un network di stazioni di ricarica distribuite sull'intero territorio isolano, con relativi moduli fotovoltaici per la raccolta dell'energia solare; il tutto a fronte di un investimento di 930 milioni di euro da realizzare con interventi da parte dello Stato e della Regione Siciliana, ma che a pieno regime, sarebbe fonte di circa 3.500 posti di lavoro.
Il progetto potrebbe sì riqualificare lo stabilimento Fiat con il riassorbimento della manodopera e la creazione di nuovi posti di lavoro ma Cimino ci tiene a sottolineare che "Sunny car in a sun region" prescinde dal futuro del gruppo automobilistico. "Per questa via - ha dichiarato Cimino - potremmo dare risposta alla crisi di Termini Imerese e assegnare alla Sicilia un ruolo di battistrada per un nuovo modello di sviluppo. E' un'idea in grado di portare nuovi stimoli all'Isola e renderla, non solo la prima infrastruttura europea su larga scala, ma anche un laboratorio privilegiato per la ricerca in questo campo. Gli unici ostacoli che potremmo incontrare - continua Cimino - sono quelli dei tempi della burocrazia, che rallenterebbero la realizzazione di una vasta rete di ricarica".
Tommaso Tautonico
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