01/01/2013 - 01:00

Neve artificiale, e la sostenibilità?

I periodi pre e post in coda al freddo sono i momenti durante i quali si ricorre più intensamente all'innevamento artificiale per tentare di anticipare e prolungare il più possibile la stagione sciistica. Ma ci si è mai chiesti quale costo economico e ambientale ha l'innevamento artificale?
I suoi costi sono elevatissimi, nelle Alpi, un numero sempre maggiore di piste da sci è dotato di impianti di innevamento artificiale e già oggi molti comprensori sciistici sono in grado di innevare il 100% delle piste. All'inizio la neve artificiale doveva servire ad attenuare alcune "debolezze" dell'innevamento naturale, soprattutto la sua imprevedibilità, ma ormai sempre più spesso l'innevamento naturale è visto come un'integrazione della neve artificiale e non viceversa.
Gli ambientalisti e il settore turistico sono spesso in contrasto sull'uso dei cannoni artificiali, L'aumento della temperatura e la minore sicurezza dell'innevamento, insomma il cambiamento climatico, contribuiscono ad accentuare questo conflitto. Non sono messi in discussione solo gli effetti dell'innevamento artificiale sull'ambiente, ma anche il finanziamento degli impianti di innevamento, che richiede investimenti dell'ordine di 140'000 Euro per ogni ettaro di pista.
Per produrre neve artificiale, occorre nebulizzare finissime goccioline d'acqua nell'aria fredda invernale. Una parte dell'acqua evapora, sottraendo calore all'ambiente e di conseguenza le restanti goccioline si raffreddano, gelano e cadono al suolo sotto forma di cristalli e pezzettini di ghiaccio, formando la neve artificiale. Questo processo funziona in modo efficace con temperature dell'aria inferiori a -4°C, con un'umidità inferiore all'80% e una temperatura dell'acqua di max. 2°C. Se la temperatura dell'aria sale sopra i -3°C, l'innevamento diventa antieconomico.
Inoltre quando le temperature si innalzano eccessivamente, sempre più spesso vengono impiegati degli additivi che influiscono sulla temperatura, alla quale l'acqua ghiaccia. Lo SNOMAX della ditta York è di gran lunga l'additivo più noto. Ma la risorsa acqua è quella che la fa da padrona. Con 1.000 litri d'acqua, cioè un metro cubo, si possono produrre in media da 2 a 2,5 metri cubi di neve.
Per l'innevamento di base (ca. 30 cm di neve, spesso anche di più) di una pista di 1 ettaro, occorrono almeno un milione di litri, cioè 1.000 metri cubi d'acqua, mentre gli innevamenti successivi richiedono, a seconda della situazione, un consumo d'acqua nettamente superiore.
Con un consumo d'acqua di questa portata, per i 23.800 di ettari di piste innevabili delle Alpi, occorrono ogni anno circa 95 milioni di metri cubi d'acqua, per produrre neve artificiale, il che corrisponde approssimativamente al consumo annuo d'acqua di una città con 1,5 milioni di abitanti.
Per non parlare poi dell'energia, secondo un'inchiesta non recente del Service d'Études et d'Aménagement Touristique de la Montagne SEATM, durante la stagione invernale il consumo d'energia per ettaro di pista innevata ammontava a 25.426 kWh. Se si applica questa cifra all'intero arco alpino, (23.800 ha di piste innevate), ne consegue un consumo energetico totale degli impianti di innevamento pari a 600 GWh, corrispondente all'incirca al consumo annuo di energia elettrica di 130'000 famiglie di quattro persone.
 
Tommaso Tautonico
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