30/05/2016 - 22:13

Resistenza passiva agli antibiotici. Report sugli allevamenti intesivi Amadori

In pochi lo sanno ma negli allevamenti intensivi finisce il 70% degli antibiotici prodotti nel mondo. E le istituzioni cosa fanno? Praticamente nulla.
 
A far luce su questa agghiacciante situazione è stata Report, la trasmissione di inchiesta di Rai3 condotta da Milena Gabanelli che, nella puntata in onda il 29 maggio scorso ha messo sotto la lente di ingrandimento lo "spettro dell'apocalisse antibiotica" che potrebbe finire per contaminare gran parte della popolazione mondiale. Secondo un rapporto commissionato dal governo Cameron all'economista Lord O'Neil, siamo ormai a un passo dalla pandemia, ovvero a un'epidemia estesa a livello globale, che nel 2050 rischia di fare dieci milioni di vittime all'anno, più del cancro.
 
Se negli ultimi novant'anni gli antibiotici hanno infatti consentito il progresso della medicina e hanno sconfitto i batteri patogeni, adesso sono sempre meno efficaci contro quelli che colonizzano l'uomo, l'ambiente e gli animali che mangiamo. L'Unione Europea ha analizzato gli intestini degli avicoli al macello provenienti dagli allevamenti intensivi e ha trovato percentuali di batteri resistenti preoccupanti. Batteri che ritroviamo nel piatto perché le linee di macellazione non proteggono integralmente dalla contaminazione. Il problema è che la commissione Europea si è accorta del problema tardi, limitandosi a fare pochi controlli: da qui parte l'inchiesta di Report che ha fatto analizzare trenta confezioni di carni suine comprate in tre grandi distribuzioni per cercare la presenza di un clone di stafilococco aureus, uno dei più pericolosi perché resistente agli antibiotici. E i risultati sono stati davvero sorprendenti: siamo davvero vicini ad una pandemia mondiale e il conto per l'economia potrebbe essere davvero devastante. E mentre la Danimarca, e soprattutto i Paesi Bassi, hanno ridotto il rischio di infezione negli ospedali facendo progressi importanti, l'Italia cosa fa? Non mette mano seriamente al problema, anzi: non sembra esserci interesse a renderlo noto. Eppure, nel nostro Pese il tasso di resistenza agli antibiotici è tra i più elevati d'Europa, per i batteri più pericolosi. 
 
"Abbiamo almeno una cosa in comune con i polli, i tacchini, i maiali, e mucche: prendiamo gli stessi antibiotici. Mangiando la carne che arriva dagli allevamenti intensivi, possiamo fare il pieno. C'è possibilità di scelta, però, perché c'è altro, fortunatamente" ha detto la Gabanelli nel corso della puntata. "L'Italia esporta nel mondo la sua cultura alimentare, è nota per la varietà dei suoi prodotti agricoli e abbiamo delle eccellenze su tutte le filiere. Quindi una realtà alternativa che c'è, meno rappresentata dalla pubblicità, perché investire in immagine costa, e se lo possono permettere soltanto i grandi, che danno anche tanti posti di lavoro. E i grandi sono anche, possono anche essere delle eccellenze. Però, poi vedi una cosa come questa e il minimo che ti puoi augurare è che sia solo un caso isolato" ha detto la giornalista. 
 
Al centro dell'inchiesta è finita in particolare Amodori, una delle principali aziende italiane del settore avicolo che qualche tempo fa è stata denunciata dall'associazione "Essere animali" per aver violato le norme sull'igiene e sulla tutela del benessere degli animali. "Amadori ha il suo quartier generale in Romagna, dall'alto sembrano case popolari, ma all'interno ci sono migliaia di polli che arrivano a fine vita reggendosi a fatica sulle zampe" ha spiegato la la giornalista Sabrina Giannini durante la trasmissione mostrando alcune immagini che provenivano da uno degli allevamenti dell'azienda e che sono distanti "mille miglia dalla pubblicità di quel made in Italy che deriva per la gran parte dall'allevamento intensivo: 30 milioni di animali allevati da un lato e 1300 tonnellate di antibiotici dall'altro. Uno dei consumi più elevati d'Europa. Il totale è un giro di affari di 32 miliardi di euro l'anno per la produzione di carne e trasformati, a cui vanno sommati i fatturati delle case farmaceutiche". 
 
Ma la risposta dell'azienda non si è fatta attendere e, con un comunicato stampa diffuso oggi, Amadori si è detta "sconcertata per la visione assolutamente parziale e scorretta offerta dalla trasmissione " e ha precisato che "le immagini all'interno dell'allevamento di suini sono state girate oltre 6 mesi fa, in una struttura datata compresa all'interno di un piano aziendale di ristrutturazione e che già oggi è completamente ristrutturata. Le riprese hanno in oggetto principalmente un locale isolato rispetto al resto della struttura, destinato al ricovero di animali che hanno manifestato dei problemi, come la legge prevede per ogni allevamento. Sono quindi immagini che non rappresentano in maniera veritiera il nostro sistema d'allevamento". 
 
 "L'azienda ha attivato da anni un piano di investimenti significativo per rimodernare e ristrutturare gli allevamenti pre-esistenti, e adeguarli ai più recenti standard di benessere animale e di biosicurezza. Ribadiamo comunque che tutti gli allevamenti della nostra azienda rispettano le normative europee e italiane sul benessere animale, e sono sottoposti a controlli regolari effettuati da veterinari interni ed esterni all'azienda" ha continuato Amadori. "Per quanto riguarda gli antibiotici, ricordiamo che la nostra azienda ricorre al loro uso solo a scopo curativo, mai preventivo, e solo nei casi ove sia strettamente necessario, individuati in accordo coi veterinari, secondo i limiti e i vincoli imposti dalla vigente normativa. In casi di utilizzo di antibiotico, gli animali vengono avviati alla macellazione solo dopo il superamento del "periodo di sospensione", cioè il tempo necessario affinché il farmaco sia smaltito prima che l'animale venga avviato alla macellazione e quindi al consumo, condizione che viene puntualmente verificata dai veterinari pubblici, sia in allevamento, sia in fase di macellazione. In ogni caso, la nostra scelta è quella di allungare sempre il tempo di sospensione richiesto dalla normativa" ha aggiunto l'azienda. 
 
Clicca qui per vedere il video della puntata di Report sugli allevamenti di suini Amadori.
Rosamaria Freda
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