01/01/2013 - 01:00

Una giornata per combattere la contraffazione

Confindustria ribadisce il proprio impegno per la costruzione di un'economia nazionale in grado di far valere le proprie innovatività e competitività.

Si è svolta ieri a Roma la II Edizione della “Giornata Nazionale Anticontraffazione” promossa da Confindustria, che ha deciso così di ribadire il proprio impegno per la costruzione di un sistema economico-produttivo in cui – attraverso misure severe ed efficaci – la “filiera del falso” smetta di essere una minaccia per l'immagine, l'innovatività e la competitività che può ancora caratterizzare la nostra economia.

 

Ad un anno del primo di questi appuntamenti, la giornata del 6 dicembre è stata occasione non solo di fare il punto sullo stato di avanzamento del contrasto al fenomeno della contraffazione, ma anche di insistere sul lavoro che istituzioni ed organizzazioni stanno portando avanti in questo senso, affinchè se ne registrino effetti sempre più tangi bili. Perchè le dimensioni di questa minaccia sono ancora decisamente troppo ampie: 5 miliardi di euro sottratti al fisco italiano, 18 miliardi tolti alle imprese legali, 130.000 posti di lavoro che potrebbero nascere ma risultano “bloccati”.

 

Tra le realtà che hanno deciso di sposare gli obiettivi di Confindustria c'è Palm, azienda leader nella produzione dei Greenpallet, ossia pancali “a chilometro zero” perchè realizzati utilizzando solo legname poveniente da pioppeti locali certificati Pefc e Fsc. Se vogliamo sperare di indebolire e sconfiggere la piaga della contraffazione, tutte le realtà industriali che operano nella legalità e nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente devono allearsi” ha commentato Primo Barzoni, presidente e AD di Palm. “Ma singolarmente” ha aggiunto “l’impegno delle aziende non basta: è necessario il sostegno dei consumatori, che hanno un potere enorme durante i loro acquisti; delle pubbliche amministrazioni che devono inserire criteri premiali nei bandi per la fornitura di beni e servizi (le politiche di acquisti verdi o Green Public Procurement – GPP); delle associazioni di categoria che devono sanzionare chi si comporta in modo irresponsabile e adotta pratiche di concorrenza sleale. Solo così possiamo sperare di costruire un modello di progresso davvero sostenibile”.

Maddalena Cassuoli
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