01/01/2013 - 01:00

Nuove frontiere di ricerca e sostenibilità in agricoltura biologica

Ferrante: "Bio: l'agricoltura che azzera l'uso della chimica ed evitare un intero ciclo inquinante". Nei suoli dei terreni gestiti a bio ci sono 37.4 tonnellate di carbonio per HA, contro i 26.7 dei terreni di aziende convenzionali. Domani, sabato 3 dicembre, l'AIAB si confronta con istituzioni, forze politiche e associazioni.
L'agricoltura mista e la riduzione dell'impronta climatica ed energetica dei processi produttivi nel settore primario sono i temi oggi al centro del Congresso Federale AIAB. Dopo la giornata sui modelli distributivi articolati su base territoriale che mettono in campo, tra le altre cose, anche un contenimento delle emissioni legate ai trasporti delle derrate, AIAB in collaborazione con la Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica (FIRAB) ha infatti organizzato il convegno 'Nuove frontiere di ricerca e sostenibilità in agricoltura biologica: energia, biodiversità e acqua', che intende allargare il ragionamento sull'intensità dell'emissioni climalteranti dell'intero sistema agroalimentare, dalla produzione al consumo.
Un tema caldo, reso ancor più attuale da una polemica mediatica a distanza tra grandi imprese alimentari che proprio in questi giorni infuria sulle pagine del giornali. Chi è più sostenibile? Chi è più sano? Volano gli strali tra grandi aziende alimentari che concorrono sul piano mediatico a promuovere la propria immagine e i propri prodotti gettando fango sugli altri.
"C'è una contesa di spazi di mercato e di accreditamento presso l'opinione pubblica - commenta Andrea Ferrante, presidente nazionale AIAB - a chi ha minori residui nel prodotto finale e a chi garantisce la salubrità degli alimenti e dei territori produttivi. E' una recrudescenza conflittuale che ha il merito di attrarre l'attenzione su come il cibo è prodotto e sul valore nutrizionale, o disvalore tossico, di cui è portatore".

"Noi non abbiamo il budget per comprare intere pagine pubblicitarie di grandi testate nazionali - prosegue Ferrante -. Abbiamo però lavorato negli ultimi decenni a dare sostanza alle istanze di azzeramento dell'uso della chimica nella produzione agricola. Non per migliorare il nostro posizionamento competitivo di mercato, ma per autentica missione. Non per ridurre il residuo nel prodotto finito, ma per evitare un intero complesso inquinante. Ne abbiamo fatto un valore, che vale più di un'inserzione pubblicitaria".
La riflessione sulla sobrietà energetica del biologico, in essere o da perseguire, è incardinata nel quadro della ricomposizione dei sistemi agro-zootecnici su scala aziendale o consortile, rimettendo in campo una visione integrata del sistema produttivo, dove i cicli di massa ed energia si chiudano con un bilancio positivo e con un contributo alla mitigazione climatica. Il convegno ragiona intorno a un'equazione: BIO=mc2, ossia qualificare il ruolo del biologico nel razionalizzare usi e flussi di biomasse e combustibili.
Geograficamente ospitato a Milano, città che nel 2015 accoglierà l'Esposizione Universale sul tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, il convegno porta a sintesi proprio i due grandi temi che incardinano il percorso dell'Expo, presentando così l'occasione per offrire spunti e contenuti per l'agenda tematica che la fiera dovrà cominciare a elaborare.

Il convegno, inoltre, si tiene in contemporanea con la COP17 (la Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici) in programma a Durban, Sud Africa, dove l'agricoltura deve riuscire ad accreditarsi come settore cruciale nella lotta ai cambiamenti climatici e dove dovranno emergere con definitiva nettezza le pratiche lesive degli equilibri climatici da quelle che li subiscono e mitigano.
"La riconnessione di un tessuto agro-zootecnico che ricomponga usi sostenibili di foraggi e mangimi e riciclo delle biomasse, si iscrive di diritto in questo scenario di ricostruzione di senso produttivo e ambientale - spiega Luca Colombo, coordinatore scientifico FIRAB -. Con il convegno odierno intendiamo verificare come il biologico possa e debba intervenire nel ripristino di equilibri ambientali e climatici. Si tratta di una prospettiva che, sempre per ricollegarsi al contesto internazionale, incrocia anche i temi della Conferenza Mondiale di Rio sullo Sviluppo Sostenibile, in programma a giugno del 2012, a 20 anni da quella che inaugurò la stagione dei grandi appuntamenti mondiali delle Nazioni Unite".
Stando ai dati prodotti dall'IPCC, l'agricoltura, nel suo complesso, contribuisce per il 13,5% delle emissioni globali di gas climalteranti , con il 47% e 58% delle emissioni antropogeniche di CH4 e N2O , originate da produzione e uso di fertilizzanti, fermentazione enterica, combustione di biomassa, gestione delle deiezioni e coltivazione di riso, mentre l'intero sistema agroalimentare contribuisce per un quarto delle emissioni in Europa . Il biologico, però, può ridurre in modo significativo le emissioni serra dell'agricoltura. Una metanalisi condotta da FIBL nel 2010 su 45 studi ha messo in evidenza che lo stock di carbonio organico nel suolo dei terreni gestiti in maniera biologica è in media di 37.4 tonnellate di carbonio per ettaro, contro i 26.7 dei terreni di aziende convenzionali.

"È indiscutibile - conclude Vincenzo Vizioli, presidente FIRAB - che la sequestrazione carbonica dei suoli, le ridotte emissioni di gas a effetto serra e l'uso sostenibile delle risorse naturali, qualifichino il biologico come un modello virtuoso, ma la ricerca è ancora carente e va largamente incentivata e finanziata per determinare pratiche, tecnologie, qualità degli input, che migliorino e potenzino la sua performance nei diversi contesti colturali e produttivi, non limitandosi tra l'altro a prendere in considerazione la sola produzione primaria, ma anche i processi di filiera e commerciali che interessano le derrate biologiche".
Domani, sabato 3 dicembre, alle ore 9.30 presso il Centro congressi della Provincia si terrà la tavola rotonda Il movimento biologico rimette l'agricoltura e i suoi attori al centro di una economia solidale di utilità sociale, economica e ambientale, con la quale AIAB si confronterà con le istituzioni, le forze politiche e l'associazionismo.
E' possibile seguire la diretta streaming del Bio che cambia, dal 1° al 3 dicembre, su www.aiab.it
Il Congresso dell'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica (AIAB) è un evento realizzato con il patrocinio di: MiPAAF, ministero dell'Ambiente, Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano; con il contributo del MiPAAF e della Provincia di Milano e con il sostegno di Brio, BtoBio, Novamont e Sana.
Marilisa Romagno
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