01/01/2013 - 01:00

Agricoltura, Alimentazione, Ambiente le tre "A" di cui ha bisogno l'Italia

Dai giovani un progetto che sfida le agenzie di rating: il futuro possibile del Paese non è nella finanza ma nell'economia concreta delle aziende....le istituzioni e le aziende sono disposte a dare "credito" ai giovani?
E' una nuova sfida, forse ingenua, forse geniale, quella che parte da un gruppo di giovani leccesi i quali immaginano la ricchezza futura del meridione e dell'Italia intera in una "tripla A", non quella decretata dalle agenzie di rating basata sulla solidità finanziaria ma quella che viene fuori dalle iniziali di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente. Come dire, l'economia principale su cui bisogna lavorare ed investire non è quella finanziaria, fatta di mercati e borse, ma quella concreta e reale, fatta e prodotta quotidianamente dalle piccole e grandi imprese, industriali ed artigiane, che operano in uno dei comparti più promettenti e qualitativi che ci siano, l'agroalimentare, con un occhio particolare al pieno rispetto della sostenibilità.
Nella loro visione, una possibile svolta nella crescita del Bel Paese può e deve avvenire attraverso: 1) il rilancio innovativo dell'agricoltura, dell'ittica e dei relativi prodotti; 2) la valorizzazione, promozione e commercializzazione in tutto il mondo del regime alimentare della Dieta Mediterranea "italiana"; 3) il rigoroso rispetto dell'ambiente.

Questo nuovo progetto che sta prendendo forma nelle aule del Costa, un istituto tecnico economico di Lecce, è tanto articolato quanto ambizioso, tant'è che tra gli obiettivi a medio e a lungo termine vi è il rilancio e la crescita dell'occupazione giovanile nell'agroalimentare, una sorta di "ritorno al futuro", un ritorno alla terra promessa. Ma da dove sono partiti gli studenti? Gli ideatori hanno preso spunto da queste semplici riflessioni:
a)per via del grave problema dell'obesità diffusa, i paesi anglosassoni (Gran Bretagna, Usa, Canada, Australia, ...) e non solo, stanno cercando di correggere drasticamente le loro abitudini alimentari, indirizzando l'attenzione verso regimi alimentari più sani, tra questi primeggia la Dieta Mediterranea. Questo quindi è il momento giusto per alzare la mano e dire: "Noi italiani sappiamo come si fa, ne siamo la culla e l'epicentro";
b)tutti i centri di ricerca internazionali e gli studi in tema di nutrizione indicano senza ombra di dubbio nella Dieta Mediterranea la migliore da seguire per restare in salute e nutrirsi con gusto. Non ultimo, giusto un anno fa l'Unesco l'ha dichiarata "patrimonio immateriale dell'umanità" e la notizia ha fatto il giro del pianeta;
c)se la cultura della Dieta Mediterranea "esplodesse" e contagiasse il resto del mondo, tutti gli operatori dell'agroalimentare (produzione, trasformazione, commercializzazione) ed il Paese intero ne trarrebbero grandi benefici, aumenterebbe la domanda e, di conseguenza, il lavoro, possibilmente quello giovanile;
d)se c'è una cosa che il mondo ancora stima dell'Italia e degli Italiani, questa è la sua "cucina" nel senso più alto del termine.

Detto questo, ci si è chiesti (ancora una volta): "Se non ora, quando?".
Nel concreto, il progetto ha un nome identificativo ed un nuovo marchio molto caratteristico che simboleggia salute e alimentazione italiana (in fase di registrazione) e sarà caratterizzato da una campagna di promozione ad hoc, principalmente attraverso il web e tutti i suoi strumenti, un "oceano", il web, in cui i giovani sanno nuotare molto bene. A brevissimo l'annuncio ufficiale dell'iniziativa, completo di obiettivi, strategie e strumenti. Ora la domanda è questa: le istituzioni, amministrative e di categoria, e le aziende del comparto saranno disposte a dare "credito" (sia nel senso della credibilità che nel senso stretto del termine, con finanziamenti reali) ad un progetto ideato e condotto da giovani? ...o l'Italia continuerà ad essere sempre un paese in cui i "Steve Jobs" non potranno mai né nascere né crescere?
Tommaso Tautonico
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