01/01/2013 - 01:00

La sicurezza nel lavoro agricolo

Il vicepresidente della Cia Domenico Brugnoni, nel suo intervento alla manifestazione, sottolinea l'importanza di ridurre gli oneri per le imprese e contrastare il lavoro irregolare.
"Le leve della semplificazione e della premialità sono fondamentali soprattutto in questo frangente storico nel quale le aziende agricole a causa della crisi attraversata dal settore non sono certamente in grado di sviluppare investimenti per migliorare la sicurezza. Il calo dei redditi registrato non consente certo una serena programmazione in ordine alla necessità di adeguare, ad esempio, macchine ed impianti". E' quanto sostenuto dal vicepresidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Domenico Brugnoni nel suo intervento oggi a Roma a "Gasforum 2010 (Global Agricultural Safety Forum).

"Per questo motivo come Cia -ha aggiunto Brugnoni- nelle prossime settimane riprenderemo le azioni sindacali a tutela del reddito dei produttori. L'agricoltura, settore simbolo del 'made in Italy' e della qualità, che occupa oltre un milione di lavoratori (i quali insieme a quelli dell'indotto agroalimentare rappresentano il 12 per cento della forza lavoro del paese) non può non essere al centro delle scelte nazionali. Scelte che permettano di investire, innovare, semplificare e rendere sempre più sicura l'attività nelle campagne". "È indubbio che il trend generale degli infortuni in agricoltura -ha rilevato il vicepresidente della Cia- sia quello di una costante riduzione nel tempo: dal 2001 ad oggi la diminuzione degli infortuni nel nostro settore si attesta al 35 per cento. A questi risultati hanno contribuito diversi fattori, dallo sviluppo di forme di agricoltura sostenibile, alla presenza di operatori sempre più professionali, al contributo dato da tutta la filiera nel mettere a disposizione mezzi tecnici in grado di seguire l'evoluzione tecnologica".

"Ma a fronte degli obiettivi che il Paese si è posto in termini di salute e sicurezza del lavoro, dei costi ancora elevati del fenomeno infortunistico, dell'alta incidenza di infortuni mortali che ancora si verificano nel settore primario, si devono considerare -ha sostenuto Brugnoni- ancora insufficienti i risultati ottenuti". "Dalla lettura dei dati relativi agli infortuni determinati da macchine, suddivisi per infortuni avvenuti a lavoratori autonomi, dipendenti e contoterzisti, si riscontra -ha affermato il vicepresidente della Cia- una differenza significativa dell'incidenza percentuale. Per i lavoratori autonomi gli infortuni dovuti a macchine sfiorano il 19 per cento, di cui circa il 12 per cento causati dalle trattrici. Per i lavoratori dipendenti, i due valori si attestano rispettivamente al 6 e al 4 per cento. Ancora più basse sono le percentuali relative ai contoterzisti".

"Più in generale riteniamo che le cause che determinano questa alta incidenza siano -ha detto Brugnoni- essenzialmente due: l'incidenza del lavoro sommerso e le diverse tipologie di lavoratori che operano nel settore. Sul primo aspetto è evidente che ridurre il lavoro irregolare porterebbe benefici anche dal punto di vista della riduzione degli infortuni. Il problema è che l'irregolarità deve essere contrastata seriamente e con l'utilizzo di una molteplicità di strumenti, tra i quali la pura logica repressiva non può essere l'unica via".

"Le leve che, secondo noi, vanno azionate sono -ha rimarcato il vicepresidente della Cia- in questo caso quelle della semplificazione degli adempimenti e della premialità e la stessa Ue ci sollecita in tale direzione. Semplificazione perché il settore agricolo ha caratteristiche non assimilabili a quelle di altri comparti e soprattutto a quella delle grandi realtà industriali le quali, nel recente passato rappresentavano, invece, il modello sul quale veniva concepita la legislazione prevenzionistica (decreto 626/94). La nuova legislazione in materia di sicurezza (decreto 81/08) sembra -nelle intenzioni- essere orientata ad un approccio flessibile e che abbia come obiettivo la sicurezza sostanziale. Ma dobbiamo ancora nella pratica verificare se a queste intenzioni corrispondono azioni lineari".

"Un'altra leva che, secondo, noi va azionata è quella della premialità. Siamo convinti -ha concluso Brugnoni- che più che la repressione sia efficace il buon esempio e i vantaggi che esso determina a chi ne è portatore, il cosiddetto 'circolo virtuoso'. E' necessario, quindi, introdurre meccanismi premiali, sotto forma di riduzione del costo del lavoro (l'aliquota infortunistica pagata dal settore agricolo è la più alta tra quelle di tutti i settore) per le aziende virtuose in materia di sicurezza. È fondamentale evitare che l'imprenditore consideri la sicurezza un onere economico e burocratico. È importante, invece, che attraverso regole a carattere persuasivo, nonché attraverso l'azione di consulenza e accompagnamento che svolgono le organizzazioni professionali, l'imprenditore senta spontaneamente la responsabilità che comporta avere in carico la vita propria e di chi opera in azienda".
Tommaso Tautonico
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