01/01/2013 - 01:00

L'Italia: un paese anticaccia

Caccia, le associazioni (Enpa, Wwf, Legambiente, Lav): dal sondaggio dei cacciatori clamorosa conferma di un'Italia anticaccia. Il 90% degli italiani è contro ogni forma di liberalizzazione dell’attività venatoria.“E’ tempo di ridurre la stagione venatoria, le specie cacciate e i rischi per le persone”.
“Il sondaggio dei cacciatori è una clamorosa conferma di un Paese lontano se non avversario della caccia e delle sue richieste di liberalizzazione e che anzi chiede maggiori tutele e sicurezza, per la natura e le persone”. Lo affermano le associazioni Enpa, Lav, Legambiente, LIPU e WWF Italia la LIPU a commento del’indagine di Astra Ricerche su Gli italiani e la caccia commissionato da cacciatori e armieri. “Dal sondaggio, presentato oggi a Roma, emerge un dato chiarissimo: che il 47% degli italiani è totalmente anticaccia, che il 43% ritiene indispensabili regole forti e misure restrittive, mentre solo il 10% è per “caccia libera”.

Giunge dunque, sebbene da un sondaggio della “controparte”, la conferma, diremmo clamorosa, di ciò che è noto ormai da tempo, e cioè che l’Italia è un Paese lontano e in gran parte ostile alle distorsioni dell’attività venatoria se non addirittura alla caccia in quanto tale. “Si confermano così le tendenze già emerse dai sondaggi dei mesi e degli anni scorsi, inclusa l’indagine IPSOS di marzo 2010, che davano un quadro simile se non ancora più netto circa la cattiva disposizione degli italiani verso quella parte dei cacciatori italiani che continua a chiedere modifiche permissive rispetto all’attività venatoria, con percentuali di contrari tra il 70 e il 90%.

“Il sondaggio commissionato dai cacciatori ne da, in effetti, chiara dimostrazione, laddove si evince che gli intervistati, per oltre il 70% complessivo, chiedono che si cacci fuori da parchi e riserve, che le specie sofferenti si tutelino e dunque non siano cacciabili, che le restrizioni e gli esami per i cacciatori siano particolarmente rigidi, che insomma le regole a tutela della natura siano sempre più rigide. E per fortuna che il sondaggio non abbia chiesto agli italiani cosa ne pensino di dare un fucile ai sedicenni, o di permettere l’utilizzo degli animali come zimbelli, o di cacciare al buio e sulla neve.

Le percentuali, a quel punto, sarebbero diventate estreme”. “Da non sottovalutare, inoltre, la crescente percezione degli italiani (oltre il 60%) della grande pericolosità della caccia anche per l’uomo, come purtroppo confermato dai sempre più numerosi e tragici fatti di cronaca, anche recenti”. “Il sondaggio suona insomma come l’ennesima e forse definitiva bocciatura di ogni possibile ipotesi di estensione dell’attività venatoria in Italia e, anzi, come la conferma che gli unici interventi normativi debbano essere volti a tutelare la natura e la sicurezza: accorciare la stagione venatoria, ridurre la specie cacciabili, aumentare le regole di sicurezza per le persone”.
Marilisa Romagno
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