01/01/2013 - 01:00

Le notti dei fuochi celesti

Il fenomeno “stella cadente”, in realtà, non è limitato temporalmente solo al mese di agosto, ma interessa tutto l’anno: anche in novembre e gennaio, ad esempio, si possono osservare molte meteore, ed a volte il loro numero è superiore a quello delle perseidi, le “lacrime celesti” per antonomasia.
Il grande pubblico difficilmente osserva il cielo di notte con le temperature rigide dell’inverno, e per questo motivo il fenomeno, pur cospicuo, passa quasi inosservato. La Terra, nel suo perenne orbitare attorno al Sole, incontra sempre una grande quantità di piccole particelle, dette meteoroidi, che vengono disperse dalla coda delle numerose comete che entrano nel sistema solare. Quando questi piccoli corpi celesti vengono a contatto con l’atmosfera del nostro pianeta, l’enorme calore sprigionato dall’attrito li fa vaporizzare, creando un’emissione di luce molto intensa: nasce così una stella cadente. 

L’esplosione avviene a grandi altezze, tra i 50 e 100 km dal suolo e dura solo pochi istanti. Quando invece il meteoroide è particolarmente massiccio si parla di bolide, una splendente meteora, che può illuminare a giorno il cielo lasciando una scia di fumo visibile anche per qualche minuto.

Come osservare le stelle cadenti
L’osservazione delle meteore è molto semplice e, se viene affrontata con alcuni accorgimenti, può avere anche un importante valore scientifico. Diamo quindi alcuni suggerimenti per coloro che, almeno una notte all’anno, vogliano sentirsi un po’ “astronomi”. Se l’osservazione avviene nelle serate intorno al 10 agosto, il consiglio è di rivolgersi in direzione Est, a partire dalle 22.00 circa: il numero di meteore osservabili aumenterà gradualmente a mano a mano che la costellazione di Perseo, centro apparente dal quale si irradiano le meteore, salirà sull’orizzonte raggiungendo il massimo intorno alle ore 4.00.

Il massimo di visibilità prevista è come da alcuni anni a questa parte, nella notte tra il 12 e 13 agosto.Molto importante sarà abituare la vista alla completa oscurità, evitando la luce intensa di lampioni, fari d’automobile e torce elettriche. L’attrezzatura del “perfetto astronomo” prevede una mappa celeste, bloc notes e matita. Sarebbe bene essere almeno in coppia, in modo da avere sotto controllo tutto il cielo visibile. Ogni avvistamento va riportato sulla cartina con una traccia. Si dovranno poi annotare il colore della meteora, la durata approssimativa, la luminosità stimata (confrontandola con quella delle stelle visibili in cielo) e per le meteore più brillanti (i cosiddetti bolidi) l’ora esatta (possibilmente al secondo) e la presenza di scie di fumo, sibili o altri rumori.

Al termine dell’osservazione sarà possibile ricavare dai dati raccolti alcune osservazioni interessanti. Innanzitutto, prolungando le traiettorie apparenti con un tratteggio, si potrà notare che esse sembrano irradiarsi dalla costellazione del Perseo: avremmo così individuato il cosiddetto radiante. In realtà le particelle meteoriche seguono traiettorie parallele: appaiono divergere da un punto solo per un effetto di prospettiva, così come le rotaie di un lungo tratto rettilineo di ferrovia appaiono divergere da un unico punto dell’orizzonte, quello che nella teoria della prospettiva si chiama punto di fuga.

E’ importante ricordare che la zona del radiante è quella in cui si osservano meno meteore: le tracce luminose compaiono infatti in tutte le direzioni ad una certa distanza da quella zona.I dati raccolti saranno inoltre utili per costruire grafici della frequenza oraria delle meteore (quante meteore si vedono in un’ora), grazie ai quali sarà possibile stabilire quando la Terra attraversa la parte dell’orbita cometaria più ricca di frammenti.

Come fotografare le meteore
Le stelle cadenti sono anche dei soggetti non difficili da “immortalare” (con un po’ di fortuna). Per gli amanti della fotografia astronomica, ecco alcune regole da seguire per ottenere dei buoni risultati: l’obiettivo adatto è un 50 mm con diaframma minimo 1,4 o 1,8, oppure un 35 mm con diaframma 2; la sensibilità da impostare 400 Iso o superiore. Sistemata la macchina su di un cavalletto, impostato l’obiettivo a tutta apertura (quella con il valore più piccolo), la messa a fuoco su infinito e i tempi sulla posa B, scattiamo numerose fotografie variando l’esposizione da 1 a 5 minuti, a seconda delle condizioni di limpidezza del cielo.
Marilisa Romagno
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