01/01/2013 - 01:00

Nucleare: calano le adesioni in Italia

Da un'indagine statistica condotta dall'istituto Ferrari Nasi emerge che nel giro di pochi anni l'opinione degli italiani sul fronte dello sfruttamento civile del nucleare e' decisamente cambiata. Infatti, se fino a poco piu' di un anno fa un italiano su due era "molto" o "abbastanza" d'accordo sul suo utilizzo, ora meno del 40% ha mantenuto la stessa opinione.
Dalle rilevazioni effettuate nel gennaio del 2009 e nello stesso mese del 2010 si nota una netta flessione di oltre 10 punti percentuali, con il passaggio dal 53,7% al 40,4% di favorevoli.
Alla domanda "accetterei senza tanti problemi se si decidesse di costruire una centrale nel comune in cui vivo" il 36,4% di favorevoli registrati a gennaio 2009 e' diventato il 26,2% nel gennaio 2010.
In particolare e' emerso che gli italiani sono diventati piu' sensibili alla "sindrome Nimby" (not in my backyard, non nel mio giardino).
Infatti, ben il 24,4% (contro il 19,5% del 2009) sarebbero farevorevoli ad un ritorno al nucleare ma non accetterebbero senza problemi una centrale nelle vicinanze; una quota, questa, che corrisponde al 60% di chi e' d'accordo con il nucleare.
Arnaldo Ferrari Nasi ha commentato: "In pratica quasi due terzi di chi vorrebbe il ritorno al nucleare e' affetto da 'sindrome di Nimby', evidenziando come legando i dati analizzati agli orientamenti degli intervistati, si nota che  "tra i partiti, nel centrodestra, tradizionalmente piu' propenso all'atomo, si manifesti sentitamente tra gli elettori del PdL e quasi per nulla tra quelli della Lega".
Lisa Zillio
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