01/01/2013 - 01:00

Olivicoltura: la vera sfida è l'aggregazione del prodotto

Oggi si sono riunite le organizzazioni produttive assieme alle cooperative della Grande Distribuzione nel seminario organizzato dalla Cia, Legacoop e Cno a Molfetta, per costruire relazioni organiche e permanenti tra i vari soggetti della filiera dell'olio extravergine di qualità per aumentare la competitività nel mercato e sconfiggere la contraffazione del Made in Italy
 
Solo aggregato il mondo produttivo può costruire un confronto efficace con gli altri soggetti della filiera. Sulla base di questo assunto oggi la Cia-Confederazione italiana agricoltori ha incontrato a Molfetta le maggiori organizzazioni produttive di olio assieme ai protagonisti della Grande Distribuzione, nel seminario "La filiera dell'olio extravergine di qualità" organizzato con Legacoop Agroalimentare e Cno-Consorzio nazionale olivicoltori. A esporre i propri progetti industriali nell'appuntamento pugliese sono stati oltre a Cno, anche Montalbano Agricola Alimentare e Finoliva Global Service.
 
"La parola d'ordine per il mondo produttivo è la concentrazione dell'offerta - ha sostenuto il presidente del Cno Gennaro Sicolo - che è la strada maestra per tutelare il Made in Italy e non essere divorati dal mercato globale. Solo così si può acquisire una forza contrattuale maggiore e avere più voce in capitolo nei rapporti di filiera". Quello olivicolo è un comparto da 6 miliardi di euro l'anno, di cui un miliardo è incassato solo dall'export. Si tratta di un patrimonio costantemente minacciato dal mercato dei falsi e dalla concorrenza con la Spagna, che ha bisogno di una strategia collettiva in grado di salvaguardarlo.
 
L'Italia è il primo trasformatore al mondo di olio ma non il primo produttore. Ciò significa che nelle nostre industrie passa tanto olio straniero. Diversi marchi che sembrano italiani in realtà non lo sono. Ed è qui che entra in gioco il rapporto con la Grande Distribuzione: "nei supermercati - ha continuato Sicolo - l'olio è un "prodotto civetta", venduto sottocosto e in promozione. Secondo una nostra indagine, il 99 per cento di queste bottiglie non corrisponde all'etichetta. Ecco perché chiediamo più controlli e una regolamentazione delle promozioni, specie nel periodo di raccolta".
Mara Giuditta Urriani
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