01/01/2013 - 01:00

ZTL consentita ad auto elettriche ed eco-veicoli, lo vuole il 48% dei cittadini intervistati

Sondaggio SWG per Federutility presentato al Motor Show di Bologna

PENALIZZARE CHI INQUINA - Dei 790 cittadini intervistati tra l’1 e il 3 dicembre dalla società di ricerche di mercato SWG per Federutility, il 68% è convinto che la tutela dell’ambiente sia una delle priorità da affrontare e se la maggioranza (73%) è convinta che si debba migliorare il trasporto locale, una parte di questi, il 59%, ritiene che si debbano ridurre le tasse a chi ha un'auto ecologica, aumentarle a chi inquina ed obbligare all'utilizzo di mezzi non inquinanti per i centri storici delle città.

QUESTIONE DI PREZZO - I messaggi ai Comuni ed alla politica nazionale sono chiari. Un italiano su cinque chiede allo Stato incentivi sull’acquisto del veicolo o riduzione delle imposte; la maggioranza chiede ai sindaci dei comuni di dotare le città di infrastrutture per la ricarica: il 43% dei cittadini intervistati vorrebbe un distributore ogni 5 km mentre il 44% lo vorrebbe al massimo ogni 15 km. Quanto al comportamento di consumo, ben l’80% degli intervistati acquisterebbe un auto elettrica (con un aumento del 9% rispetto alla stessa indagine condotta in maggio) se i prezzi delle elettriche fossero equiparabili alle altre auto. I dati sono stati presentati da SWG e da Federutility (la federazione delle aziende idriche ed energetiche che avrebbero eventualmente il compito di creare le reti delle infrastrutture di ricarica) al Motor Show di Bologna, nel corso del convegno “Infrastrutture per la mobilità elettrica tra aziende ed enti locali.

CI VUOLE L'INFRASTRUTTURA - “L’auto elettrica risolverebbe in misura consistente i problemi di inquinamento delle città. Ne sono convinti”, spiega Alex Buriani di SWG, “Tre cittadini su quattro, con una crescita significativa rispetto a quanto emerso solo sei mesi fa. Di conseguenza, si rileva nella popolazione un amplissimo favore (82%) rispetto all’ipotesi di istituzione di ZTE (zone a traffico elettrico): la chiusura totale dei centri storici, con la sola eccezione per i veicoli elettrici e non inquinanti”. Luigi Castagna di Hera (azienda energetica dell'Emilia Romagna) è realisticamente cauto: “i costi di realizzazione delle colonnine di ricarica non sono ancora ammortizzabili con la sola vendita di energia elettrica, ma eventuali incentivi alla costruzione della rete costituirebbero un utile volano per molti altri servizi che potrebbero essere forniti sulle smart grids, le reti intelligenti. Il tutto mentre una città come Londra ha messo in campo incentivi fino a 5 mila sterline”. Pietro Menga, presidente Cei-Cives (Comitato elettrotecnico italiano), afferma: “In tutto il mondo ci sono ormai incentivi e finanziamenti per sostenere la mobilità ecologica”. “Alla 'Electric City', per essere tale, manca ancora un sindaco”, ha concluso Fabio Orecchini docente dell’Università la Sapienza nel Convegno sul tema tenutosi al Motor Show. “L’auto elettrica sarà una realtà contestualmente al cambiamento delle città. Non si deve più pensare che l’automobile sia contro l’ambiente, ma aziende e ricerca universitaria devono lavorare insieme per una totale integrazione”.

Fin qui la notizia. Il mio commento riguarda il problema della modalità di produzione dell'energia elettrica. Che senso avrebbe un'auto elettrica che sfrutti corrente prodotta da una centrale termonucleare? Ed inoltre, ho la sensazione che questa dell'auto elettrica sia una battaglia di retroguardia perché il futuro - magari non vicinissimo, ma neppure neanche troppo lontano - a causa della sovrappopolazione e della scarsità di risorse e di territorio disponibili, non contemplerà la possibilità di un'auto (elettrica o meno) privata per tutti, come invece (teoricamente) avviene oggi.

Sabino Cannone
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