27/02/2013 - 15:55

Vini Franciacorta, la produzione che abbatte la CO2

In Franciacorta è partito un progetto volto a ridurre le emissioni di gas serra durante la produzione dei vini, grazie a un monitoraggio condotto a livello locale
Il business di un’azienda non può prescindere dal supporto che elettricità e impianto del gas forniscono al suo funzionamento, motivo per cui è indispensabile confrontare le tariffe di energia più convenienti per riuscire a contenere i costi legati al suo consumo.
Questo tipo di premessa non preclude però la possibilità per molte imprese di agire in un’ottica di sostenibilità e prediligere un modus operandi rispettoso dell’ambiente.
 
I vini della Franciacorta da oggi sono più ecosostenibili. In collaborazione con il DISAA (Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali) dell'Università di Milano, il gruppo di studio agronomico SATA ha elaborato il modello Ita.Ca (acronimo di Italian wine carbon calculator) per quantificare le emissioni di gas serra prodotte nei vigneti della regione.
 
L’obiettivo del progetto è quello di tenere traccia anche dei cosiddetti valori di sequestro, ossia degli impatti (generalmente positivi) che la fotosintesi esercita in termini di riduzione dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera. Ai fini della ricerca è stato considerato anche il costo dell'energia medio (idrico ed elettrico) impiegato per la produzione del vino.
 
L’analisi degli agronomi SATA ha evidenziato che circa il 7% del fabbisogno energetico totale è prodotto da fonti rinnovabili come il fotovoltaico. Oltre a contenere i consumi di energia elettrica, “i viticoli franciacortini possono immobilizzare almeno 15 tonnellate per ettaro di CO2 all’anno” – spiega Pierluigi Donna, rappresentante SATA.
 
“Considerando la media delle emissioni, è possibile stimare un credito di quasi 12 tonnellate/ettaro per anno, relativi alla sola attività di campo. – ha poi aggiunto Donna – Possiamo, quindi, affermare che il territorio ha intrapreso un percorso virtuoso di attenzione e impegno testimoniati da un netto miglioramento del proprio bilancio globale, pari a un contenimento delle emissioni di circa 3 mila tonnellate di CO2 sulle aziende monitorate, che salirebbero a oltre 5 mila tonnellate proiettando il dato su tutta l’area franciacortini”.
 
A conti fatti – conclude l’agronomo – una tale riduzione della C02 consentirebbe “il recupero di un’area verde per oltre 300 ettari sulle aziende monitorate e fino a quasi 700 con la proiezione sull’intera DOCG”.
 
L'agricoltura può avere un impatto fondamentale nella lotta alle emissioni di CO2 e nella difesa dell'ambiente, proprio perchè è un settore che di ambiente vive. I processi di cosiddetta "filiera corta" possono dare un contributo importante sia da un punto di vista della riduzione dell'inquinamento, sia da un punto di vista della qualità dei prodotti.
 
Come stimolare questo mercato? Affinchè sempre più piccoli proprietari e agricoltori investano nella produzione ecosostenibile è necessario ovviamente incentivare l'attività a impatto zero e finanziare i progetti di riqualificazione energetica come quelli della Franciacorta.
 
D'altro canto anche i consumatori si devono sensibilizzare verso questa buona economia e andare a comprare i prodotti a chilometro zero per dare credito a questo mercato. Nelle grandi città, ad esempio, si stanno sviluppando in modo cospicuo i GAS (gruppi di acquisto solidale) che ricevono alimenti direttamente dal produttore.
 
Certo bisogna informarsi per aderire a questi gruppi ed adeguarsi a determinate regole, ma la missione di salvare l'ambiente non può essere priva di sforzi. Bisogna essere consapevoli che il cambiamento ha tornaconti positivi per tutti e tutti devono dare il proprio contributo per raggiungere l'obiettivo.
SuperMoney
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