01/01/2013 - 01:00

Unilever presenta il Piano per il vivere sostenbile

Lunedì 24 ottobre si è tenuta a Roma, presso la Sede della FAO, la Conferenza Internazionale dal titolo "The Sustainability of Food Systems and Diets for Stability" nel quadro della Settimana Mondiale dell'Alimentazione, dedicata quest'anno al tema "Prezzi degli alimenti - dalla crisi alla stabilità".
Durante la conferenza, Miguel Veiga-Pestana Vice President Global External Affairs è intervenuto rappresentando Unilever e presentando i programmi della multinazionale anglo-olandese finalizzati alla sostenibilità della filiera alimentare. Partendo dalle ineludibili sfide sociali e ambientali che ci attendono (incremento della popolazione, crescente domanda di cibo, acqua ed energia a fronte della scarsità di risorse), ha parlato di un quadro mondiale caratterizzato da quattro fattori: volatilità, incertezza, complessità e ambiguità. La risposta di Unilever a questo scenario è una strategia di crescita sostenibile il cui obiettivo sarà raddoppiare il business al tempo stesso riducendo l'impronta ambientale e migliorando l'impronta sociale: lo Unilever Sustainable Living Plan (Piano per il Vivere Sostenibile).

Un piano, lo USLP, che coinvolge tutti i marchi e tutti i paesi in cui Unilever è attiva, sul piano sociale, economico ed ambientale: gli obiettivi da raggiungere entro il 2020 sono infatti aiutare un miliardo di persone a migliorare la propria salute e il proprio benessere, dimezzare l'impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita dei propri prodotti, e approvvigionarsi per il 100% delle materie prime in modo sostenibile.
Secondo Veiga-Pestana esiste un enorme potenziale di incremento dei raccolti dei piccoli agricoltori attraverso l'accesso alla conoscenza dei metodi di coltivazione sostenibili e il miglioramento delle varietà. Mentre l'agricoltura intensiva utilizza quantità non sostenibili di fertilizzanti a base di azoto e fosfati, milioni di piccoli agricoltori non possiedono fertilizzanti, e la deforestazione è responsabile del 30% delle emissioni di gas serra. L'obiettivo di Unilever è di coinvolgere 500.000 piccoli proprietari terrieri in varie zone del mondo entro il 2020, dai 100.000 di oggi, con nuovi modelli basati sulla partnership e la formazione professionale per aumentare la produttività e il reddito individuale, collaborando anche con i governi locali.

Unilever è particolarmente coinvolta nella produzione sostenibile di alcune importanti materie prime quali olio di palma, soia, tè, semi di girasole, frutta, verdura e latticini, oltre che nell'approvvigionamento di materiali cartacei. Per questo si è dotata di un vero e proprio Sustainable Agriculture Code, un Codice di Agricoltura Sostenibile secondo il quale, ad esempio, entro il 2015 tutto l'olio di palma verrà prodotto da fonti sostenibili e tutto il tè sarà certificato da Rainforest Alliance, mentre già entro il 2012 la quantità di CO2 prodotta sarà ridotta del 25% rispetto al 2004.
I concetti chiave della politica di sostenibilità promossa da Unilever, nell'intervento presentato alla FAO, sono quindi espansione della produzione di qualità, redditi equi per gli agricoltori, organizzazione e coordinamento delle istituzioni locali per rispondere ai segnali di mercato in modo agile, collaborazione con i settori pubblico e privato per la creazione di ambienti favorevoli all'imprenditorialità, investimenti nelle infrastrutture, gestione dei fondi provenienti da donatori.
Un corretto intervento sui diversi driver, dalla produttività alla gestione dei terreni, dalla riduzione delle emissioni e dei rifiuti al risparmio dell'acqua, avrà in ultima analisi un impatto sostanziale sui tre pillar della produzione alimentare sostenibile: produzione alimentare, impatto ambientale e condizione delle popolazioni rurali.
Marilisa Romagno
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