27/04/2015 - 15:00

Terremoto in Nepal, si aggrava il bilancio delle vittime

AGIRE lancia un appello di raccolta fondi per portare soccorsi alle popolazioni colpite. A fronte delle gravissime conseguenze del terremoto che ha colpito il Nepal ieri mattina, le organizzazioni del network di AGIRE già sul terreno si sono mobilitate da subito per valutare i bisogni più immediati: acqua, cibo, ripari per le famiglie senza tetto, interventi sanitari.
4 ONG del network (Actionaid, CESVI, Oxfam, Sos Villaggi dei Bambini) sono già operative con i soccorsi nelle aree dove l'impatto del terremoto è stato peggiore, altre si attiveranno nelle prossime ore. Pertanto AGIRE lancia oggi un appello di raccolta fondi per supportare gli interventi di prima emergenza a favore delle popolazioni colpite dal sisma. E' possibile dare il proprio aiuto con una donazione ai seguenti canali:
• Numero Verde 800.132.870 (dal lunedì al venerdì dalle h.09.00 alle h.18.00)
• On-line: con carta di credito, Paypal o PagoInConto (per clienti del gruppo Intesa Sanpaolo) sul sito www.agire.it
• Banca: con bonifico bancario su conto corrente IBAN: IT79 J 03359 01600 100000060696 intestato ad AGIRE onlus, presso BancaProssima, Causale: "Emergenza Nepal"
• Posta: con bollettino postale sul conto corrente postale n. 4146579 o bonifico postale al seguente IBAN: IT 79 U 07601 03200 000085593614 intestato ad AGIRE onlus, Via Aniene 26/A - 00198 Roma), Causale: "Emergenza Nepal".

Cecilia Keizer, direttore di Oxfam in Nepal ha detto: "Il numero delle vittime continua ad aumentare, molte vecchie case sono crollate ma il sisma non ha risparmiato edifici più moderni" Anche il Segretario Generale di ActionAid, Marco de Ponte, dall'India ci parla di una situazione che si aggrava di ora in ora: "le più grandi difficoltà in questo momento sono il sistema di approvvigionamento elettrico e l'acqua. Bisogna ripristinare la rete elettrica e assicurare la fornitura di acqua potabile quanto prima! Al momento si parla di circa 2000 morti. I dati ufficiali registrano oltre 700 decessi solo nella capitale, 634 nella Kathmandu Valley, 18 scalatori morti a seguito di una valanga scatenata dal terremoto sul Monte Everest, che si abbattuta proprio sul campo base dove sostavano gli escursionisti. 36 le vittime nella vicina India, 12 in Cina, 4 in Bangladesh e 6 in Tibet. Quasi 5000 i feriti. Mentre si continua a scavare nella speranza di trovare dei superstiti, vi è purtroppo la certezza che il numero delle vittime continuerà a salire.

Il terremoto ha causato il crollo di centinaia di edifici a Kathmandu e nella vallata circostante, tra di essi anche la storica Dharahara Tower, dichiarata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità. Interrotte strade e comunicazioni, gli ospedali della città sono al collasso e la popolazione si prepara a trascorrere la seconda notte all'aperto. Il Primo Ministro Bamdev Gautam ha dichiarato lo stato di emergenza e richiesto aiuti umanitari ai paesi limitrofi e alla comunità internazionale. Oltre ad AGIRE - Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze, si stanno preparando ad intervenire anche gli altri Comitati membri dell'Emergency Appeals Alliance, la rete internazionale dei Comitati Emergenza (Humanitarian Coalition, ADH, Chaine du Bonnheur e altri).
Marilisa Romagno
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