01/01/2013 - 01:00

Scoperto un pianeta extragalattico più grande di Giove

Un pianeta extrasolare in orbita intorno a una stella che è entrata nella Via Lattea provenendo da un'altra galassia è stato scoperto da un gruppo di astronomi europei utilizzando il telescopio da 2,20 metri di apertura dell’Osservatorio Australe Europeo (ESO, La Silla, Cile).
Si chiama HIP 13044 b, si trova a circa 2.200 anni luce dalla Terra ed è grande 1,25 volte il nostro Giove. Lo hanno intercettato i ricercatori del Max Planck Institute for Astronomy di Heidelberg (Germania), grazie alle osservazioni dello European Southern Observatory. A guidare la ricerca, apparsa su Science, è Johny Setiawan. Che, se la scoperta sarà confermata, passerà alla storia per aver scoperto il primo pianeta extragalattico (nel 2009, era stato ipotizzato un pianeta nella galassia di Andromeda, ma ancora non è stato confermato).

Ecco le prove raccolte finora. La sua stella ospite, HIP 13044, si trova nella fascia di Helmi, un anello di antiche stelle che tagliano la Via Lattea obliquamente, venendosi così a trovare molto sopra e molto sotto il nostro disco (dove si trova anche il Sole, per capirsi). Si pensa che gli astri della fascia siano le vestigia di un’altra galassia letteralmente squarciata e distrutta dalla nostra tra 6 e 9 miliardi di anni fa. Di tutte le stelle di Helmi, HIP 13044 ha attirato l’attenzione di Setiawan per i suoi strani movimenti. Gli strumenti hanno infatti captato uno schema regolare di 16 giorni durante i quali la stella appare ora più lontana, ora più vicina. Fatti i dovuti calcoli, restava solo una possibilità: la stella barcolla per effetto di un pianeta gigante nella sua orbita. Il merger cosmico avrebbe quindi portato un pianeta straniero nel nostro vicinato.

Lo spettro di emissione della stella dice che questa non contiene elementi pesanti - pochissimo ferro, per esempio, appena l’un per cento di quello che si trova nel Sole. Ma questi elementi sono indispensabili per la formazione dei pianeti, almeno secondo la teoria più in voga tra i planetologi (core accretion).

I pianeti, infatti, si formerebbero a partire dai dischi di gas epolveri di metalli pesanti creati nella formazione delle stelle: i granelli di polvere si unirebbero a formare mondi rocciosi; alcuni diverrebbero poi così grandi da attrarre i gas, trasformandosi in giganti gassosi come Giove.

La nuova scoperta, però, potrebbe essere coerente con un altro modello, come fa notare Alan Boss del Carnegie Institution for Science (Washington), membro del team di Setiawan. In questo scenario alternativo, dense regioni dei dischi collasserebbero su loro stesse per effetto della gravità, dando luogo a pianeti costituiti principalmente da gas.
Vesna Tomasevic
autore