01/01/2013 - 01:00

Salviamo le scuole di montagna

L'appello di Anci Umbria, Uncem Umbria, Comune di Montegabbione, Provincia di Terni e Legambiente. Subito un tavolo in Conferenza Unificata per affrontare i bisogni e i problemi dei presidi scolastici montani e delle piccole isole.
Parte dal piccolo comune umbro di Montegabbione l'appello per salvare le scuole di montagna e la richiesta per l'istituzione in sede di Conferenza Unificata di un tavolo che affronti in maniera specifica la situazione e i bisogni dei presidi scolastici montani e delle piccole isole. "I provvedimenti legislativi degli ultimi anni hanno messo in difficoltà un sistema di istruzione di qualità per i cittadini delle aree montane ed isolane del nostro Paese" è quanto dichiarato questa mattina da Isabella Marchino, Vicesindaco di Montegabbione in occasione della conferenza stampa promossa da Anci Umbria, Uncem Umbria, Comune di Montegabbione, Provincia di Terni e Legambiente per presentare il documento scaturito dal seminario "Le scuole montane come presidi educativi di eccellenza. Quali condizioni amministrative, didattiche ed organizzative per una nuova governance dell'istruzione nei territori montani: buone pratiche a confronto", organizzato il 7 maggio scorso nell'ambito di Voler bene all'italia, la campagna di Legambiente dedicata ai piccoli comuni.

La maggior parte dei comuni italiani è classificata montana, il 52% degli 8.101 comuni; tra questi, 655 sono parzialmente montani e i rimanenti 3.546 totalmente montani. Se poi si considera la conformazione geografica risulta che l'Italia è costituita da montagna e collina per il 74% del territorio nazionale (fonte: Censimento ISTAT 2001). E la montagna italiana, oltre ad offrire scenari e paesaggi di meravigliosa bellezza, costituisce una preziosa riserva di energia e risorse insostituibili, nonché un patrimonio unico di storia, cultura e tradizioni, ma è anche uno dei contesti geografici più fragili: rischio spopolamento, nonché dello sfruttamento indiscriminato delle risorse e della distruzione di un risorsa naturale, plasmata e conservata, con risultati alterni, per millenni dall'opera dell'uomo, oggi sempre più esposta alle continue catastrofi e al dissesto idrogeologico.

"L'ultima manovra finanziaria contiene ulteriori pesanti tagli per l'istruzione e le risorse degli Enti Locali - interviene Alessandra Paciotto, presidente di Legambiente Umbria - e che colpiscono proprio le scuole situate nelle piccole isole e nei comuni montani. Chi ha formulato queste norme dimostra di non conoscere il funzionamento reale della scuola e di non avere a cuore la promozione e conservazione di presidi scolastici di qualità anche nelle aree montane, così strategiche per uno sviluppo sostenibile ed equilibrato del Paese. Chi ha proposto questi ulteriori tagli alle spese per l'istruzione, dimostra di non voler realizzare quei principi di inclusione e pari opportunità previsti dalla Costituzione. Come Legambiente abbiamo chiesto il ritiro di questi provvedimenti e la ripresa in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni di una seria riflessione sui problemi del dimensionamento scolastico, che tenga conto delle competenze in questo campo degli Enti Locali e della necessità di riorganizzare la rete scolastica nei piccoli comuni e nelle aree montane superando la fase delle "deroghe", ed elaborando invece, parametri specifici per queste realtà territoriali che sono a rischio di spopolamento e isolamento"

Il Documento di Montegabbione, presentato in conferenza stampa, oltre ad illustrare le criticità e i bisogni delle scuole di montagna, pone l'attenzione anche sul grande valore che queste hanno in quanto sono presidi socio-culturali di un territorio, attenti ai mutamenti e capaci di interagire nell'immediato con le persone, veri e propri "laboratori didattici" capaci di favorire l'apprendimento cooperativo, l'autonomia, la responsabilità, l'iniziativa, doti di cui c'è un gran bisogno per affrontare le complesse sfide cognitive e sociali del presente e del futuro.
"Perchè le scuole di montagna possano essere dei presidi educativi di eccellenza - dichiara Stefania Cherubini, Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Terni - occorre prima di tutto investire nella formazione degli insegnanti, soprattutto di quelli che lavorano nelle pluriclassi, garantire la continuità dell'insegnamento e sostenere progetti innovativi volti a superare le "sofferenze" di organico. Ma soprattutto occorre istituire in sede di Conferenza Unificata un tavolo che affronti in maniera specifica la situazione e i bisogni dei presidi scolastici montani e delle piccole isole".
Marilisa Romagno
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