04/01/2018 - 18:19

Sacchetti bio a pagamento: i social network si scatenano

I social network si scatenano sulla faccenda dei sacchetti bio. Tra pro e contro, spuntano immagini spiritose e commenti importanti.

Continua a tener banco la vicenda dei sacchi biodegradabili a pagamento per l'ortofrutta. Sui diversi social impazzano commenti ed immagini spiritose.

sacchetti bio

Il polverone sollevato dall'entrata in vigore dei sacchi biodegradabili a pagamento non accenna a calmarsi. Sui diversi social impazzano commenti sui sacchetti bio, immagini spiritose e c'è chi, come il segretario del PD Matteo Renzi, affida a Fb la sua risposta in merito a chi lo accusa di complotto per favorire Novamont, l'azienda più grande in Italia che produce i famigerati sacchetti.

"L'ultima che sta girando molto via sms - scrive Renzi - è che avrei organizzato un complotto per aiutare miei amici e cugini di terzo grado impegnati nella fabbricazione di sacchetti. Ebbene sì. Voi non immaginate quanto sia diabolica la nostra mente: prepariamo complotti tutti i giorni, anche tra San Silvestro e Capodanno. La storia è molto semplice. Nel 2017 l'Italia ha attuato una direttiva europea che tende a eliminare la plastica dai sacchetti. L'obiettivo sacrosanto è combattere l'inquinamento alla luce degli impegni che abbiamo firmato a Parigi e che rivendichiamo: noi a differenza di Trump non abbiamo cambiato idea".

Fortunatamente Novamont non è l'unica azienda a produrre sacchetti biodegradabili. "E quanto all'accusa che il Parlamento lo avrebbe fatto per un'azienda amica del PD - continua Renzi -  vorrei ricordare che in Italia ci sono circa 150 aziende che fabbricano sacchetti prodotti da materiale naturali e non da petrolio. Hanno quattromila dipendenti e circa 350 milioni di fatturato. Anziché gridare al complotto dovremmo aiutare a creare nuove aziende nel settore della Green Economy senza lasciare il futuro nelle mani dei nostri concorrenti internazionali".

Anche il Ministero dell'Ambiente è molto attivo in queste ore, ha pubblicato una circolare che chiarisce cosa si intende per buste in plastica biodegradabili. Anche il Ministro Galletti ha voluto esporre la sua opinione sull'argomento: “Le polemiche sul pagamento di uno o due centesimi a busta – afferma il ministro - sono solo un’occasione di strumentalizzazione elettorale dato che appare evidente che si tratta di una operazione-trasparenza voluta dal Parlamento unanime. Le buste più ambientalmente sostenibili e con una sempre maggiore percentuale di biodegradabilità sarebbero state comunque pagate dai consumatori, come del resto accadeva per quelle in uso fino al 31 dicembre, con un ricarico sul prezzo dei prodotti. Oggi il consumatore sa quanto costa l’impegno di ciascuno per la lotta alle plastiche e alle microplastiche che infestano i nostri mari e finiscono nella nostra catena alimentare”.

“Inoltre – conclude Galletti - stiamo verificando con il ministero della salute la possibilità di consentire ai consumatori di usare sporte portate da casa in sostituzione dei sacchetti ultraleggeri, convinti come siamo che il miglior rifiuto è sempre quello che non si produce. 

Tommaso Tautonico
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