26/03/2014 - 11:26

Risparmiare su assicurazione auto con il car sharing, ecco come fare

In attesa di scoprire se il futuro della mobilità si chiamerà car sharing, nelle grandi città i primi esperimenti di veicoli e assicurazioni auto condivise
Per potersi muovere nelle grandi città italiane le alternative sono prevalentemente due: o si sceglie di viaggiare sui mezzi pubblici, o si decide di viaggiare in auto. Spesso però scegliere la polizza assicurativa migliore è una vera avventura che comporta dei costi importanti. Internet, se non altro, permette di informarsi sui preventivi auto più convenienti e di farsi trovare preparati al momento della scelta. 
 
Per chi allora sogna di stipulare una polizza assicurativa conveniente relativamente ai pochi chilometri che percorrerà, la soluzione sembra essere quella di condividere il viaggio in auto con qualcuno e dividere le spese: questo sistema si chiama car sharing ed è già sbarcato in Italia. Sì, perché come racconta l’Aci (Automobile Club d’Italia) attraverso le parole di Enrico Pagliari, un’auto in media viene a costare 3mila e 500 euro ogni anno, anche se viene lasciata nel posto auto di casa: e si badi bene, si tratta solo delle spese necessarie ad assicurarla e a mantenerla in vita.
 
I costi di polizze e carburante si segnalano in aumento da anni, a fronte di un costo della vita sempre più alto a cui fa da contraltare l’abbattimento dei redditi perle famiglie. Così, la questione caro-auto assume una rilevanza maggiore con l’incedere dei fattori di crisi.
 
Uno studio di Frost & Sullivan ha parlato delle iniziative volte a risolvere il problema dei parcheggi al lavoro: oggi sono 2mila i veicoli adibiti al car sharing aziendale. Le stime poi sono particolarmente ottimiste, vedendo nel 2020 un aumento importante di veicoli aziendali condivisi per arrivare a una cifra pari a 100mila auto.
 
Si condividerà così la quota per il parcheggio in azienda e tutte le spese relative ai tragitti da casa a lavoro e viceversa. Come Martyn Briggs, il Mobility Program Manager di Frost & Sullivan sostiene, “i vantaggi della mobilità condivisa stanno nella riduzione dei costi, nel miglioramento dell’efficienza, nonché in termini di facilità di utilizzo e flessibilità”. Un’opzione che fa gola anche al pubblico non dipendente.
 
Milano si afferma allora come capitale della mobilità condivisa. Qui troviamo ben cinque servizi attivi e due in itinere, complice anche la sensibilità del Comune di Milano, che nel 2013 ha autorizzato (a fronte di un pagamento di mille e 100 euro a veicolo) i servizi a entrare nello spazio cittadino e in Area C e a fruire dei parcheggi a pagamento in modo gratuito.
 
Presente Car2go, che si appoggia alle Smart di Daimler e a Europcar, e anche la joint venture tra Fiat, Eni e Trenitalia chiamata Enjoy: la tariffazione di Enjoy è di pochi centesimi al minuto (25 centesimi di euro per i primi 50 chilometri di percorrenza) e la sosta si paga 10 centesimi di euro al minuto. L’iniziativa ha fatto il boom di iscritti, a sentire i numeri raccontati da Giuseppe Macchia, che per Eni cura il marketing della mobilità intelligente: a tre mesi dal lancio sono più di 55mila gli iscritti, che potranno utilizzare le 644 Fiat 500 rosse a disposizione, già noleggiate circa 200mila volte.
Quella di Car2Go invece prevede per i suoi attuali 60 mila iscritti 29 centesimi per ogni minuto di guida e di sosta, con 600 Smart a disposizione cui si aggiungeranno a breve altri 200 esemplari. Un progetto che secondo Gianni Martino andrà a togliere 12 auto dal traffico per ogni veicolo messo in condivisione.
 
A Roma a favore dei potenziali sharers c’è già Car2Go con 500 Smart, mentre a breve arriverà anche Enjoy con 600 auto: accanto a loro anche NhP, il servizio di auto elettriche che metterà a disposizione 50 auto secondo il bando di Roma Capitale per liberare le strade romane.
 
In Trentino Alto Adige c’è invece Flickster, che con Deutsche Bank ha messo a disposizione 35 auto in 20 stazioni ferroviarie locali: un’opzione rivolta anche ai turisti grazie alla collaborazione con DB Rent e le società Carsharing Südtirol Alto Aldige e Car Sharing Trentino.
 
Anche Napoli dice la sua, con la neonata Ci.Ro (City Roaming) che lavora grazie alla collaborazione con Renault e le sue 12 auto elettriche tra Zoe, Kangoo Z.E e Fluence Z.E: un’interessante funzione aggiuntiva che il servizio mette a disposizione è un software integrato che stimola la scoperta di luoghi nascosti della città partenopea, ristoranti e attrazioni.
 
Dryfe e Car2Share si concentrano invece su peer to peer: sulla scia delle buone esperienze aziendali e ponendosi come linea continua sulle sperimentazioni in America e Germania, questi due servizi metteranno a disposizione app per geolocalizzarsi e trovarsi tra automobilisti per condividere auto e viaggio e dimezzare le spese, con le start up che otterranno in cambio una percentuale sulle transazioni.
 
Il problema assicurazione però è fondamentale: serve necessariamente una doppia polizza, l’una che protegge con una soluzione Kasko il proprietario dell’auto messa a disposizione e l’altra che protegga il conducente con Rca e franchigia. Un problema tuttavia risolvibile, a confronto della normativa ancora poco aggiornata sul tema dello sharing: l’articolo 84 del Codice della Strada infatti vieta l’affitto di auto a meno che essere non riportino sul libretto la possibilità di essere noleggiate.
 
In attesa dell’aggiornamento normativo, si cerca di risolvere anche il problema del vandalismo e della guida spericolata (che comunque viene pagata profumatamente da chi guida), cercando di sensibilizzare anche le periferie sul car sharing e il rispetto di esso come bene pubblico.
SuperMoney
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