10/07/2023 - 18:09

Riscaldamento climatico. Nuove possibili soluzioni dall'America

riscaldamento climatico, effetto serra

Combattere il riscaldamento climatico: le strategie adottate e le nuove ipotesi di geoingegneria

La questione cambiamenti climatici sta preoccupando i Governi di tutto il mondo. Non è un caso che negli ultimi anni, le riunioni nella ricerca di strategie sostenibili siano all’ordine del giorno. Se abbiano messo del loro anche le lotte di attivisti come Greta Thumberg e delle manifestazioni settimanali del Friday For Future non è dato saperlo. Ciò che è certo, è che la presa di coscienza pare esserci stata.

A cosa sono dovuti i cambiamenti climatici?

Il motivo principale per cui il clima sta cambiando, riscaldando la Terra, è l’emissione eccessiva di gas a effetto serra. Di cosa si tratta? Di gas, come l’Anidride Carbonica, che non permettono ai raggi solari di tornare nell’atmosfera, creando, appunto l’effetto serra.

Con questa locuzione si intende, quell’effetto di riscaldamento climatico dovuto proprio alla schermatura creata dai gas che non permettono alle radiazioni solari sotto forma di raggi infrarossi di tornare nello spazio. In natura l’effetto serra permette la sopravvivenza sulla Terra, alzando la temperatura, che senza di esso si aggirerebbe intorno ai -19°C. L’anidride carbonica in quantità naturalmente accettabile, quindi, è un aiuto alla sopravvivenza degli esseri viventi.

Il danno arriva, dunque, dall’enorme quantità di anidride carbonica rilasciata nell’atmosfera per lo più a causa delle attività umana e dalla troppa deforestazione. Grazie alla fotosintesi clorofilliana, infatti, gli alberi assorbono la CO2 per la loro respirazione. Meno alberi, più CO2 in circolo.

Le strategie per i cambiamenti climatici

L’Unione Europea ha firmato l’accordo di Parigi per cercare di trovare delle strategie di combattimento dei cambiamenti climatici. Nell’accordo si è dato l’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica entro il 2030. Un primo obiettivo era di ridurre le emissioni del 40%, ma la percentuale è stata aumentata al 55% nel 2021.

Il 2050 viene considerato l’anno zero della neutralità climatica europea. Cioè sarà l’anno in cui l’UE avrà raggiunto l’obiettivo di zero emissioni. Per farlo dovrà seguire passo passo quello che viene definito il Green Deal, cioè una vera e propria tabella di marcia necessaria a completare l’obiettivo. Un obbligo più che una volontà, visto che la legge sul clima ha sancito che l’UE dovrà ridurre a zero le emissioni di anidride carbonica.

Inoltre è già in svolgimento l’Agenda 2030, una serie di obiettivi che permetteranno all’Europa, ma anche al resto del mondo di ridurre il proprio impatto sull’ambiente. Accorgimenti di privati, ma anche e soprattutto di grandi aziende. Infatti se è necessario, per esempio, tenere oculatezza nello smaltimento dei rifiuti optando per la raccolta differenziata, è altrettanto necessario che le grandi industrie operino cercando di evitare quanto più possibile le emissioni di CO2.

Allo stesso modo è necessaria la riforestazione, la biodiversità, non sovrasfruttare le risorse che la Terra offre.

Nuove ipotesi e sperimentazioni e possibili conseguenze

Per combattere il cambiamento climatico, il Governo Biden assieme ad alcuni scienziati americani hanno ideato una nuova strategia. L’oscuramento del sole. In che cosa consisterebbe? Secondo alcuni studi condotti dai geoingegneri dell’Università di Harvard si potrebbe arginare il riscaldamento climatico con la presenza di più nuvole.

L’esperimento condotto prende il nome di ScoPex (Stratospheric Controlled Perturbation Experiment, Esperimento sulla perturbazione controllata stratosferica, ndr) e consisterebbe nel lancio nella stratosfera di palloni aerostatici contenenti una soluzione composta da acqua, gesso e particelle di zolfo, cercando dunque di ricreare le nubi conseguenti a eruzioni vulcaniche.

Lo zolfo non permette ai raggi solari di passare sulla Terra, quindi, in questo modo la temperatura sarebbe regolata e abbassata. Secondo le ipotesi, questi lanci, per la durata di dieci anni, porterebbero a un abbassamento significativo della temperatura. Soprattutto se questi palloni aerostatici verrebbero lanciati nelle zone equatoriali.

Di contro, però, l’alterazione della biochimica dell’atmosfera potrebbe portare a conseguenze sconosciute e potenzialmente pericolose.

Dagli studi di Olivia Borgue e Andreas Hein arriva invece un’altra idea. Si andrebbe ad applicare sempre la geoingegneria, ma non per creare dei composti chimici, quanto delle vele solari. Cioè dei piccoli ombrellini lanciati sul punto di Longrange L1 tra la Terra e il Sole, in modo che le radiazioni solari rimbalzino sulle vele e tornino indietro. Questo permetterebbe un abbassamento delle temperature, arrivando a quelle del periodo preindustriale.

La conseguenza, però, sarebbe un abbassamento del 5% delle precipitazioni globali, che sarebbe ideale per le zone a rischio inondazioni, ma deleterio per le zone a rischio siccità. Infatti, quelle zone andrebbero a inaridirsi proprio perché pioverebbe di meno.

Insomma la geoingegneria sembrerebbe la panacea per il riscaldamento globale, ma non sembrerebbe trovare l’appoggio di tutti gli scienziati. Infatti, a molti queste sperimentazioni apparirebbero come una sorta di effetto placebo, una negazione del reale problema: le emissioni di gas serra.

Al di là dei rischi che comporterebbero gli interventi, l’ipotesi di chi non concorda con queste possibili soluzioni è che si stia cercando un escamotage per continuare a operare in maniera incontrollata a livello industriale, con emissioni di gas a effetto serra senza soglie limite, sovrasfruttamento delle risorse, deforestazione. In breve una via più comoda per evitare impegni e sacrifici maggiori.

Cristina Mariano
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