01/01/2013 - 01:00

Processo Eternit attraverso le lenti del diritto ambientale e della sociologia

Il 13 febbraio scorso si è concluso a Torino, dopo poco più di due anni, il più grande processo per inquinamento mai celebrato in Europa, con la costituzione di circa 3000 parti civili, sui casi di morte da amianto tra gli ex lavoratori delle filiali italiane dell'Eternit. Unici due indagati dell'inchiesta condotta da Raffaele Guariniello sono stati il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis de Cartier de Marchenne.
I due proprietari dell'azienda Eternit, accusati di disastro doloso e di omissione dolosa di controlli antinfortunistici, con una sentenza che è stata dipinta dai giornali di tutto il mondo e dallo stesso procuratore Guariniello come "storica" , sono stati condannati a 16 anni di reclusione ciascuno.

Questo speciale intende affrontare la questione dell'inquinamento da amianto in Italia attraverso l'analisi dei principi europei in materia ambientale recepiti dal nostro apparato legislativo e inseriti all'interno del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. I principi sono i seguenti: sviluppo sostenibile, sussidiarietà, solidarietà, integrazione, precauzione, azione preventiva, correzione in via prioritaria, chi inquina paga. Quelli cui si farà maggiore riferimento saranno il principio di precauzione e quello di azione preventiva, quelli che meglio si collegano al discorso dell'inquinamento e delle morti per amianto. Si farà anche riferimento a un altro principio molto controverso, il "chi inquina paga" che soprattutto nelle ultime settimane di processo, con i tentativi risarcitori proposti dagli avvocati dei due imputati, ha dato vita a diverse e forti reazioni.

Se i principi europei, primi fra tutti questi tre, fossero realmente recepiti si potrebbero evitare disastri simili in futuro? È forse difficile rispondere a questa domanda, ma probabilmente l'esito del processo Eternit, punta dell'iceberg di lotte decennali, ha dato una svolta alla questione della tutela ambientale in Italia e non solo. La sentenza di Torino, attraverso il riconoscimento del disastro doloso - e non solamente colposo -, ha aperto una pagina nuova non solo all'interno della questione amianto, ma anche per quanto riguarda, più in generale, i crimini ambientali e le tematiche relative alla tutela dell'ambiente e della salute umana.

Alcuni temi degni di nota sono, ad esempio, lo sviluppo di azioni sociali, come la class action o la costruzione della vittimizzazione attraverso canali innovativi e nuovi media - come il social network Facebook - utilizzati per creare consapevolezza e supporto alle vittime e ai loro familiari, e l'attenzione alla responsabilità sociale d'impresa, materia che in alcuni Paesi è entrata a fare parte del corpus legislativo.

(autore: Silvia Musso)
Redazione
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