01/01/2013 - 01:00

Papa Giovanni Paolo II: ricordo di un uomo unico!

Sei anni fa, come oggi, moriva Papa Giovanni Paolo II. Papa dall'indiscusso valore religioso e politico, ma soprattutto umano. Per la mia generazione è stato il Nonno! Per tutti il punto di riferimento in un momento storico di grandi cambiamenti, che lui stesso ha contribuito a determinare.
Il 16 ottobre 1978, quando fu eletto Papa Giovanni Paolo II, io avevo appena 8 anni. Un bambino come tanti. Ricordo, ancora, che nei mesi precedenti erano morti due Papi, uno di seguito all'altro. Fatto eccezionale, che gettò nello sconforto il mondo cattolico, soprattutto nel Bellunese, dove abitavo, e da dove proveniva Papa Giovanni Paolo I (Papa Luciani).

Ma torniamo a quel giorno. L'esordio del Papa fu clamoroso: riuscì a farci sorridere tutti, ma in particolare noi bimbi che frequentavamo le scuole e che vivevamo il rigore dell'insegnamento della lingua italiana: "Se mi sbaglio mi corrigerete". Fu l'esordio dell'Umanità di un Uomo, prima che di un Papa. Fu la scintilla che fece scattare in noi tanti sentimenti: prima la curiosità, per questo uomo che veniva da tanto lontano, ma soprattutto dall'Est; poi la simpatia, per un uomo tanto potente, ma tanto alla mano.
Il suo papato si è contraddistinto da subito per la quantità e la qualità di viaggi. Ovunque nel mondo. Tutti percepivano la sua onnipresenza, ma soprattutto la sua vicinanza. Era ricorrente vederlo in televisione la domenica mattina in chissà quale punto del mondo. Penso di aver appreso il nome di molti stati e città del mondo grazie a lui, più che all'insegnamento della maestra a scuola.
Percepivo, pur essendo molto piccolo, che il Papa aveva in mente qualcosa di molto grande, che noi poveri umani avremmo compreso solo molto tempo dopo.

E l'attentato del 1981 alla sua persona, ne fu la prova più schiacciante! Stava cambiando il mondo! Vivemmo giorni di grande angoscia, ma fummo sorretti soprattutto dalla sua forza: per noi piccoli era come un Supereroe!

Come noto, la sua determinazione lo portò a superare quel momento difficile, e gli rimise le ali. Ricominciò a percorere le strade del mondo, ma si concentrò soprattutto nella sua fine azione di sgretolamento del blocco comunista.

Nel 1989, quando cadde il muro di Berlino, era una sera di novembre, avevo 19 anni. Ricordo ancora la trepidazione di quegli attimi. Era come se si fosse aperta la porta di una casa rimasta chiusa per anni: entrò tanta aria fresca, tanta speranza.

L'emozione, più grande per Lui, ma anche per noi, fu il giorno che ricevette a Roma il Presidente della Repubblica Polacca Lech Walesa: il sogno si era compiuto, senza aver fatto versare una goccia di sangue!

Gli anni a seguire, li ho vissuti cogliendo del Papa soprattutto le riflessioni sul mondo capitalistico. La sua opera incompiuta! Era chiaro che voleva portarci tutti, ad una terza via, intermedia tra il comunismo ed il capitalismo liberista.

Gli anni della sofferenza li ho vissuti cogliendo il suo coraggio e la sua forza che a tutti noi mancano! Fino alla fine, in giro per il mondo con il sorriso sulle labbra.

Tra il suo esordio e la sua fine, tutti non potranno non dimenticare lo straordinario coinvolgimento dei giovani. Era la sua missione più importante! Le giornalte mondiali della gioventù impressionavano per le dimensioni dei numeri. Tanti giovani che accorrevano per ascoltare un uomo anziano. Che fatto straordinario! Aveva rivoluzionato la contemporaneità, riportando la lancetta dell'orologio ai tempi in cui i giovani ascoltavano gli anziani. E gli anziani si nutrivano di gioventù! Il più grande insegamento che ci ha lasciato, ma che la classe politica attuale non ha colto.

Il giorno della sua morte ho pianto! Non lo dico per dire: era morto l'unico vero punto di riferimento pubblico della mia vita! Il nonno che non mai avuto!
Riccardo Bandello
Editore