01/01/2013 - 01:00

Nucleare: il governo fa' una scelta da 'attendista stregone'

L'indipendenza energetica del paese passa attraverso il mix delle rinnovabili, ma la non-decisione non le aiuta. La moratoria sul nucleare che il Governo ha annunciato in vista del Consiglio dei Ministri previsto per oggi, crea un'ulteriore incertezza programmatica e un presupposto di ostacolo allo sviluppo delle fonti rinnovabili.
La moratoria è tra l'altro nel pieno segno di continuità della storia di nucleare Italia, pieno di tentennamenti, contraddizioni, ripensamenti. Questa 'non decisione' aumenta un caos che automaticamente privilegia le fonti fossili: chi nell'incertezza del nucleare investirà in maniera decisa verso le rinnovabili, già indebolite con provvedimenti scellerati di riduzione degli incentivi ancor prima della crisi del Giappone? E' chiaro che la scelta da vero 'attendista stregone' del Governo mira a sgonfiare la tensione sul referendum (l'incidente del Giappone ha aperto gli occhi agli italiani sui rischi e la pericolosa gestione da parte dei privati del nucleare): il Governo ha bisogno di tempo per riavviare un percorso su cui non si capisce quali possano essere gli elementi di vero ripensamento che vengono maturati da qui a un anno.

"Già immaginiamo che qualcuno tra 12 mesi verrà a dirci che l'incidente in Giappone è dovuto principalmente allo tsunami , evento che nel nostro paese non si verificherà mai e che, essendo le centrali previste in Italia più sicure di quelle giapponesi non ci sarà alcun problema - ha dichiarato Gaetano Benedetto, direttore delle politiche ambientali del WWF Italia - In realtà, come il WWF ha documentato, il problema non è solo quello della sicurezza ma della prospettiva economica che si intende costruire nel futuro. Questa non può che esser basata sull'indipendenza energetica che certo non viene garantita dall'uranio, di cui l'Italia non dispone e il cui prezzo tutti gli economisti sostengono sarà destinato ad aumentare.

Poiché già oggi abbiamo una potenza elettrica installata pari a più del doppio del picco massimo di consumo (che peraltro dura solo poche ore), e poiché abbiamo forniture energetiche già contrattualizzate per i prossimi 20 anni il problema è solo quello della prospettiva. Da un lato c'è il nucleare e dall'altro c'è un'economia diffusa e una ricerca applicata legata alle rinnovabili. Gli italiani sembra che abbiamo già scelto da che parte stare e se il Governo vuole esser coerente con questo sentimento ormai popolare dovrebbe cancellare la previsione del nucleare garantendo che la Strategia energetica nazionale (che l'Italia sta ancora aspettando), sia basata su un progressivo superamento del fonti fossili attraverso un mix di tutte fonti rinnovabili. Se non lo cancella il Governo, ci penseranno gli italiani con il prossimo referendum".
Marilisa Romagno
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