09/05/2014 - 12:05

Mobilità sostenibile: sono finiti gli incentivi per i privati. Inutilizzati quelli per le aziende

Sono durati meno di 3 giorni e sono finiti. Parliamo degli incentivi alla mobilità sostenibile varati dal governo il 6 maggio scorso e destinati in particolare ai veicoli a basse emissioni complessive (Bec). I contributi puntavano a favorire l'acquisto di veicoli ad alimentazione alternativa (elettrici, ibridi, a metano, biometano, GPL, biocombustibili, idrogeno) con emissioni di anidride carbonica (CO2), allo scarico, non superiori, rispettivamente a 120, 95 e 50 g/km.
In pochissimo tempo però i contributi sono svaniti, almeno quelli per i privati mentre quelli per le aziende al momento giacciono ancora inutilizzati. A spiegare cosa sta succedendo ai microincentivi ecologici  voluti dal ministero dello Sviluppo economico è stato il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi. 
 
Federauto aveva stimato che i fondi per i privati si sarebbero esauriti tra i 3 e i 5 giorni e così è stato. I 31 milioni a disposizione delle aziende, invece, sono quasi tutti lì. Questo perché la chiave d'accesso all'incentivo, per le partite IVA, è rottamare una vettura con più di dieci anni, ma le aziende italiane, tranne in qualche raro caso, ammortizzano e sostituiscono questi beni molto prima, spiega l'associazione.
 
'Purtroppo - ha spiegato in una nota - il presidente dell'associazione che rappresenta i concessionari di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, industriali e autobus - si è riproposta questa misura nonostante l'esperienza del 2013 fosse stata fallimentare sotto tutti i punti di vista. Non abbiamo allargato il mercato, non abbiamo orientato gli acquisti verso vetture ecologiche e non abbiamo ricavato nessun insegnamento o dato statistico'.
 
'Questi incentivi, è bene ricordarlo per l'ennesima volta, Federauto li ha contrastati con tutte le sue forze dal lontano 2012. Ma nessuno ha mai riflettuto sul fatto che i concessionari, i primi beneficiari del provvedimento dopo i clienti, si fossero espressi negativamente. Volessero, incredibile a dirsi, rinunciare a dei soldi pubblici! Ma questa operazione - che noi abbiamo definito 'il porcellum dell'auto' - ha recato più danni che benefici. Da un lato ha ingenerato nel consumatore aspettative esagerate, in virtù delle scarse risorse a disposizione, dall'altro non ha modificato le proporzioni delle richieste di vetture a basso impatto ambientale. O in misura irrisoria. L'unico effetto è di aver buttato soldi pubblici - almeno quelli dei privati, perché quelli delle aziende sono ancora lì - in un momento storico dove si dovrebbe avere il massimo rispetto di ogni singolo euro che lo Stato spende. Anche perché sono le tasse che noi tutti paghiamo' ha detto Pavan Bernacchi.
 
'Sarebbe stato meglio dare questi 120 milioni di euro (la somma dei fondi triennali) agli esodati, ai terremotati o ad altri soggetti che ne avrebbero tratto un beneficio reale. Il mondo dell'automotive in Italia occupa 1.200.000 persone, fattura l'11,4% del PIL e sta perdendo il 35% del fatturato rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Noi abbiamo bisogno di un piano organico a tutto tondo. Lo Stato introiterebbe più denaro, svecchieremmo il circolante con benefici per la sicurezza e l'ambiente e sosterremmo il mondo del lavoro. Un piano serio, non provvedimenti sbagliati. Piuttosto delle briciole? Meglio niente' ha concluso il presidente dell'associazione.
Rosamaria Freda
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