12/12/2017 - 11:13

Mobilità: ecco le 10 peggiori linee ferroviarie d'Italia

Dieci linee ferroviaria italiane si distinguono per scarsa qualità. Lo dice il rapporto Pendolaria 2017 di Legambiente.

In concomitanza del lancio della campagna Pendolaria 2017, Legambiente presenta le dieci peggiori linee ferroviaria italiane secondo i giudizi degli stessi pendolari.

linee ferroviarie

Ogni giorno 3 milioni di italiani si spostano in treno per lavoro o per studio. Se vogliamo realmente migliorare la qualità della nostra aria, dobbiamo fare in modo di aumentare il numero di cittadini che scelgono il treno ma per farlo dobbiamo necessariamenti migliore i servizi ferroviari. Per questo Legambiente ha chiedsto agli stessi pendolari di valutare la qualità delle linee ferroviarie che utilizzano quotidianamente. I risultati dell'analisi sono riassunti nel rapporto Pendolaria 2017.

Sono dieci le linee ferroviarie peggiori d'Italia: la Roma-Lido, la Circumvesuviana, la Reggio Calabria-Taranto, la Verona-Rovigo, la Brescia-Casalmaggiore-Parma, l’Agrigento-Palermo, la Settimo Torinese-Pont Canavese, la Campobasso-Roma, la Genova-Savona-Ventimiglia, la Bari-Corato-Barletta. Ritardi, tagli nel numero delle corse, orari inadatti per le esigenze dei pendolari, mezzi vecchi e poco capienti, sono queste le lamentele più registrate dai viaggiatori che rischiano di trasformare i pendolari delle rotaie in pendolari su quattro ruote.

Critica la posizione di Legambiente: "L’Italia ha bisogno di aumentare sensibilmente il numero di passeggeri che viaggiano in treno e, nelle principali città, di chi si sposta in metro e in tram, se vuole migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni di CO2 come previsto dall’Accordo di Parigi. Ma l’entrata in vigore dell’orario ferroviario invernale vede ancora una volta aumentare l’offerta di treni ad alta velocità e invece poche novità sul resto della rete. Basti dire che 7 anni fa, prima dei tagli, circolava il 6,5% di treni regionali in più e il 20% di treni Intercity. Il nuovo orario invernale fotografa al contrario un boom di collegamenti veloci, come per esempio le 50 corse al giorno di Frecciarossa e le 25 di Italo da Roma a Milano, per un aumento dell’offerta del 78,5% dei treni in circolazione in 7 anni, con un treno ogni 10 minuti negli orari di punta. Eppure i viaggiatori che beneficiano dei servizi ad alta velocità sono 170.000 contro i tre milioni circa di pendolari che si spostano ogni giorno sulle linee ordinarie dove la situazione non vede miglioramenti".

“Il problema del trasporto ferroviario in Italia è che manca una strategia di potenziamento complessivo, al di fuori dell'Alta Velocità, - commenta Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - che permetta di migliorare l’offerta a partire dalle grandi città e dalle situazioni più difficili sulle linee secondarie, in particolare del Sud. Chiediamo al governo Gentiloni di individuare subito risorse nella legge di Stabilità in corso di approvazione per rilanciare la cura del ferro che serve al Paese nelle città. Inoltre, si deve intervenire con urgenza nelle situazioni più gravi e insopportabili, come quella che vivono ogni giorno centinaia di migliaia di pendolari, in particolare a Roma e a Napoli, dove il numero dei passeggeri su treno è diminuito del 30% in questi anni”.   

Tommaso Tautonico
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