01/10/2018 - 18:15

Misure antismog. Ecco come incentivare la mobilità sostenibile e tassare l'inquinamento

Il 94% degli italiani, secondo un sondaggio, è preoccupato per la qualità dell’aria. Nel giorno in cui scattano i blocchi della circolazione delle auto più inquinanti in tante città, Legambiente propone una rimodulazione delle pesanti tasse sul trasporto e di favorire mobilità sostenibile, meno smog e traffico.

mobilità sostenibile

"I blocchi antismog non bastano, servono lungimiranti politiche per una nuova mobilità elettrica, leggera, condivisa, sicura per tutti”. Per ridurre l’inquinamento e per rendere le città più vivibili e libere dalle auto, bisogna avere il coraggio di ripensare il carico fiscale che grava sulla mobilità delle persone e puntare su un’efficace e innovativa rivoluzione urbana che sia chiama  green mobility, sempre più sostenibile, alternativa, connessa, condivisa, multimodale, elettrica. In che modo? Orientando le tasse sui trasporti in misura proporzionale all'inquinamento e allo spreco, facendo valere il principio “tanto inquino tanto pago” e incentivando la mobilità sostenibile. È questa la sfida che Legambiente lancia al Governo, nel giorno in cui in alcune città scatta lo stop ai diesel più vecchi, e che ha riassunto nelle dieci proposte  presentate oggi a Roma nell’ambito del convegno Green Mobility. Un incontro organizzato per parlare e confrontarsi sulle sfide e sul futuro della mobilità sostenibile insieme ad esperti del settore e a rappresentanti del mondo politico.

Quelle che avanza Legambiente sono proposte concrete, facilmente attuabili, e soprattutto a gettito fiscale inalterato perché spostano il prelievo dalle forme più inquinanti a quelle meno inquinanti. Si va, ad esempio,dalla rimodulazione delle accise sui carburanti in rapporto all'inquinamento (meno cara la benzina, un po' più caro il gasolio), all’introduzione di “voucher per la mobilità sostenibile” di mille euro spendibili in abbonamenti trasporto pubblico, noleggi e e-bike per chi rottama la vecchia auto. Dall'incentivo sino a 6 mila euro per acquisto di un'auto elettrica al sostegno delle forme di sharing mobility (mezzi e viaggi), sino alla regolamentazione dei mezzi di micromobilità elettrica (dal monoruota al monopattino) al sostegno dei comuni per investimenti e programmi sfidanti di mobilità sostenibile.

Idee che l’associazione ambientalista ha presentato oggi, 1 ottobre, nel giorno in cui scatta in diverse città italiane del Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna il blocco della circolazione dei mezzi più inquinanti, norme dettate dall’Accordo di Bacino Padano, per mitigare i rischi legati all'inquinamento. Un problema, quello dell’emergenza smog e dell’inquinamento atmosferico, che preoccupa la gran parte degli italiani: da quanto emerge dal sondaggio di Lorien Consulting, presentato oggi a Roma, il 94% dei cittadini intervistati è, infatti, preoccupato per la qualità dell’aria, il 39% è molto preoccupato. Per  questo è  urgente dare una risposta: per Legambiente i blocchi da soli non bastano, perché per contrastare il problema dello smog e rendere le città più vivibili e libere dalle auto, servono nuove politiche urbane che mettano davvero al centro il trasporto locale, treni pendolari e mobilità alternativa e soprattutto occorre ripensare il carico fiscale che grava sulla mobilità delle persone.

L’associazione ambientalista ricorda che in tutta Italia circolano 14,7 milioni di veicoli (diesel e benzina Euro0, 1, 2, 3) su un totale di 37/38 milioni. Nel 2017 le automobili Euro0 circolanti in Italia, stando agli ultimi dati diffusi, sono 3.768.213 e nello stesso anno ne sono state radiate (sempre Euro0) 71.077. Da  oggi, dal 1 ottobre 2018, sono circa 3 milioni i veicoli tra automobili (circa 2,3 milioni) e furgoni (600mila) – benzina Euro0 e diesel Euro0 1 2 3 (per Emilia Romagna anche Euro4),  a cui è stata vietata la circolazione in gran parte delle città principali delle regioni Pianura Padana per via delle misure anti-smog previste dal “Nuovo accordo per la qualità dell’aria nel bacino padano”.

Il gettito fiscale del settore trasporto e mobilità ammonta ad oltre 72 miliardi di euro nel 2017: metà dei quali deriva da accise e Iva sui carburanti e il restante ripartito tra tasse sull’assicurazione, l’acquisto, il possesso (bollo), i ricambi e la gestione. Tasse che vanno nella fiscalità generale, che non servono per coprire i costi sociali dei trasporti, e delle volte sono perfino ingiuste: spesso, paga di più chi inquina di meno (una ibrida Euro6 paga il 50% in più di bollo e il 20% in più carburante di più di un vecchio pickup diesel del professionista con partita iva ). È più caro rottamare un vecchio Euro0 che pagare il bollo alla regione (in media ognuno dei 50 milioni di veicoli a motore – dal ciclomotore al camion - paga 120 euro di bollo all'anno). Il possesso del veicolo costa poco, costa invece molto spostarsi tutti i giorni (11% della spesa della famiglia italiana, Istat).

“La sfida che abbiamo di fronte - dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente - è davvero grande e ambiziosa: dobbiamo infatti fermare i cambiamenti climatici, ridurre un inquinamento che provoca conseguenze gravissime sulla salute, rendere più vivibili le città. Non ci basta qualche incentivo o qualche autobus elettrico, ne vogliamo nuove e altre tasse da aggiungere alle tante che già paghiamo nel settore dei trasporti. Ma vogliamo che si inizi a cambiare, con tutta la progressività possibile, il pesante carico fiscale che grava sulla mobilità delle persone in Italia. Proprio la finanziaria deve diventare l'occasione per spostare la montagna di soldi che gira intorno al trasporto in una chiave trasparente e che incentivi gli spostamenti puliti. Le proposte che formuliamo mirano ad iniziare un cambiamento, progressivo ma radicale, del sistema fiscale che grava sui trasporti, con l’obiettivo di guardare a quel che desideriamo si realizzi tra 10 o 15 anni: dalle modalità degli spostamenti (più intermodalità e condivisione degli veicoli e dei viaggi), ai veicoli per trasportare persone e merci (leggeri, emissioni quasi zero, rinnovabili), alla maggior sicurezza (dalle infrastrutture alle coperture assicurative), alle stesse necessità di trasporto”.

Sintesi delle 10 proposte di Legambiente per la Legge di stabilità 2019

Tutte a bilancio dello stato uguale a zero. Ad ogni incentivo corrisponde il disincentivo del suo contrario. Ogni nuovo mezzo di locomozione, servizio di mobilità, fonte energetica usata, corrisponde un nuovo mercato, capace di generare nuovo gettito fiscale. Le proposte sono nel solco di quelle “azioni di accompagnamento” che premiano la mobilità virtuosa e dall'altro applichino il principio “chi inquina paga” del punto 27 del “Contratto di Governo del cambiamento”.

1. Accise carburanti proporzionali all'inquinamento (al peso molecolare del carbonio): in pratica il gasolio costerà uguale alla benzina nel 2019 e più della benzina nel 2020. E' assurdo che lo Stato continui (con minori tasse) agevolare i diesel, salvo poi bloccarne la circolazione nelle città inquinate.

2. Voucher mobilità sostenibile di mille euro a chi rottama la vecchia auto. Il voucher però non può essere impiegato per acquistarne una nuova, perché lo scopo è ridurre la motorizzazione privata. Con i mille euro si può acquistare abbonamenti e biglietti del trasporto pubblico, servizi sharing mobility, noleggio mezzi e veicoli elettrici elettrici e elettromuscolari (dalla micromobilità sino ai quadricicli leggeri). Il voucher è regionale, così come il “malus” che lo finanzia, costituito da un aumento del bollo sui veicoli più inquinanti e sui mezzi di lavoro (che oggi pagano pochissimo).

3. Sostegno alla mobilità sostenibile finanziati dalle aziende (ed enti pubblici) per dipendenti e famigliari: sempre di mille euro a dipendente, ma annuale. In pratica sino a mille euro di “welfare mobilità” erogati dall'azienda non costituisce reddito da lavoro ed è esentasse. E di composizioni uguale al “voucher”, con in più la possibilità di usare anche flotte aziendali in “corporate sharing” (cioè auto usate per lavoro, ma disponibili per la mobilità privata dei dipendenti).

4. Agevolazione IVA per la sharing mobility (10%, come sui biglietti di mezzi pubblici) e le flotte aziendali elettriche usate come veicoli in condivisione anche per gli spostamenti privati dei dipendenti: in questi casi la detrazione IVA nell'acquisto o noleggio dei veicoli è 100%.

5. Incentivo sino a 6 mila euro per chi acquista un'auto elettrica (metà se plug-in), al pari di quel che succede negli altri grandi paesi europei. E come succede all'estero, finanziato da un aumento delle tasse d'acquisto proporzionale alle emissioni di CO2 e al costo: zero se con emissioni inferiori a 95 grammi CO2 a km, 1% sino a 120 grammi, 2% auto più grandi e inquinanti. La misura è in gradi di finanziare sino a

6. Colonnine di ricarica, incentivo ai privati, locali pubblici, garage, ecc: detrazione del 50% delle spese in 10 anni come nel caso di ristrutturazioni edilizie. Inoltre l'energia elettrica per la ricarica in ambito pubblico non deve essere gravata di alcuna accisa.

7. Autotrasporto: basta sconti fiscali per la trazione a gasolio. Già del 2015 si è smesso di finanziare i camions Euro2 e precedenti. Proponiamo di impiegare le stesse risorse a sostegno di una conversione graduale di tutto il trasporto pesante in biometano – GNL (gas liquefatto) e il trasporto leggero in elettrico.

8. Micromobilità elettrica: monopattini, monoruota ed altri (hoverboard e skateboard), musculari, elettrici ed elettromuscolari, dovrebbero essere sottoposti a norme assimilate a quelle delle e-bike: sicuri, velocità massima 6 Km/h sui marciapiedi, 25 km/h nelle piste ciclabili e ammessi sulla strade urbane. Deve essere consentito il trasporto gratuito sui mezzi pubblici. Se ne sono venduti 45 mila l'anno scorso, possono essere un aiuto e a zero emissioni, per fare intermodalità con i mezzi pubblici!

9. Permettere, per chi usa o possiede un'auto elettrica, di scambiare elettricità in rete: acquistarla quando si ha necessità di ricarica, venderla quando la rete ne ha bisogno. Il contributo dei veicoli può essere determinante con la diffusione in rete dei piccoli impianti rinnovabili discontinui, come il solare e l'eolico.

10. Privilegiare, nei trasferimenti statali ai comuni, i comuni che si sono dati piani sfidanti, con obiettivi di mobilità basse emissioni, elettrificazione, smartless, quartieri “car free”, ridisegno spazio pubblico per privilegiare altre funzioni urbane.

Tommaso Tautonico
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