28/09/2015 - 14:50

Milano, studenti contro gli sprechi alimentari

Anche gli studenti si uniscono alla lotta contro gli sprechi alimentari. Questo grazie all'accordo tra la Onlus QUI Foundation, attiva dal 2007 nel recupero di pasti invenduti dagli esercizi commerciali in favore dei bisognosi, e il portale dedicato agli universitari, University.it.
A Milano sono iniziate le selezioni dei volontari che vogliono prendere parte al progetto Pasto Buono di QUI Foundation. Il bando, rivolto a chi studia nel capoluogo lombardo, presto sarà esteso anche agli universitari di alcune altre città in cui il progetto è attivo - Genova, Roma, Firenze, Cagliari, Civitavecchia, Napoli e Palermo. Pasto Buono deve la sua espansione proprio alla rete di volontari che si sono resi disponibili sul territorio e agli esercizi commerciali (piccoli e grandi, come Tirrenia e il Gruppo Cremonini) che hanno accettato di donare le eccedenze alimentari. Il numero cresce di mese in mese (nel 2014 i pasti recuperati sono stati 200mila): questo testimonia la sensibilità al tema - gli ultimi dati Fao parlano di 1,3 tonnellate di cibo gettate via ogni anno nel mondo, 76 kg a testa solo in Italia.

«Siamo rimasti molto colpiti dal gran numero di studenti che hanno chiesto di collaborare con l'associazione già nelle prime settimane dall'apertura del bando: oltre 60», ha commentato il presidente di QUI Foundation, Gregorio Fogliani. «Gli universitari selezionati, provenienti dagli atenei milanesi, cominceranno a mappare già dalla prossima settimana gli esercizi food a Milano per identificare la disponibilità di eccedenze alimentari e famiglie bisognose a cui consegnarli. I giovani che vogliono aderire, possono farlo sulla pagina dedicata di University.it. Per ristoranti, tavole calde e rosticcerie con disponibilità di eccedenze, è a disposizione il form sul nostro sito QUI Foundation».

«Tra gli universitari il progetto "Pasto Buono" viene vissuto con entusiasmo. Si è arrivati al piacevole paradosso che le richieste d'adesione a questa iniziativa di volontariato sono persino maggiori rispetto a quelle per le nostre attività commerciali retribuite», spiega l'amministratore delegato di Ryler, Federico Pisanty. «Sebbene si racconti di giovani dipendenti dalle tecnologie e avulsi dalla realtà, noi abbiamo riscontrato viceversa un grado di idealismo e partecipazione enormi. Abbiamo così potuto creare una vera e propria "task force" di universitari contro lo spreco alimentare, coordinati con passione e competenza dalla nostra Giorgia Grechi, studentessa di politiche per la cooperazione internazionale allo sviluppo presso l'Università Cattolica di Milano». Per rendere più agevole l'attività, peraltro, Ryler ha implementato una mappa interattiva degli esercizi food e dei centri di raccolta già convenzionati, in modo da consentire agli studenti di identificare rapidamente quelli più vicini: la deperibilità di diverse tipologie di cibo recuperato, infatti, obbliga a minimizzare i tempi d'azione.
Marilisa Romagno
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