13/01/2016 - 20:19

In Trentino, la prima azienda apistica certificata PEFC

Anche le api hanno una casa di qualità. La Casa dell'Ape in Val di Sole è la prima impresa di costruzioni apistiche al mondo a ricevere la certificazione PEFC per l'uso di legno proveniente da boschi gestiti in modo sostenibile. Un altro importante tassello per un'economia locale di qualità, che si aggiunge al miele certificato PEFC prodotto dalla Rigoni di Asiago.
L'hobby di un padre si trasforma in una piccola ma promettente realtà imprenditoriale per il figlio e, al tempo stesso, dimostra la possibilità di fare impresa puntando sulla qualità e su un circolo virtuoso positivo per il tessuto produttivo del proprio territorio, che sia anche una forma di tutela per il patrimonio ambientale.

È nata così la Casa dell'Ape, diventata ufficialmente la prima (e finora unica) azienda di costruzioni apistiche al mondo che possa fregiarsi del marchio PEFC, lo schema di certificazione per la gestione forestale sostenibile più diffuso a livello italiano ed internazionale.

Al centro di questa storia ci sono le api della trentina Val di Sole e una famiglia di Ortisè che le alleva per produrne il miele da usare in casa durante l'anno. Dall'abitudine di costruirsi in proprio le arnie dove mettere a dimora gli operosi insetti, nel 2002 è saltata fuori un'idea semplice: perché non costruirne un numero maggiore aprendo una vera attività commerciale?

La strategia imprenditoriale ha avuto da sempre un filo conduttore: utilizzare materie prime di qualità. Elemento cruciale visto che da esse dipenderà anche il livello qualitativo del miele e degli altri prodotti delle api. “Ecco perché mi sono sempre rifornito da un produttore di semilavorati della mia stessa valle che utilizza legno proveniente dalla Val di Fiemme, dalla Val di Fassa e dai boschi del Cansiglio” afferma Franco Tripodi, titolare dell'azienda "Casa dell'Ape".
Tutte realtà già certificate PEFC, a garanzia del corretto utilizzo del patrimonio boschivo. “Proprio da lì mi è venuto in mente di far ottenere la certificazione anche alla mia azienda, passaggio ancor più semplice per me visto che utilizzo solo legno certificato”. Troppo rischioso utilizzare legno proveniente dall'estero. “Conosco altri rivenditori che vendono arnie già pronte, realizzate con scarti di bancali usati. Si può facilmente immaginare quanto questo possa incidere sulla qualità del miele che vi viene depositato”.

La scelta si è presto rivelata vincente. Soprattutto perché ha aperto la Casa delle Api ai clienti esteri. “In Europa, molti clienti sono attenti alla presenza o meno di una certificazione credibile che assicuri la qualità dei materiali. Averla mi ha permesso di creare contatti importanti durante le fiere alle quali ho partecipato”.

Ma la strategia aziendale su cui poggia la Casa delle Api dimostra anche come il territorio possa diventare elemento di marketing. E in qualche modo completa una originalissima filiera locale del miele. Già da un paio d'anni infatti, nei boschi del Cansiglio la Rigoni di Asiago produce l'unico miele certificato PEFC al mondo. Un progetto ambizioso messo in campo in collaborazione con Veneto Agricoltura e con l’Apat, la maggiore associazione di apicoltori locali, che ha vinto il bando indetto dall'azienda regionale delle foreste, per la gestione e lo sfruttamento dei 500 alveari collocati nell'area.  Un miele frutto di una filiera certificata, legato a un territorio prezioso per la comunità locale e famoso per la sua salubrità.

“Queste due storie – commenta Antonio Brunori, segretario generale del PEFC Italiadimostrano come da un'iniziativa imprenditoriale che punta sull’economia circolare attraverso l’ambiente e la sua gestione sostenibile possano uscire solo vincitori e nessun vinto. Vincono tutti i soggetti della filiera bosco-legno, dai gestori forestali ai produttori di semilavorati, ai trasformatori. Vince un'azienda italiana impegnata nell'alimentazione di qualità. Vincono le comunità locali che vedono trasformare il proprio territorio in un valore aggiunto per le loro produzioni. Vincono i decisori pubblici, che hanno la garanzia di un territorio in salute, ben gestito e quindi a minor rischio di abbandono e di dissesto idrogeologico”.
Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile