01/01/2013 - 01:00

Il Nobel per la Fisica ai cartografi dell'universo

Sono andati a cercare le esplosioni stellari più brillanti per costruire la mappa del cosmo, ma si sono accorti che è una mappa impossibile da disegnare una volta per tutte perchè l'universo continua costantemente ad espandersi: è la scoperta premiata con il Nobel per la Fisica 2011, alla quale sono arrivati in modo del tutto indipendente due gruppi americani.
Saul Perlmutter(52 anni), Brian Schmidt (44 anni) e Adam Riess (42 anni) sono gli autori della scoperta che ha rivoluzionato la cosmologia. Il primo, del Lawrence Berkeley National Laboratory, nel 1988 aveva cominciato a cercare le luci cosmiche più brillanti nell'ambito del progetto sulla Cosmologia e le supernoave. Sei anni più tardi Schmidt, in collaborazione con Riess (oggi nella Johns Hopkins University e nello Space Telescope Science Institute) ha avviato un'impresa analoga nell'ambito del Gruppo di ricerca sulle supernovae High-z, presso l'Università Nazionale Australiana. In questo modo i due gruppi hanno scoperto complessivamente oltre 50 supernovae del tipo IA, i ''fari'' più brillanti, potenti e distanti dell'universo. La sorpresa è stata però accorgersi che queste esplosioni stellari erano molto meno luminose del previsto: un segno inequivocabile che l'universo è in costante espansione. La necessità di trovare il motore responsabile di questa espansione ha portato quindi a ipotizzare un nuovo ingrediente misterioso dell'universo, chiamato energia oscura e che ne occupa ben il 70%.

Per il mondo scientifico non ci sono dubbi che questa scoperta abbia avuto una portata rivoluzionaria. ''Ci troviamo davanti a una serie di osservazioni che hanno cambiato completamente la nostra visione dell'Universo'', ha detto il presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Giovanni Bignami. Misurare le distanze dell'universo è stata da sempre una sfida per generazioni di astronomi e astrofisici. Lo stesso Einstein aveva dovuto fare i conti con il fatto che l'universo si espandeva, tanto da dover aggiungere alla sua equazione una costante, che chiamò ''costante cosmologica'' e che in seguito considerò un errore. Ci sono voluti decenni perchè la scoperta fatta dai tre Nobel riabilitasse la costante cosmologica.

Per questo, come ha rilevato Giancarlo Setti, astrofisico dell'università di Bologna e accademico dei Lincei, la scoperta dell'accelerazione nell'espansione dell'universo è stata ''una svolta decisiva nella cosmologia''. Per il direttore dell'osservatorio di Padova dell'Inaf, Enrico Cappellaro, ''apre un mondo nuovo, non solo nel settore dell'astrofisica, ma anche per i fisici di laboratorio che sono ora impegnati alla ricerca di tracce di questa materia sconosciuta''. Le risposte sono attese, nei prossimi anni, anche da missioni spaziali come Euclid, appena approvata dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e che si comporterà come una sorta di ''grandangolo'' puntato sull'universo per passare in rassegna centinaia di milioni di galassie a caccia di spie capaci di strappare qualche segreto all'energia oscura.
Vesna Tomasevic
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