15/12/2022 - 17:21

Il decalogo di Kyoto Club per il clima

Energia e Clima

Lo scorso 13 dicembre Kyoto Club ha avanzato al Governo dieci proposte da approvare durante la XIX legislatura per affrontare in modo strutturale la crisi energetica e climatica.
climate change [Foto di Tumisu da Pixabay]
Queste le 10 proposte di Kyoto Club da approvare durante la XIX legislatura per affrontare in modo strutturale la crisi energetica e climatica 

1 – Decarbonizzare la Strategia Energetica Nazionale (Sen), il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e Clima (Pniec) e emanare il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (Pnacc)

La Strategia Energetica Nazionale in vigore è ormai resa obsoleta dall’approvazione del Green Deal europeo. È urgente rivederla, basandola totalmente sulle fonti di energia rinnovabile e l’efficienza energetica, per un’Italia a emissioni zero nel 2050.

L’attuale Piano nazionale integrato su energia e clima (Pniec) permette di tagliare le emissioni climalteranti solo del 37% rispetto al 1990, entro il 2030. Il Pnrr prevede la riduzione al 51%, ma a più di un anno dall’adozione del Pnrr, la revisione del Pniec deve ancora iniziare. Il Pniec va aggiornato per tagliare le emissioni non solo del 51%, ma del 55% al 2030, compatibilmente con i target previsti dall’EU Green Deal.

I recenti eventi meteorologici estremi nelle Marche e a Ischia ci hanno drammaticamente ricordato che il nostro Paese deve intensificare l’azione contro i rischi idrogeologici e le politiche di adattamento al rischio climatico. Il Pnacc è fermo al Ministero dell’Ambiente dal giugno 2018. La lotta al dissesto idrogeologico è uno dei principali interventi di adattamento al riscaldamento globale. Ed avere, subito, un Piano, è un presupposto indispensabile per intervenire con efficacia in questo campo.

2 – Per il sostegno all’ economia e bioeconomia circolare

L’economia circolare è un settore cruciale per il Paese, in grado di creare investimenti, occupazione, economia sul territorio, e generare importanti benefici all’ambiente. Per questo è fondamentale che l’Italia acceleri il passo in questa direzione iniziando da quelle opere che servono per farla decollare, con impianti adeguati ad evolvere da trattamento di rifiuti a creazione di risorse. L’Italia deve finalmente puntare sullo sviluppo di una bioeconomia circolare che assicuri prioritariamente la sicurezza alimentare e l’agricoltura di qualità e che alimenti anche le filiere innovative, integrate nei territori, la restituzione di sostanza organica ai suoli e la produzione di energie rinnovabili, con coltivazioni in aree marginali, con prelievi sostenibili di biomassa forestale e con l’utilizzo di scarti e rifiuti organici.

3 – Sblocco immediato delle autorizzazioni per le rinnovabili e aggiornamento del decreto FER 2

La crisi climatica si ferma sostituendo le fonti di energia fossili con quelle rinnovabili e con l’efficienza energetica. In Europa le energie pulite sono in crescita da tempo, in Italia sono ferme quasi da dieci anni, imprigionate da norme e procedure che, i vari Governi che si sono susseguiti, non hanno fatto nulla per correggere e che trasformano ogni nuovo progetto solare ed eolico in un “calvario” per l’impresa che vuole realizzarlo. I nuovi obiettivi europei e le conseguenze della guerra scoppiata in Ucraina (riapertura delle centrali a carbone, ricatto del gas, crisi energetica ed aumento delle bollette) impongono un deciso ripensamento del modello autorizzativo. Proponiamo lo sblocco immediato delle autorizzazioni per le rinnovabili. Il FER2, che attendiamo da oltre sei anni, non permette al settore delle rinnovabili di definire importanti investimenti e prospettive di sviluppo per il futuro. Il provvedimento che dovrebbe finanziare le tecnologie rinnovabili innovative (solare termodinamico, geotermie, biomasse e biometano, eolico off shore) nella proposta messa a punto dal precedente Governo le affosserà definitivamente.

4 – Obiettivo edifici a emissioni zero:stabilizzazione e decarbonizzazione del Superbonus e riduzione delle emissioni incorporate di carbonio

Serve puntare sull’efficientamento energetico del nostro parco edifici: se riqualifichiamo ogni anno il 3% del patrimonio edilizio ed elettrifichiamo i consumi per il riscaldamento domestico puntando sulle pompe di calore (incluse quelle geotermiche), potremo tagliare entro il 2030 circa 12 mld mc, pari al 41% delle importazioni dalla Russia – con un risparmio di emissioni pari a 22 milioni di tonnellate di CO2. Il Superbonus, nonostante le polemiche che lo hanno accompagnato, è l’unica misura concreta introdotta per incrementare l’efficienza energetica e spingere la decarbonizzazione degli edifici. Ma vanno eliminati tutti i benefici fiscali per le caldaie a gas e gli altri impianti a combustibili fossili, incentivando gli impianti con sistemi di riscaldamento a rinnovabili e gli edifici a emissioni zero, escludendo l’installazione di impianti “fossili” nei nuovi interventi edilizi (2024) e nelle ristrutturazioni degli interi edifici (2027) nella prospettiva di elettrificazione e diffusione di pompe di calore integrate con fonti rinnovabili.

5 – Una Politica Agricola Comune (PAC) a emissioni zero, amica del clima, della salute e della biodiversità

L’agricoltura contribuisce alle emissioni di gas serra, ma dall’altra parte con le buone pratiche può diventare protagonista della decarbonizzazione. Proponiamo che il Piano Strategico Nazionale 2023 – 2027 della PAC sia molto più ambizioso dell’attuale, per ridurre l’uso e il rischio dei pesticidi sintetici, per combattere la crisi della biodiversità, per tutelare la salute e garantire una produzione sostenibile di cibo sano. Le speranze maggiori per ridurre l’impronta ambientale del comparto agricolo sono riposte nello sviluppo dell’agricoltura biologica, nelle pratiche di carbon farming utili a sequestrare carbonio nei terreni e nella costante riduzione dei prodotti chimici di sintesi, anche attraverso la loro sostituzione con quelli di natura organica.

6 – Adozione di una legge per lo stop al consumo di suolo e la tutela della fertilità

In Italia manca ancora una legge sul consumo di suolo, men che meno una strategia nazionale che riguarda questo tema. L’Italia però ha tutti gli interessi per approvare una normativa che tuteli i suoli, bloccandone il consumo sconsiderato degli scorsi anni e ripristinandone la fertilità in gran parte persa a causa dello sfruttamento agricolo intensivo dell’abuso di sostanze chimiche di sintesi. In sinergia con la bioeconomia verrebbero così garantite soluzioni in cui tutti – salute, ambiente, produttività e occupazione – trarrebbero vantaggio.

7 – Approvazione dei decreti attuativi delle Comunità Energetiche Rinnovabili

Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano una soluzione concreta per affrontare il caro bollette, l’emergenza climatica e la povertà energetica. Bisogna dare atto al nuovo Governo di aver finalmente messo in consultazione le linee guida del decreto di riferimento. Tuttavia, la loro diffusione continua ad essere ostacolata dal pesante ritardo nell’emanazione dei decreti attuativi. Come proponiamo insieme a Legambiente e Azzero CO2 nella campagna “BeComE”, serve rimuovere immediatamente gli ostacoli alla svolta delle comunità energetiche e pubblicare con urgenza i bandi del PNRR riservati ai piccoli comuni – del valore di 2,2 miliardi di euro – per fornire ai tanti operatori, cittadini, imprese, comunità pronti a realizzare progetti le coordinate di riferimento necessarie per la loro realizzazione.

8 – Politiche attive di mobilità sostenibile e rientro della qualità dell’aria nei parametri Ue

Se vogliamo accelerare la transizione ecologica, è necessario che il nostro Paese sostenga la proposta della Commissione UE di introdurre il 2035 come data di fine vendita dei veicoli a combustione interna. Cura del ferro per le città italiane: servono investimenti aggiuntivi sui nodi ferroviari pari a 5,6 miliardi, 500 nuovi treni per i pendolari per 3 miliardi di costo, interventi di adeguamento sulla rete regionale ferroviaria pari a 3,6 miliardi. Sarà necessario inoltre realizzare nuove reti tranviarie per 150 km pari a 6 miliardi di investimenti e nuove metropolitane per 25 km di rete, pari a 2,5 miliardi nei prossimi 5 anni. Mobilità ciclistica: in linea con quanto chiesto dalla campagna Clean Cities, di cui anche Kyoto Club fa parte, chiediamo che l’Italia investi nelle piste ciclabili e bei servizi per i ciclisti circa 3,2 miliardi di euro in 7 anni, pari a 500 milioni all’anno. Sostenere Il trasporto pubblico: serve potenziare il servizio pubblico, adeguare il parco mezzi verso l’elettrificazione, ad innovare i servizi di mobilità, ad integrarli con le altre modalità di trasporti, a realizzare nuovi investimenti.

9 – Per la transizione digitale e le smart cities

La trasformazione digitale deve essere al centro del processo di decarbonizzazione. Per dare applicazione alla digitalizzazione estesa come fattore abilitante della sostenibilità, proponiamo:

A. Implementare e rendere pervasive ed integrate Elettrificazione, Digitalizzazione, Efficienza Energetica, Economia Circolare. Tutti i provvedimenti governativi strategici-economici-energetici a partire dalla Legge di Bilancio 2023 devono essere intrinsecamente sostenibili, promuovendo più gli investimenti tecnologici duraturi per Paese, PMI e edifici rispetto a pochi aiuti puntuali per le spese energetiche correnti.

B. Rendere la Sostenibilità il principio guida in materia di “energia”. E’ strategicamente necessario guidare in modo sostenibile le nuove sfide collettive, utilizzando elettrificazione e digitalizzazione come fattori abilitanti, adottando un modello “intelligente” di Comunità Energetiche, reagendo alla crisi energetica in atto attraverso una riduzione strutturata e digitale della domanda di energia e delle emissioni climalteranti, con una risposta nazionale realmente efficace alle linee guida europee (RE-Power EU – Regolamenti EU 2022/1369 e 2022/1854).

C. Mettere al centro dell’agenda politica del Governo un programma serio di riqualifica energetica del patrimonio immobiliare. L’obiettivo riguarda il parco Residenziale, ma anche il patrimonio immobiliare Terziario, Pubblico e Privato, rendendolo pronto ad affrontare le sfide di riduzione delle emissioni e dei consumi energetici, della continuità di esercizio, della capacità di attrarre investimenti sul territorio nazionale e cogliere le opportunità del PNRR in ambito edifici.

D. Assicurare “resilienza” a infrastrutture e servizi critici per il futuro del Paese. L’esperienza pandemica già maturata ha permesso di sperimentare e replicare soluzioni tecnologiche e comportamenti a tutela delle necessità chiave dei cittadini e del progresso del Paese: trasporti e mobilità green; continuità d’esercizio e servizi efficienti e sostenibili per ospedali, residenze per anziani, scuole, infrastrutture idriche e reti elettriche, strutture per la ricettività turistica e culturale.

E. Mantenere focus e sostegno economico alla trasformazione digitale e sostenibile delle imprese. L’evoluzione del piano Industria 4.0 dal 2017 ad oggi ha concretamente rilanciato la politica industriale del Paese, ma il processo di rinnovamento tecnologico non ha ancora toccato più di 1/3 del tessuto imprenditoriale delle piccole e medie imprese. Serve ancora investire risorse economiche sia al sostegno e all’acquisto di beni, sia allo sviluppo di “progetti integrati digitali & sostenibili” con specifica premialità per le buone pratiche.

F. Supportare la trasformazione digitale e sostenibile delle Filiere del “Made in Italy” e del “Made in EU”. Lo sviluppo e la tutela dell’economia nazionale e della riduzione dalla dipendenza da paesi “Extra EU” dovrebbe passare anche attraverso programmi economici dedicati al sostegno di settori, distretti e processi produttivi caratteristici del Made in Italy (es. agroalimentare, fashion, ceramica, vetro…) sia rispetto alla “catena del valore OEM-End User” e alle filiere tecnologiche dell’ “Elettricità 4.0” (rinnovabili , accumuli ed efficienza energetica, mobilità sostenibile ed EV battery …), promuovendo alleanze di sistema, consorzi italiani e europei, trasferimento tecnologico e nuovi siti produttivi sul territorio.

Smart cities: Il principio fondante di una smart city è conseguire in ogni settore il “vantaggio individuale” insieme al “vantaggio collettivo”. Ma questo assioma non si rivolge unicamente alle importanti infrastrutture urbane. L’intelligenza dei luoghi è nelle piccole cose, vincono le “smart communities” che, con intelligenza, riescono a prevedere rischi e prevenire disastri. Possiamo, dobbiamo diffondere intelligenza per aumentare la sicurezza dei territori. Una smart community è in primo luogo una comunità solidale, sicura e capace di anticipare, manutenere e riqualificare.

Tra i molti esempi, uno dei più facili da comprendere e gestire è l’esempio del palo della luce. C’è un deficit di intelligenza nei pali della luce. I pali sono uno ogni 7 abitanti circa. A Roma sono oltre 200.000, a Milano 136.000, a Torino circa 100.000. Possiamo distribuire intelligenza nei pali? Certamente possiamo farlo. I pali occupano poco spazio (lo stanno già occupando) ma possono ospitare molte più funzioni: monitoraggio ambientale, sicurezza, sensori per la misura del rischio, antincendio, salute pubblica, informazioni sul clima. Esistono? Sì, il programma del Ministero dell’Università e della Ricerca Smart Communities ha sviluppato i prototipi di palo intelligente e possono essere testati, validati, diffusi. Un palo su 100 può essere intelligente. Sui 10 milioni in Italia, 100.000 pali potranno realizzare la più sofisticata copertura intelligente del paese, dei territori, delle città, delle comunità. Un vantaggio individuale e collettivo insieme. Costo: 400 milioni di Euro, ma l’indotto nella produzione di una infinità di applicazioni (il mondo delle APP) per l’utilizzo dei dati è un moltiplicatore economico che fa rientrare abbondantemente l’investimento.

10 – Cancellazione dei Sussidi ambientalmente dannosi (SAD)

I dati del Mite mostrano che, nel 2019, sono stati erogati sussidi ambientalmente dannosi per un totale di 24,5 miliardi di euro, diventati 21,6 miliardi nel 2020. Quelli di incerta qualificazione sono invece aumentati a 13,6 miliardi contro i 12,9 miliardi del 2019. I sussidi ambientalmente favorevoli (Saf) sono passati da 17,6 miliardi di euro del 2019 ai 18,9 miliardi del 2021. Kyoto Club proponedi inserire nella prossima legge di Bilancio la cancellazione graduale di tutti i sussidi alle fonti fossili entro il 2030.

Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
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