01/01/2013 - 01:00

Embrioni ''etichettati'' con codici a barre

Embrioni e ovociti identificati con codici a barre riportati su micro-etichette di silicio. Allontanate dalla mente lo scenario da fantascienza in stile Philip Dick o William Gibson e pensate piuttosto a un normalissimo e reale laboratorio. In particolare quello del Dipartimento di Biologia cellulare, fisiologia e immunologia dell’Universitat Autònoma de Barcelona (Uab).
Qui i biologi sono riusciti a mettere a punto un sistema di identificazione che in futuro potrebbe permettere di minimizzare i rischi quando si identificano i gameti femmini e gli embrioni, e di velocizzare alcune fasi cliniche della fecondazione in vitro. Tutto grazie all’aiuto dei ricercatori dell’Istituto di Microelettronica di Barcelona (Imb-Cnm), che hanno realizzato le etichette con tecniche di microelettronica.

Visto che il tempo è un fattore cruciale, il sistema aumenterebbe (almeno in teoria) l’ efficienza delle tecniche, evitando i molti controlli attualmente necessari. I primi test sono serviti a verificare la sicurezza delle particelle di silicio inserite all’interno di cellule umane della pelle. Ora, un nuovo studio, riportato su Human Reproduction, sembra attestarne la sicurezza anche per gli ovociti e gli embrioni di topi.

Le etichette sono state iniettate con micropipette in una parte esterna dell’embrione detto spazio perivitellino, che si trova tra la membrana cellulare e la zona pellucida (un rivestimento gelatinoso). Gli embrioni così taggati sembrano svilupparsi normalmente in coltura fino allo stadio di blastociste, la fase dello sviluppo che precede l’impianto in utero. Prima di questo momento, però, l’embrione dovrebbe essere in grado di liberarsi autonomamente dell’etichetta. Questo è l’unico passaggio che presenta ancora problemi, motivo per cui i ricercatori stanno cercando di attaccare il codice direttamente all’esterno della zona pellucida. Per il resto, però, il sistema è valido: il codice viene mantenuto per tutto il tempo necessario, anche nelle fasi di crionservazione e scongelamento. E si legge con un normale microscopio.

I ricercatori dell’Uab hanno appena ricevuto l’autorizzazione da parte del Dipartimento della salute del Governo della Catalogna di testare i codici a barre su ovociti ed embrioni umani forniti dalle numerose cliniche della fertilità spagnole. Mentre nei lab di elettronica si pensa a sviluppare un lettore automatico.
Vesna Tomasevic
autore