26/02/2020 - 12:50

Da doggy bag a Food Bag: il diritto agli avanzi senza vergogna

La sostenibilità si mette in atto con i piccoli comportamenti e la “Food Bag”, il contenitore in cui mettere il cibo ordinato al ristorante e non consumato, è un oggetto tanto semplice quanto utile. Se utilizzata da ogni cliente, la Food Bag permetterebbe infatti di ridurre notevolmente gli sprechi alimentari che si verificano nei consumi fuori casa.

food bag

Da Torino è partita una provocatoria petizione, lanciata sulla piattafrma Change.org, per chiedere l’obbligatorietà della Food Bag, che in appena due settimane ha raccolto oltre 13.300 firme. "Questa iniziativa dimostra che molti italiani sono sensibili al tema degli sprechi alimentari e che accolgono con favore la proposta dell'introduzione di una Food Bag obbligatoria. – commenta Stephanie Brancaforte, Direttrice di Change.org in Italia. - Gli utenti di Change.org si sono mobilitati in più occasioni a sostegno di campagne per la valorizzazione del cibo e la riduzione degli sprechi, atteggiamenti che contribuiscono anche a combattere i cambiamenti climatici. L'uso della Food Bag è un piccolo gesto, un'azione di singoli che insieme possono realizzare cambiamenti importanti - molti cittadini stanno iniziando a capire che la cultura è una responsabilità collettiva e che può garantirci la sopravvivenza".

Con l’introduzione della Legge "Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi" è iniziato un percorso che ha portato a dati positivi sulla riduzione dello spreco alimentare. “La legge è nata con l’intento di far dialogare chi produce con chi consuma. - ha detto l’On. Gadda – Proviamo a dare valore ai prodotti: quando hanno perso il loro valore commerciale, possono ancora dare soddisfazione ad una necessità. In questo modo facciamo dialogare il profit con il non profit. Spesso, la difficoltà consiste proprio nell’innescare e sostenere progetti in grado di far dialogare i vari soggetti. In questo, il cibo diventa elemento fondamentale per mettere in relazione mondi separati. Il salto di qualità, oggi, è riuscire a intervenire sullo spreco dei prodotti più difficili, come il fresco, e nei luoghi più complessi, come la ristorazione".

E proprio sul ruolo che la ristorazione può avere nell’arginare gli sprechi è intervenuta l’On. Cenni, che ha parlato di un provvedimento in fase di preparazione, incentivante e non coercitivo, affinché si arrivi ad un sistema concreto per recuperare il cibo non consumato nei ristoranti. “Dobbiamo intervenire ad un livello culturale e fare in modo che il consumatore non abbia più l’imbarazzo nel chiedere di portare a casa il cibo avanzato e possa preferire i luoghi in cui sa di poterlo fare.” Ma come si possono favorire processi di economia circolare nella ristorazione? “Proponiamo – ha spiegato Cenni – che su richiesta del cliente il ristoratore sia tenuto a consegnare il cibo non consumato. Che il costo del contenitore sia a carico delle aziende che si occupano di smaltimento e un sistema di incentivi e sgravi per chi adotta questa buona pratica".

Tommaso Tautonico
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