01/01/2013 - 01:00

Copenaghen, Obama ci sarà

Il presidente Usa Barack Obama ha annunciato la sua partecipazione al summit finale dei Capi di Stato e di governo a Copenaghen, sicuramente dopo il suo annuncio altri presidenti lo seguiranno a ruota aumentando così il numero dei capi di stato già previsti.
Obama sarà a Copenaghen ma non parteciperà alla sessione finale ma la sua presenza al summit climatico segnala la necessità di trovare un reale accordo politico. L' annuncio della presenza di Obama coincide con la dichiarazione ufficiale degli obiettivi di riduzione dei gas serra che proporrà a Copenhagen: il 17% entro il 2020, il 30% entro il 2025 e il 42% al 2030. Obiettivi provvisori che sono conformi a quelli fino ad oggi discussi e approvati, anche se non definitivamente, dalle due camere del Parlamento Usa, anche se una versione della proposta di legge in discussione al Senato parla de i un meno 20% entro il 2020.
«Il presidente lavora strettamente con il Congresso per far adottare la legislazione sull'energia e il clima il più presto possibile», annuncia la casa Bianca che ha chiesto a nome di Obama ai Pesi del mondo «di fare ciò che occorre per produrre o un accordo solido ed operativo a Copenhagen».
Entusiasta per la notizia Ban Ki-moon: «Mentre sempre più Capi di Stato e di governo confermano la loro presenza, si costruisce una dinamica per arrivare ad una conclusione positiva durante questo cruciale incontro mondiale - si legge in una sua dichiarazione - A Copenhagen, un accordo può e deve essere concluso per orientare il mondo in una nuova direzione che garantirà un pianeta sano, un'economia solida e sostenibile ed un avvenire migliore per tutti».
Gli ambientalisti americani sottolineano che la presenza di Obama evidenzia una completa rottura con la politica climatica dell'amministrazione repubblicana di Bush che non ha nemmeno ratificato il Protocollo di Kyoto e che per 8 anni ha sabotato ogni accordo sulla riduzione dei gas serra. «E' un chiaro segnale al mondo che siamo seri ... che ci stiamo impegnando su questo problema» afferma Jake Schmidt, il climate director del Natural Resources Defense Council.
Anche in Italia la notizia smuove le acque, ora, per forza di cose, anche i più forti detrattori di un accordo per la riduzione delle emissioni di gas serra come Berlusconi saranno a Copenhagen ed anche Bersani non può sottrarsi perché l'ambiente è un tema di prima fila nel discorso pubblico di tutte le grandi forze riformiste, che si chiamino socialiste, democratiche, liberali o verdi. L'impegno ambizioso di Obama è anche la miglior risposta a chi, continua a utilizzare la presunta timidezza americana sulla riduzione delle emissioni di CO2 come pretesto per giustificare un eventuale fallimento.



 
Tommaso Tautonico
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