Come si valuta il clima aziendale e perché è importante migliorarlo
Organizzazione aziendale e psicologia del lavoro
Team building, clima aziendale sereno, ambiente di lavoro positivo sono gli 'ingredienti' di un'azienda di successo che aumentano la produttività di manager e lavoratori dipendenti. Un ambiente di lavoro positivo e sereno migliora il benessere dei lavoratori, quindi la produttività e i profitti.
Alla base del successo di un’impresa c’è una molteplicità di fattori. Spesso ci si dimentica di quanto, oltre alle competenze che un buon manager riesce a mettere insieme all’interno di un team, non debbano essere sottovalutati altri ambiti del benessere generale di un’azienda, che contribuiscono parimenti a rendere un luogo di lavoro allettante e produttivo.
Insomma, l’accento che soprattutto negli ultimi anni viene posto su quanto sia importante creare un clima aziendale positivo non è casuale, anzi.
Migliori sensazioni, maggiore serenità nello stare sul posto di lavoro, rendono dipendenti e dirigenti più produttivi, più efficaci.
Si tratta di un fattore psicologico di primaria importanza perché (e questo è il buon senso a dircelo) dove si sta bene si lavora anche bene.
La creazione di un buon ambiente di lavoro, sotto tutti i punti di vista (non dimentichiamo che, in questo senso, fanno la loro parte anche questioni che potrebbero essere considerate secondarie, come, ad esempio, l’architettura e l’arredamento degli uffici), è un compito fondamentale se si hanno a cuore gli interessi dell’azienda.
E per poterlo fare, è necessario identificare tutta una serie di caratteristiche che rendono il luogo di lavoro un ambiente veramente favorevole all’esplicitazione delle potenzialità di ogni lavoratore.
È quello che proveremo a fare di seguito, partendo con l’identificare quei fattori chiave che permettano di valutare il clima aziendale.
Sono diversi e numerosi gli aspetti che dobbiamo considerare: aspetti percettivi, strutturali, culturali, relazionali.
È un sottile lavoro psicologico, basato sulle impressioni che i dipendenti ricevono dall’ambiente che li circonda.
Uno studio preliminare degli uffici, da diversi punti di vista (colori, suoni, disposizione degli spazi), e dei luoghi di ritrovo, è di fondamentale importanza.
Organizzare gli spazi in maniera adeguata, in base ai feedback ricercati e ricevuti dai dipendenti: questo è il principio base.
Non solo spazi, però. Anche la compresenza di diverse generazioni all’interno dello stesso team rappresenta un fattore estremamente positivo. La possibilità di accostare diversi gradi di esperienza, sia lavorativa che generale, facilita la creazione di connessioni relazionali, dalle quali tutti possono trarre giovamento, dai singoli all’azienda in toto.
Come già accennato, per finire questa breve carrellata sugli elementi percettivo-relazionali, anche la dinamicità dell’ambiente contribuisce a migliorare la qualità del clima aziendale.
Dinamicità intesa come presenza di elementi non statici, come una buona quantità di verde negli uffici, o la presenza di opere d’arte e simili sulle pareti o vicino le scrivanie.
Un ambiente giovane e green, insomma, creativo.
Ma come si fa a capire se il proprio ambiente di lavoro ha bisogno di una ritoccata o di qualche aggiustamento, per diventare quantomeno worker-friendly?
Beh, le possibilità sono molte.
Si può partire dal semplice questionario sottoposto ai dipendenti, al fine di raccogliere i loro feedback sulla struttura in cui lavorano e sulle loro sensazioni in merito a essa.
Attenzione, però, perché in un ambiente già minato da una certa diffidenza reciproca, questo tipo di iniziative non sempre sono accolte in maniera del tutto positivo, e la situazione può subire un peggioramento.
La cosa migliore, come sempre, è la comunicazione, unita a una buona dose di ascolto. Comunicare, comunicare, comunicare. Perché questo rende senza dubbio più semplice gestire i conflitti interni e predispone i propri dipendenti a fare altrettanto. In questo modo, aumentando la veicolazione di messaggi positivi all’interno del team, ne esce rafforzato l’intero sistema e la fiducia complessiva dei lavoratori.
Infine, è bene mettere un accento sull’importanza dell’ascolto da parte di chi è incaricato di gestire i processi decisionali.
Ricevere feedback è certo importante, ma se poi non segue un riscontro, se cioè il livello della comunicazione si blocca, viene interrotto, si genera un effetto a catena negativo che va a minare il livello di fiducia tra dipendenti e datore di lavoro.
Essere aperti ad ascoltare le esigenze dei lavoratori significa vagliare e accogliere (certo, quando possibile) le loro richieste. Il tutto nell’ottica di un miglioramento del clima aziendale che significa: più produttività, più serenità, più profitto.
