08/10/2015 - 17:11

Canone Rai, rispunta l'ipotesi di inserirlo nella bolletta elettrica

A distanza di quasi un anno torna a spuntare fuori l'ipotesi di far pagare il canone Rai nella bolletta della luce.
E' stato il premier Matteo Renzi, in più di una occasione, ad annunciare l'idea del governo (già ipotizzata lo scorso anno, ma poi non realizzata) di inserire nella prossima legge di Stabilità il pagamento del canone attraverso la bolletta energetica in modo da ridurre drasticamente gli alti livelli di morosità che lo contraddistinguono.

Il presidente Renzi ha inoltre annunciato la volontà del governo di ridurre i costi del canone, facendoli passare dagli attuali 116 a 100 euro, ma non è ha chiarito meglio il meccanimo di pagamento.
A gettare non pochi dubbi su questa possibilità sono, tra gli altri, le associazioni dei consumatori, prima tra tutte l'Aduc, che si è espressa soprattutto sul meccanismo di riscossione del canone che sarà mediato attraverso centinaia di aziende private che oggi caratterizzano il mercato elettrico e che un domani dovrebbero aggiungere anche questo onere da raccogliere e convogliare allo Stato.

"Lo faranno gratis? E chi, tra queste aziende, non versa il dovuto nei termini? Come fara' a non pagare il contribuente che non possiede un apparecchio tv, gli verra' tagliata anche la luce, e poi magari col tempo e i vari ricorsi si verra' a scoprire che lui aveva ragione e l'amministrazione aveva torto? E al contribuente che vorra' fare l'evasore fiscale dell'imposta Rai, verra' tagliata la luce e quindi subira' una condanna -decisamente esagerata per non aver pagato un tributo di 100 euro- con complicati meccanismi di rivalsa e, comunque, sempre sotto la minaccia di far marcire la roba in frigorifero e morire di freddo o di caldo?" si chiede l'Aduc.

"Speriamo che i sostenitori del meccanismo auspicato dal presidente del Consiglio (e il presidente stesso?) si facciano queste domande e trovino soluzioni nell'ambito della legge e non solo con l'arroganza e la violenza dello Stato verso i propri sudditi. Come si dice in tutti gli angoli del nostro Paese (e non solo): "se non e' zuppa e pan bagnato". Che l'imposta Rai -vergognosamente spacciata come canone e abbonamento- sia di 116 o 100 euro, che si paghi come oggi o dopo le minacce del taglio della luce, non cambia nulla e, soprattutto, non risolve i problemi dell'attuale servizio pubblico di informazione. Cioe': volete che la Rai sia sempre campo di battaglia dei partiti di governo e di opposizione? Volete che l'informazione di Stato sia gestita come una Asl, o l'Anas, o il Comune di Roma, etc? Bene, se e' questo che volete, continuate pure cosi', cioe' a farvi e farci male. Per quanto ci riguarda, crediamo che esista solo un metodo per rimediare all'attuale a al futuro sfascio: privatizzazione del servizio (come chiesto da milioni di italiani alcuni fa con un referendum), e gara d'appalto per quello di pubblica informazione (con conseguente fine degli show e delle barzellette di Stato). Il resto e', per l'appunto, pan bagnato" conclude l'associazione.

"Far pagare il canone Rai a chi paga una bolletta della luce è illegale senza una modifica, con legge ordinaria, del Regio decreto legge del 1938 che lo ha introdotto" ha dichiarato Massimiliano Dona, segretario dell'Unione nazionale consumatori.

"Non può essere introdotto il principio che deve pagare chi ha un contatore della luce con un emendamento messo nella legge di stabilità o nel Milleproroghe. Tanto più che viene invertito l'onere della prova, costringendo il consumatore a dover dimostrare la propria innocenza in un caso in cui è impossibile fornire documentazione adeguata a propria discolpa, come invece accade in altri esempi di evasione. Difficile provare di non avere una tv, senza una perquisizione delle forze dell'ordine nell'appartamento. Non possiamo, però, trattare chi non ha una televisione alla stregua di un criminale. Viene meno il principio di presunzione di innocenza fissato dalla Costituzione. La prova dell'evasione deve restare a carico dello Stato. Insomma, seppur da stigmatizzare, il fenomeno dell'evasione non può essere risolto così, anche perché si andrebbero a confondere ancor più le idee degli utenti che ricevono una bolletta elettrica" ha proseguito Dona.

"D'altronde non è complicato intercettare l'evasore. La prova è sui tetti delle case: chi ha un'antenna deve pagare il canone. Si possono, inoltre, incrociare i dati con quelli degli abbonati alle pay tv. E' un sopruso bello e buono che nei confronti della pubblica amministrazione siano sempre i cittadini a dover dimostrare la propria innocenza" ha concluso il presidente dell'Unc.
Rosamaria Freda
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