03/06/2013 - 15:00

Bike Pride: trasformare le strade per ridurre la velocità dei veicoli

Ciclista investito e ucciso a Rivoli. Occorre più severità. Fabio Zanchetta, presidente dell'associazione Bike Pride. "Chi disegna le strade può salvare più vite di una legge severa".
Ieri gli psicofarmaci (la donna che con il proprio Suv ha schiacciato e trascinato per 3 km una giovane 22enne) oggi l'alcol (un ragazzo che ha urtato e ucciso un ciclista 67enne fra Rivoli e Torino): gli incoscienti, i distratti e ancor peggio gli ubriachi dovranno essere puniti sempre con maggiore severità ma se si vuole salvare la vita di persone che camminano e pedalano per strada le amministrazioni devono necessariamente iniziare a prevenire, trasformando le strade e riducendo la velocità dei veicoli (continuare a colpevolizzare i comportamenti delle persone fa bene alla retorica ma non salva la vita di nessuno).

"Dossi, restringimenti di carreggiata, dissuasori permanenti e limiti rispettati e controllati avrebbero potuto salvare la vita della ventiduenne Giulia. Uno spazio sicuro, protetto e separato dal flusso viario quella del ciclista di Rivoli. Chi disegna le strade può salvare più vite di una legge severa -dichiara Fabio Zanchetta, presidente dell'associazione Bike Pride-. Le nazioni che hanno visto diminuire drasticamente i morti sulle strade, come Germania e Danimarca (-90% dal 1980) hanno certamente agito sulla severità del codice ma hanno compreso che se non si trasforma la strada e si riformano gli spazi non verrà mai posta fine alla strage quotidiana: distratti, incoscienti e ubriachi non scompariranno mai. Una nazione intelligente previene, noi continuiamo a procedere per tentativi. E intanto dall'inizio dell'anno siamo a centinaia di pedoni e ciclisti che per incuria e inconsapevolezza non ci sono più".
Marilisa Romagno
autore